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Termini impugnazione assente: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha chiarito la normativa sui termini impugnazione assente, annullando un’ordinanza di inammissibilità. È stato stabilito che il termine di 15 giorni per l’appello, in caso di motivazione contestuale, è aumentato di ulteriori 15 giorni per l’imputato giudicato in assenza. La Corte ha inoltre convertito l’appello, proposto contro una sentenza di proscioglimento inappellabile, in ricorso diretto per cassazione.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termini Impugnazione Assente: La Cassazione Fa Chiarezza sul Raddoppio dei Tempi

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio fondamentale a garanzia del corretto svolgimento della giustizia. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato l’importanza di una corretta applicazione delle norme sui termini impugnazione assente, fornendo un’interpretazione cruciale per la difesa degli imputati non presenti al processo. La decisione analizza il caso di un appello erroneamente dichiarato inammissibile perché tardivo, offrendo spunti essenziali sulla tutela del diritto di difesa.

Il Caso: Appello Dichiarato Tardivo per Errore di Calcolo

Un imputato, giudicato in assenza dal Tribunale di Roma, proponeva appello avverso la sentenza di primo grado. Il provvedimento era stato emesso con motivazione contestuale, ovvero le ragioni della decisione erano state depositate contestualmente alla lettura del dispositivo in udienza. La Corte d’Appello, tuttavia, dichiarava l’impugnazione inammissibile, ritenendola presentata oltre i termini di legge.

L’errore del giudice di secondo grado risiedeva nel non aver considerato una specifica disposizione del codice di procedura penale che tutela l’imputato dichiarato assente.

L’Applicazione Corretta dei Termini Impugnazione Assente

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha accolto il ricorso della difesa, annullando l’ordinanza di inammissibilità. I giudici supremi hanno chiarito in modo inequivocabile come debbano essere calcolati i termini in queste circostanze.

Il Principio di Diritto: 15 + 15 Giorni

Il codice di procedura penale (art. 585, comma 1, lett. a) stabilisce che, per le sentenze con motivazione contestuale, il termine per proporre impugnazione è di quindici giorni. Tuttavia, il successivo comma 1-bis dello stesso articolo introduce una fondamentale garanzia per l’imputato giudicato in assenza: in questo caso, i termini sono aumentati di ulteriori quindici giorni.

Di conseguenza, l’imputato assente non ha 15 giorni per impugnare, ma un totale di 30 giorni. Nel caso di specie, l’appello era stato depositato entro questo lasso di tempo e, pertanto, era pienamente tempestivo.

La Conversione dell’Appello in Ricorso per Cassazione

Oltre alla questione dei termini, la Cassazione ha rilevato un altro aspetto procedurale di grande importanza. La sentenza di primo grado era una pronuncia di proscioglimento per un reato punibile con la sola pena pecuniaria. Secondo la normativa vigente, questo tipo di sentenze è inappellabile.

L’Inappellabilità delle Sentenze di Proscioglimento

L’articolo 593 del codice di procedura penale esclude la possibilità di proporre appello avverso le sentenze di proscioglimento per reati puniti con la sola pena pecuniaria o con pena alternativa. In questi casi, l’unico rimedio concesso è il ricorso diretto per cassazione.

Pertanto, la Corte Suprema ha non solo annullato l’ordinanza di inammissibilità, ma ha anche riqualificato l’atto di appello originario come ricorso per cassazione, disponendo la trasmissione degli atti all’ufficio competente per la sua trattazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La decisione della Suprema Corte si fonda su una lettura sistematica e garantista delle norme processuali. I giudici hanno sottolineato che l’aumento dei termini per l’imputato assente non è una mera formalità, ma una disposizione volta a bilanciare la sua mancata partecipazione al dibattimento, assicurandogli un tempo più ampio per venire a conoscenza della sentenza e preparare un’adeguata difesa. L’errore della Corte territoriale nel non applicare tale aumento è stato considerato un vizio procedurale grave, che ha portato all’annullamento senza rinvio dell’ordinanza impugnata.

Le Conclusioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza due principi fondamentali. In primo luogo, i termini impugnazione assente devono sempre essere calcolati aggiungendo quindici giorni a quelli ordinari previsti dalla legge, per garantire il pieno esercizio del diritto di difesa. In secondo luogo, è essenziale per i difensori verificare la natura della sentenza da impugnare: se la legge la qualifica come inappellabile, l’unica via percorribile è il ricorso per cassazione, la cui proposizione come appello ne comporta la conversione da parte del giudice superiore.

Qual è il termine per impugnare una sentenza penale se l’imputato è dichiarato assente?
Se la sentenza ha una motivazione contestuale (depositata in udienza), il termine ordinario di 15 giorni è aumentato di ulteriori 15 giorni, per un totale di 30 giorni, come previsto dall’art. 585 comma 1-bis cod.proc.pen.

Cosa succede se viene proposto appello contro una sentenza che la legge definisce “inappellabile”?
L’appello viene convertito d’ufficio in ricorso per cassazione. La Corte trasmette gli atti all’ufficio competente per la trattazione del ricorso, senza dichiarare l’inammissibilità dell’impugnazione.

Perché la Corte di Appello ha sbagliato nel dichiarare l’appello tardivo?
La Corte di Appello ha erroneamente applicato solo il termine ordinario di quindici giorni, senza considerare l’aumento di ulteriori quindici giorni previsto specificamente dalla legge per l’imputato che è stato giudicato in assenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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