Termini Impugnazione Penale: La Cassazione Sancisce l’Inammissibilità per Ricorso Tardivo
Nel processo penale, il tempo è un fattore cruciale. Il rispetto dei termini impugnazione penale non è una mera formalità, ma un requisito fondamentale per la validità dell’atto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo ribadisce con forza, dichiarando inammissibile un ricorso depositato con un solo giorno di ritardo, a dimostrazione che in questo campo la precisione è tutto.
Il Caso: Dalla Condanna per Furto al Ricorso in Cassazione
La vicenda processuale ha origine da una condanna per il reato di furto con strappo. L’imputato, giudicato con rito abbreviato, vedeva confermata la sua responsabilità penale sia dal Tribunale di Frosinone sia, successivamente, dalla Corte d’Appello di Roma. Non rassegnato alla decisione, decideva di presentare ricorso per Cassazione, l’ultimo grado di giudizio possibile.
L’Errore Fatale: il Calcolo dei Termini Impugnazione Penale
Qui si consuma l’errore procedurale che si rivelerà fatale. La sentenza della Corte d’Appello era stata emessa il 12 febbraio 2024, con un termine di novanta giorni per il deposito delle motivazioni. Tale termine scadeva quindi il 12 maggio 2024. A partire da questa data, la difesa aveva a disposizione quarantacinque giorni per depositare il ricorso in Cassazione.
Il calcolo è semplice ma inesorabile: il termine ultimo per l’impugnazione era fissato per il 26 giugno 2024. Tuttavia, il ricorso veniva depositato solo il giorno successivo, il 27 giugno 2024. Un ritardo di appena ventiquattro ore, ma sufficiente a compromettere irrimediabilmente l’intera azione difensiva.
La Decisione della Suprema Corte e le Conseguenze del Ritardo
La Corte di Cassazione, applicando una procedura semplificata prevista dall’art. 610, comma 5-bis del codice di procedura penale, ha esaminato il ricorso de plano, ovvero senza udienza. L’esito è stato netto: l’appello è stato dichiarato inammissibile perché tardivo. La Corte ha agito in conformità con l’articolo 591 del codice di procedura penale, che elenca la tardività tra le cause espresse di inammissibilità dell’impugnazione.
Le Motivazioni
La motivazione della Corte è lapidaria e si fonda su un principio cardine del diritto processuale: i termini per impugnare sono perentori. Ciò significa che non ammettono deroghe o proroghe. Una volta scaduto il termine, il diritto di impugnare si estingue definitivamente. La tardività non è un vizio sanabile, ma un difetto che preclude in radice la possibilità per il giudice di entrare nel merito delle questioni sollevate. La Corte non ha alcuna discrezionalità nel valutare la gravità del ritardo; anche un solo giorno è sufficiente a determinare l’inammissibilità. Questa rigidità garantisce la certezza del diritto e la stabilità delle decisioni giudiziarie, impedendo che i processi possano protrarsi all’infinito.
Le Conclusioni
Le conseguenze pratiche per il ricorrente sono estremamente pesanti. La declaratoria di inammissibilità rende definitiva la sentenza di condanna della Corte d’Appello. Inoltre, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di Euro 4.000,00 a favore della Cassa delle ammende. Questo caso è un monito severo sull’importanza assoluta della diligenza e della precisione nel calcolo dei termini processuali. Un singolo giorno di ritardo può vanificare mesi di lavoro difensivo e segnare l’esito di un intero procedimento giudiziario, trasformando una possibile assoluzione in una condanna irrevocabile.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene depositato un giorno dopo la scadenza?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile per tardività. Questo significa che la Corte non esamina le ragioni dell’impugnazione e la sentenza precedente diventa definitiva e irrevocabile.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Secondo quanto stabilito nell’ordinanza, il ricorrente la cui impugnazione è dichiarata inammissibile viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso specifico è stata quantificata in 4.000,00 Euro.
La Corte di Cassazione può decidere un ricorso senza un’udienza?
Sì, la legge prevede una procedura semplificata (ex art. 610, comma 5-bis, c.p.p.) che consente alla Corte di dichiarare l’inammissibilità di un ricorso de plano, cioè sulla base dei soli atti scritti e senza la necessità di fissare un’udienza, quando l’inammissibilità è palese, come nel caso di un ricorso tardivo.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 45129 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 45129 Anno 2024
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 13/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato il 13/10/1980
avverso la sentenza del 12/02/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato av so alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che NOME COGNOME ricorre avverso la sentenza della Corte di Appello di Roma, che, ha confermato la sentenza del 4 gennaio 2023 del Tribunale di Frosinone che, all’esito del giudizio abbreviato, aveva affermato la penale responsabilità dell’imputato per il reato di furto con strappo e concesse le attenuanti generiche e l’attenuante di cui all’art. 62 n. 4 cod. pen., l’aveva condannato alla pena ritenuta di giustizia;
Considerato che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con procedura senza l’osservanza di formalità, ai sensi dell’art. 610 comma 5 bis cod. proc. pen. in relazione agli artt. 591 comma 1 lett. c), 585, comma 1, lett. c) e 544, comma 3 cod. proc. pen., perché tardivo.
Il ricorso è stato depositato in data 27 giugno 2024 a fronte di sentenza emessa il 12 febbraio 2024 che prevedeva il deposito della motivazione nel termine di giorni novanta. La sentenza è stata tempestivamente depositata e dalla data del previsto deposito – cioè il 12 maggio 2024 – decorreva il termine di quarantacinque giorni per il deposito del ricorso, con scadenza il 26 giugno 2024, viceversa il ricorso è stato depositato solo il 27 giugno 2024.
Ritenuto, pertanto, che la declaratoria di inammissibilità del ricorso, scrutinato de plano ex art. 610, comma 5 -bis, cod. proc. pen., senza previo avviso alle parti, comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro 4.000,00 a favore della Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro quattromila a favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 13 novembre 2024
Il Cortskliore estensore
Il Presidente