Termini Impugnazione Penale: La Cassazione Conferma l’Inammissibilità per Ricorso Tardivo
Nel processo penale, il rispetto delle scadenze è un principio fondamentale che garantisce certezza e ordine. I termini impugnazione penale non sono mere formalità, ma requisiti essenziali la cui inosservanza può avere conseguenze definitive, come la preclusione della possibilità di contestare una sentenza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio con estrema chiarezza, dichiarando inammissibile un ricorso presentato oltre la scadenza prevista dalla legge.
Il Caso in Analisi: Un Ricorso Presentato Fuori Termine
La vicenda riguarda un imputato condannato in primo grado dal G.i.p. del Tribunale per il reato di dichiarazione fraudolenta. La sentenza di condanna veniva successivamente confermata dalla Corte d’Appello. Quest’ultima, nel pronunciare la sua decisione, aveva fissato un termine di 90 giorni per il deposito delle motivazioni.
La cronologia degli eventi è cruciale per comprendere la decisione della Cassazione:
1. Sentenza d’Appello: Emessa il 13/06/2023.
2. Deposito Motivazioni: La Corte d’Appello deposita la sentenza il 26/06/2023, ben prima della scadenza dei 90 giorni previsti.
3. Scadenza per l’Impugnazione: Ai sensi dell’art. 585 del codice di procedura penale, l’ulteriore termine per proporre ricorso era di 45 giorni, scadente il 26/10/2023.
4. Presentazione del Ricorso: Il ricorso per cassazione viene presentato a mezzo PEC solo il 21/11/2023, quasi un mese dopo la scadenza.
Di fronte a questa sequenza temporale, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che constatare la tardività dell’atto.
La Tardività e i Termini Impugnazione Penale
La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una semplice ma inappellabile constatazione: il mancato rispetto dei termini impugnazione penale. La legge stabilisce scadenze perentorie per la presentazione dei mezzi di impugnazione, e il superamento di tali scadenze comporta, come sanzione processuale, l’inammissibilità dell’atto. Questo significa che il giudice non entra nemmeno nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a una valutazione preliminare sulla tempestività del ricorso.
Le Motivazioni della Sentenza
Le motivazioni della Corte sono lineari e si basano su un calcolo matematico dei giorni. La Corte ha evidenziato che, sebbene la Corte d’Appello avesse indicato un termine di 90 giorni per il deposito, la sentenza era stata depositata molto prima. Il termine per impugnare, secondo il codice di procedura penale, decorre dalla data di effettivo deposito, non dalla scadenza del termine teorico.
Pertanto, il termine di 45 giorni previsto dall’art. 585 c.p.p. è iniziato a decorrere dal 26/06/2023 e si è concluso il 26/10/2023. La presentazione del ricorso il 21/11/2023 è risultata palesemente tardiva.
La tardività ha imposto alla Corte una declaratoria di inammissibilità, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di tremila Euro in favore della Cassa delle Ammende.
Le Conclusioni
Questa ordinanza è un monito sull’importanza cruciale del rispetto dei termini processuali. Per gli avvocati, sottolinea la necessità di una gestione meticolosa delle scadenze, monitorando la data di effettivo deposito delle sentenze e non solo il termine massimo indicato dal giudice. Per l’imputato, la conseguenza è drastica: la tardività del ricorso ha reso definitiva la condanna, precludendo ogni ulteriore possibilità di difesa nel merito davanti alla Suprema Corte. La giustizia, in questo caso, non ha esaminato la fondatezza delle accuse, ma si è fermata sulla soglia del processo a causa di un errore procedurale insuperabile.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato presentato tardivamente. La legge prevede termini perentori per impugnare una sentenza e il ricorrente ha depositato il suo atto oltre la scadenza prevista.
Qual era il termine corretto per presentare il ricorso in questo caso?
Il termine era di 45 giorni e decorreva dalla data di effettivo deposito della sentenza d’appello (26/06/2023). Pertanto, la scadenza ultima per la presentazione del ricorso era il 26/10/2023, mentre è stato depositato il 21/11/2023.
Quali sono le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila Euro in favore della Cassa delle Ammende. Inoltre, la sentenza di condanna d’appello è diventata definitiva.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 26718 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 26718 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 19/04/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a MILANO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 13/06/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
c rra -to avviso alle parti)
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Rilevato che COGNOME NOME – imputato del reato di dichiarazione fraudolenta – ha proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza del 13/06/2023, con cui la Corte d’Appello di Bologna ha confermato la condanna in primo grado irrogata dal G.i.p. del Tribunale di Bologna, deducendo vizio di motivazione;
ritenuto che il ricorso sia stato proposto tardivamente, in quanto: il termine di 90 giorni indicati dalla Corte territoriale per il deposito è decorso in dat 11/09/2023; la sentenza d’appello è stata depositata il 26/06/2023 (e quindi entro il predetto termine); l’ulteriore termine di 45 giorni per proporre impugnazione, ai sensi dell’art. 585 cod. proc. pen., è interamente decorso in data 26/10/2023: laddove l’odierno ricorso è stato presentato a mezzo pec in data 21/11/2023;
ritenuto che la tardività del ricorso imponga una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE delle Ammende
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE delle Ammende.
Così deciso in Roma, il 19 aprile 2024