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Termini impugnazione: appello tardivo è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per tardività. Il caso riguarda il calcolo dei termini impugnazione a seguito del deposito tardivo delle motivazioni della sentenza d’appello. La Corte chiarisce che il termine per ricorrere decorre dalla notifica del deposito tardivo, rendendo l’impugnazione presentata oltre tale scadenza inaccoglibile.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Quando i Termini Impugnazione Diventano Invalicabili

Nel processo penale, il rispetto delle scadenze procedurali non è una mera formalità, ma un pilastro fondamentale che garantisce la certezza del diritto e il corretto svolgimento della giustizia. I termini impugnazione rappresentano una delle manifestazioni più importanti di questo principio. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ribadisce con fermezza che il mancato rispetto di tali termini, anche per pochi giorni, conduce a una conseguenza drastica: l’inammissibilità del ricorso. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da una sentenza della Corte di Appello che aveva parzialmente riformato una condanna di primo grado. L’imputato, assolto per il reato di sostituzione di persona ma con una pena rideterminata per il possesso di segni distintivi contraffatti, decideva di presentare ricorso per Cassazione avverso tale decisione.

Il Calcolo dei Termini Impugnazione: La Questione Decisiva

Il cuore della questione non risiede nel merito delle accuse, ma in un aspetto puramente procedurale: la tardività del ricorso. La sentenza della Corte di Appello era stata emessa con un termine di novanta giorni per il deposito delle motivazioni. Tuttavia, la Corte non aveva rispettato tale scadenza, depositando le motivazioni in ritardo.

Secondo il Codice di procedura penale, in caso di deposito tardivo, il termine per impugnare non decorre dalla data del deposito stesso, ma dalla data in cui l’avviso di avvenuto deposito viene notificato alle parti. Nel caso di specie, la notifica al ricorrente e al suo difensore era avvenuta il 26 marzo 2024. A partire da quella data, scattava il termine di quarantacinque giorni per proporre ricorso. A questo periodo si aggiungeva un’ulteriore sospensione di quindici giorni, come previsto dalla legge, portando la scadenza ultima al 25 maggio 2024. Il ricorso, tuttavia, veniva depositato solo il 29 maggio 2024, ovvero quattro giorni oltre il limite massimo consentito.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile senza neanche entrare nel merito della questione. La motivazione è netta e si fonda su un’applicazione rigorosa delle norme procedurali. I giudici hanno evidenziato che i termini impugnazione sono perentori, cioè non ammettono deroghe o proroghe se non nei casi espressamente previsti dalla legge.

Il ritardo nel deposito delle motivazioni da parte della Corte d’Appello fa scattare un meccanismo specifico per tutelare il diritto di difesa, spostando l’inizio del conteggio dei termini al momento della notifica. Tuttavia, una volta che tale termine inizia a decorrere, esso deve essere rispettato in modo tassativo. Il deposito del ricorso, avvenuto anche solo pochi giorni dopo la scadenza, lo rende irrimediabilmente tardivo e, di conseguenza, inammissibile. La Corte ha quindi condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un ricorso inammissibile.

Le Conclusioni

Questa pronuncia serve da monito sull’importanza cruciale della gestione delle scadenze processuali. Dimostra come un errore nel calcolo o un ritardo nel deposito di un atto possa precludere definitivamente la possibilità di far valere le proprie ragioni davanti a un giudice superiore. Per gli operatori del diritto, ciò sottolinea la necessità di una diligenza massima nel monitorare le notifiche e calcolare i termini. Per i cittadini, è la conferma che il percorso della giustizia è scandito da regole precise, la cui inosservanza può avere conseguenze definitive e onerose.

Cosa succede se il ricorso in Cassazione viene depositato dopo la scadenza del termine?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione e il provvedimento impugnato diventa definitivo. Il ricorrente viene inoltre condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Da quando decorrono i termini per l’impugnazione se le motivazioni della sentenza vengono depositate in ritardo?
Secondo la legge, se il giudice deposita le motivazioni oltre il termine stabilito, il termine per impugnare non decorre dalla data del deposito, ma dal giorno in cui l’avviso di avvenuto deposito viene notificato alle parti (imputato e difensore).

Quali sono le conseguenze economiche della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Il ricorrente la cui impugnazione è dichiarata inammissibile viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in quattromila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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