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Termini impugnazione penale: +15 giorni in assenza

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che dichiarava inammissibile per tardività l’appello di un imputato giudicato in assenza. La sentenza chiarisce che, per effetto della Riforma Cartabia, i termini di impugnazione penale sono aumentati di 15 giorni in caso di assenza, rendendo l’appello tempestivo. Il caso è stato rinviato al Tribunale per il giudizio di merito.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termini impugnazione penale: +15 giorni per l’imputato assente grazie alla Riforma Cartabia

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un pilastro fondamentale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato questo principio, facendo luce su un’importante novità introdotta dalla Riforma Cartabia riguardo i termini impugnazione penale per l’imputato giudicato in assenza. La decisione chiarisce che in questi casi, il termine per proporre appello è aumentato di 15 giorni, una modifica cruciale per la tutela del diritto di difesa.

Il caso: un appello dichiarato tardivo

La vicenda ha origine da una sentenza del Giudice di Pace che condannava un imputato per i reati di lesioni e minaccia. La sentenza di primo grado veniva pronunciata il 1° settembre 2023, con deposito delle motivazioni il 14 settembre successivo. L’imputato, giudicato in assenza, proponeva appello tramite il suo difensore.

Tuttavia, il Tribunale, in funzione di giudice d’appello, dichiarava l’impugnazione inammissibile per tardività. Secondo il giudice di secondo grado, l’atto era stato depositato oltre il termine previsto dalla legge. Contro questa decisione, la difesa ricorreva in Cassazione, lamentando la violazione dell’art. 585, comma 1-bis, del codice di procedura penale, introdotto dalla Riforma Cartabia.

I nuovi termini impugnazione penale e la Riforma Cartabia

Il cuore della questione risiede nell’applicazione della nuova disciplina sui termini impugnazione penale. Il Decreto Legislativo n. 150 del 2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia) ha inserito il comma 1-bis nell’articolo 585 c.p.p., stabilendo che i termini per impugnare sono aumentati di quindici giorni per l’imputato giudicato in assenza.

La norma di transizione (art. 89, comma 3 del D.Lgs. 150/2022) specifica che questa disposizione si applica alle impugnazioni proposte contro sentenze emesse dopo l’entrata in vigore della riforma, avvenuta il 30 dicembre 2022. Poiché la sentenza di primo grado nel caso di specie era stata pronunciata il 1° settembre 2023, la nuova disciplina era pienamente applicabile.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo la tesi difensiva. Gli Ermellini hanno ricostruito il corretto calcolo dei termini per l’impugnazione, dimostrando l’errore del Tribunale.

Il calcolo corretto doveva essere il seguente:

1. Termine ordinario: La legge prevedeva un termine di 30 giorni per impugnare, decorrenti dal giorno successivo al deposito delle motivazioni (avvenuto il 14 settembre 2023).
2. Aumento per assenza: A questi 30 giorni dovevano essere aggiunti i 15 giorni previsti dall’art. 585, comma 1-bis c.p.p., poiché l’imputato era stato giudicato assente.

Di conseguenza, il termine totale a disposizione della difesa era di 45 giorni, con decorrenza dal 16 settembre 2023. La scadenza ultima per il deposito dell’appello era quindi il 31 ottobre 2023. Essendo stato l’atto di impugnazione depositato il 20 ottobre 2023, risultava pienamente tempestivo.

Le conclusioni

La Corte di Cassazione ha quindi annullato senza rinvio l’ordinanza di inammissibilità e ha disposto la trasmissione degli atti al Tribunale di Potenza, che dovrà ora procedere con il giudizio di appello nel merito. Questa sentenza rappresenta un importante promemoria sull’obbligo per i giudici di applicare correttamente le nuove disposizioni introdotte dalla Riforma Cartabia. La norma sull’estensione dei termini per l’imputato assente non è una mera formalità, ma una garanzia sostanziale volta a rafforzare il diritto di difesa, assicurando che l’imputato abbia un tempo adeguato per preparare la propria impugnazione, anche quando non ha partecipato al giudizio di primo grado.

Quando si applica l’aumento di 15 giorni dei termini per l’impugnazione penale?
L’aumento di 15 giorni, previsto dall’art. 585, comma 1-bis c.p.p., si applica esclusivamente nei casi in cui l’imputato sia stato giudicato in assenza e per le impugnazioni proposte contro sentenze pronunciate dopo il 30 dicembre 2022.

Come si calcola il termine per impugnare per un imputato assente dopo la Riforma Cartabia?
Al termine ordinario previsto dalla legge (ad esempio, 30 giorni se la motivazione è depositata entro 15 giorni dalla pronuncia) si devono aggiungere i 15 giorni supplementari previsti dalla riforma. Nel caso di specie, il termine totale era di 45 giorni (30 + 15).

Cosa succede se un giudice dichiara erroneamente tardiva un’impugnazione?
La parte può ricorrere in Cassazione per violazione di legge. Se la Corte di Cassazione accoglie il ricorso, come in questo caso, annulla il provvedimento di inammissibilità e rinvia gli atti al giudice precedente affinché celebri il giudizio di impugnazione nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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