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Termini impugnazione penale: ricorso tardivo è K.O.

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso perché presentato oltre il termine di 15 giorni previsto dalla legge. Il caso sottolinea la perentorietà dei termini di impugnazione penale e le conseguenze della loro inosservanza, inclusa la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termini Impugnazione Penale: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Tempestività

Il rispetto dei termini impugnazione penale è un pilastro fondamentale della procedura giudiziaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con fermezza questo principio, dichiarando inammissibile un ricorso presentato oltre la scadenza prevista. Questo caso serve da monito sull’importanza della diligenza e della precisione nel calcolo dei tempi processuali, la cui violazione può precludere l’accesso alla giustizia nel merito.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Revoca e il Suo Epilogo

La vicenda ha origine da un’istanza presentata da un individuo per ottenere la revoca di una sentenza di condanna, emessa da una Corte di Appello nel 2019 e divenuta definitiva l’anno successivo. L’istante sosteneva che la sentenza dovesse essere annullata perché relativa a fatti per i quali era già stato giudicato in un precedente procedimento.

La Corte di Appello, in qualità di giudice dell’esecuzione, ha esaminato la richiesta e l’ha respinta con un’ordinanza datata 9 luglio 2024. Contro questa decisione, l’interessato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando l’erroneità del provvedimento.

La Questione dei Termini Impugnazione Penale

La Corte di Cassazione, tuttavia, non è entrata nel merito della questione. L’attenzione dei giudici si è concentrata esclusivamente su un aspetto preliminare e dirimente: la tempestività del ricorso.
L’ordinanza impugnata era stata notificata sia al ricorrente che al suo difensore in data 10 luglio 2024. Secondo l’articolo 585 del codice di procedura penale, il termine per proporre impugnazione in questo caso è di quindici giorni.

Il calcolo è semplice: partendo dal 10 luglio, il termine di quindici giorni scadeva il 26 luglio 2024. È importante notare che la scadenza è avvenuta prima dell’inizio della sospensione dei termini feriali (1-31 agosto), che quindi non ha avuto alcun impatto sul calcolo. Ciononostante, il ricorso è stato depositato solo il 16 settembre 2024, quasi due mesi dopo la scadenza.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte è stata netta e basata su principi procedurali inderogabili. I termini impugnazione penale sono stabiliti a pena di decadenza. Ciò significa che il loro mancato rispetto comporta la perdita irrevocabile del diritto di impugnare il provvedimento. Non sono ammesse proroghe o giustificazioni per il ritardo, salvo casi eccezionali non ravvisati nella fattispecie.

I giudici hanno richiamato l’articolo 591 del codice di procedura penale, che elenca tra le cause di inammissibilità dell’impugnazione proprio la sua presentazione tardiva. La funzione di questi termini perentori è quella di garantire la certezza del diritto e la stabilità delle decisioni giudiziarie, evitando che i processi possano rimanere aperti all’infinito. La tardività del ricorso ha quindi impedito alla Corte di esaminarne le ragioni, rendendo l’atto processualmente invalido.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione comporta due conseguenze dirette per il ricorrente. In primo luogo, la condanna al pagamento delle spese processuali. In secondo luogo, il versamento di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista dall’articolo 616 del codice di procedura penale proprio per i casi di ricorso inammissibile. La pronuncia evidenzia come un errore procedurale, quale il mancato rispetto di un termine, possa avere conseguenze economiche significative e, soprattutto, precludere la possibilità che le proprie ragioni vengano ascoltate da un giudice superiore.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato presentato oltre il termine perentorio di quindici giorni stabilito dalla legge, risultando quindi tardivo (intempestivo).

Qual è il termine per impugnare un’ordinanza emessa in fase di esecuzione penale?
Secondo quanto emerge dall’ordinanza, il termine previsto dall’art. 585, comma 1, lett. a) del codice di procedura penale è di quindici giorni, che decorrono dalla notificazione del provvedimento alla parte e al suo difensore.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo specifico caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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