Inammissibilità del Ricorso: Quando i Termini Impugnazione Diventano Invalicabili
Nel processo penale, il rispetto delle scadenze procedurali non è una mera formalità, ma un pilastro fondamentale che garantisce la certezza del diritto e il corretto svolgimento della giustizia. I termini impugnazione rappresentano una delle manifestazioni più importanti di questo principio. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ribadisce con fermezza che il mancato rispetto di tali termini, anche per pochi giorni, conduce a una conseguenza drastica: l’inammissibilità del ricorso. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale trae origine da una sentenza della Corte di Appello che aveva parzialmente riformato una condanna di primo grado. L’imputato, assolto per il reato di sostituzione di persona ma con una pena rideterminata per il possesso di segni distintivi contraffatti, decideva di presentare ricorso per Cassazione avverso tale decisione.
Il Calcolo dei Termini Impugnazione: La Questione Decisiva
Il cuore della questione non risiede nel merito delle accuse, ma in un aspetto puramente procedurale: la tardività del ricorso. La sentenza della Corte di Appello era stata emessa con un termine di novanta giorni per il deposito delle motivazioni. Tuttavia, la Corte non aveva rispettato tale scadenza, depositando le motivazioni in ritardo.
Secondo il Codice di procedura penale, in caso di deposito tardivo, il termine per impugnare non decorre dalla data del deposito stesso, ma dalla data in cui l’avviso di avvenuto deposito viene notificato alle parti. Nel caso di specie, la notifica al ricorrente e al suo difensore era avvenuta il 26 marzo 2024. A partire da quella data, scattava il termine di quarantacinque giorni per proporre ricorso. A questo periodo si aggiungeva un’ulteriore sospensione di quindici giorni, come previsto dalla legge, portando la scadenza ultima al 25 maggio 2024. Il ricorso, tuttavia, veniva depositato solo il 29 maggio 2024, ovvero quattro giorni oltre il limite massimo consentito.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile senza neanche entrare nel merito della questione. La motivazione è netta e si fonda su un’applicazione rigorosa delle norme procedurali. I giudici hanno evidenziato che i termini impugnazione sono perentori, cioè non ammettono deroghe o proroghe se non nei casi espressamente previsti dalla legge.
Il ritardo nel deposito delle motivazioni da parte della Corte d’Appello fa scattare un meccanismo specifico per tutelare il diritto di difesa, spostando l’inizio del conteggio dei termini al momento della notifica. Tuttavia, una volta che tale termine inizia a decorrere, esso deve essere rispettato in modo tassativo. Il deposito del ricorso, avvenuto anche solo pochi giorni dopo la scadenza, lo rende irrimediabilmente tardivo e, di conseguenza, inammissibile. La Corte ha quindi condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un ricorso inammissibile.
Le Conclusioni
Questa pronuncia serve da monito sull’importanza cruciale della gestione delle scadenze processuali. Dimostra come un errore nel calcolo o un ritardo nel deposito di un atto possa precludere definitivamente la possibilità di far valere le proprie ragioni davanti a un giudice superiore. Per gli operatori del diritto, ciò sottolinea la necessità di una diligenza massima nel monitorare le notifiche e calcolare i termini. Per i cittadini, è la conferma che il percorso della giustizia è scandito da regole precise, la cui inosservanza può avere conseguenze definitive e onerose.
Cosa succede se il ricorso in Cassazione viene depositato dopo la scadenza del termine?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione e il provvedimento impugnato diventa definitivo. Il ricorrente viene inoltre condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
Da quando decorrono i termini per l’impugnazione se le motivazioni della sentenza vengono depositate in ritardo?
Secondo la legge, se il giudice deposita le motivazioni oltre il termine stabilito, il termine per impugnare non decorre dalla data del deposito, ma dal giorno in cui l’avviso di avvenuto deposito viene notificato alle parti (imputato e difensore).
Quali sono le conseguenze economiche della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Il ricorrente la cui impugnazione è dichiarata inammissibile viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in quattromila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 2923 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 2923 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 18/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a BARI il 10/12/1973
avverso la sentenza del 27/10/2023 della CORTE APPELLO di PERUGIA
bato avv1A alle para; ……,’
‘udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
A
NOME COGNOME ricorre avverso la sentenza della Corte di appello di Perugia in data 27 ottobre 2023, che, assolvendo l’imputato dall’addebito di sostituzione di persona e conseguentemente rideterminando il trattamento sanzionatorio, ha parzialmente riformato la pronunzia di primo grado, con la quale egli era stato ritenuto responsabile dei reati di sostituzione di persona e di possesso di segni distintivi contraffatti.
Tanto premesso, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile senza l’osservanza di formalità di procedura ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis, cod. proc. pen. in relazione agli artt. 585, comma 1, lett. b) e 544, comma 2, cod. proc. pen., dovendo rilevarsi la tardività dell’impugnazione proposta.
Infatti, la sentenza è stata emessa il 27 ottobre 2024, con un termine per il deposito della motivazione pari a novanta giorni. La sentenza non è stata tempestivamente depositata e il deposito tardivo è stato notificato al ricorrente e al suo difensore in data 26 marzo 2024. Pertanto, da tale data decorreva il termine di quarantacinque giorni per il deposito del ricorso; termine che, considerando altresì l’aumento di quindici giorni per l’assenza, previsto dell’art. 585, comma 1-bis, cod. proc. pen., era destinato a spirare il 25 maggio 2024. Nondimeno, il ricorso è stato depositato 29 maggio 2024 e, dunque, tardivamente.
Sulla base di quanto appena rilevato, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende.
PER QUESTI MOTIVI
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di euro quattromila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 18 dicembre 2024.