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Termini impugnazione penale: ricorso tardivo?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso perché depositato un solo giorno dopo la scadenza. L’ordinanza analizza il calcolo dei termini di impugnazione penale, confermando che il mancato rispetto, anche minimo, del termine perentorio comporta la reiezione dell’atto e la condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termini Impugnazione Penale: la Cassazione ribadisce l’inammissibilità per ricorso tardivo

Nel processo penale, la precisione è tutto. Rispettare i termini di impugnazione penale non è una mera formalità, ma un requisito fondamentale per poter far valere le proprie ragioni davanti a un giudice superiore. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo ribadisce con forza, dichiarando inammissibile un ricorso presentato appena un giorno dopo la scadenza. Analizziamo insieme questa decisione per capire le regole di calcolo dei termini e le conseguenze del loro mancato rispetto.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine da una sentenza della Corte di Appello di Bologna, che confermava la condanna di un’imputata per i reati previsti dagli articoli 477 e 482 del codice penale. La Corte d’Appello, nel pronunciare la sentenza, aveva fissato un termine di 20 giorni per il deposito delle motivazioni.

Avverso tale decisione, la difesa dell’imputata ha proposto ricorso per Cassazione. Tuttavia, come vedremo, il deposito dell’atto di impugnazione è avvenuto oltre il limite massimo consentito dalla legge.

Il Calcolo dei Termini Impugnazione Penale: una questione di giorni

La Corte di Cassazione, prima di entrare nel merito del ricorso, ha proceduto a una verifica preliminare sulla sua ammissibilità, concentrandosi proprio sul rispetto dei termini di impugnazione penale. Il calcolo effettuato dai giudici è stato meticoloso e rappresenta il cuore della decisione:

1. Pronuncia della sentenza d’appello: 9 maggio 2024.
2. Termine per il deposito delle motivazioni: 20 giorni.
3. Data di deposito effettivo delle motivazioni: avvenuto tempestivamente entro la scadenza del 29 maggio 2024.
4. Decorrenza del termine per impugnare: dal 29 maggio 2024.
5. Durata del termine: La legge prevede 45 giorni, ai quali si aggiungono ulteriori 15 giorni ai sensi dell’art. 581, comma 1-bis, del codice di procedura penale, per un totale di 60 giorni.
6. Scadenza finale: Il sessantesimo giorno cadeva domenica 28 luglio 2024. Per legge, quando un termine scade in un giorno festivo, è prorogato di diritto al primo giorno successivo non festivo. La scadenza ultima era quindi fissata per lunedì 29 luglio 2024.

Il ricorso, però, è stato depositato il 30 luglio 2024, ovvero un giorno dopo il termine massimo. Questo ritardo, seppur minimo, si è rivelato fatale.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

Sulla base di questo calcolo, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. I giudici hanno agito con una procedura semplificata, prevista dall’art. 610 del codice di procedura penale, che consente di decidere senza le formalità dell’udienza quando l’inammissibilità è palese.

La tardività del ricorso ha impedito alla Corte di esaminare le ragioni della difesa, portando a una decisione che ha chiuso definitivamente il caso. Oltre alla dichiarazione di inammissibilità, l’imputata è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni Giuridiche

La decisione si fonda sull’applicazione rigorosa degli articoli 585, comma 1, e 544, comma 2, del codice di procedura penale. Queste norme stabiliscono i termini perentori per proporre impugnazione. Il termine è definito “perentorio” perché il suo mancato rispetto comporta la decadenza dal diritto di esercitare quel potere processuale. Nel caso di specie, il diritto a impugnare la sentenza d’appello si è estinto allo scoccare della mezzanotte del 29 luglio 2024. Il deposito effettuato il giorno successivo è stato, quindi, giuridicamente inefficace.

Conclusioni

Questa ordinanza è un monito sull’importanza cruciale della tempestività nel processo penale. Anche un solo giorno di ritardo può vanificare un intero percorso difensivo e rendere definitiva una sentenza di condanna. La decisione sottolinea che le norme sui termini di impugnazione penale non ammettono deroghe o interpretazioni flessibili, essendo poste a garanzia della certezza del diritto e della ragionevole durata del processo. Per i professionisti legali e per i loro assistiti, la lezione è chiara: la massima attenzione ai calendari e alle scadenze processuali è un presupposto imprescindibile per una difesa efficace.

Cosa succede se un ricorso in materia penale viene depositato anche solo un giorno dopo la scadenza?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che il giudice non esaminerà il merito delle questioni sollevate e la sentenza impugnata diventerà definitiva. Il ritardo, anche minimo, comporta la decadenza dal diritto di impugnare.

Come si calcolano i termini per l’impugnazione se il giudice fissa un termine per depositare le motivazioni della sentenza?
Il termine per impugnare (in questo caso, 60 giorni complessivi) inizia a decorrere non dalla data della lettura del dispositivo in udienza, ma dalla data di scadenza del termine fissato per il deposito delle motivazioni o dalla data in cui le motivazioni vengono effettivamente depositate, se anteriore.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso tardivo?
La parte che ha presentato il ricorso dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in quattromila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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