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Termini impugnazione appello: ricorso tardivo è K.O.

La Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per tardività, chiarendo i termini impugnazione appello nel rito cartolare. La Corte ha stabilito che il deposito telematico oltre la scadenza legale impedisce l’esame nel merito delle censure, anche quelle sulla prescrizione del reato.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termini Impugnazione Appello: Quando un Ritardo Costa Caro

Nel processo penale, il tempo è un fattore cruciale. Il rispetto dei termini per presentare un’impugnazione non è una mera formalità, ma un requisito di ammissibilità imprescindibile. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio con fermezza, chiarendo come si calcolano i termini impugnazione appello, specialmente nell’ambito del rito cartolare. La decisione sottolinea che un ricorso depositato anche un solo giorno dopo la scadenza è destinato all’inammissibilità, precludendo ogni possibilità di esame nel merito.

I Fatti del Processo

Il caso nasce da una condanna emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte di Appello di Genova. L’imputato era stato ritenuto colpevole di diversi reati, tra cui ricettazione, commercio di prodotti con marchi falsi e resistenza a pubblico ufficiale, commessi tra il 2014 e il 2015.

Contro la sentenza di secondo grado, la difesa dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, sollevando due questioni principali.

Le Censure Mosse alla Sentenza d’Appello

Il difensore lamentava, in primo luogo, una nullità assoluta del decreto di citazione a giudizio per il grado di appello. Sosteneva che l’atto fosse viziato perché non indicava la Sezione della Corte davanti alla quale si sarebbe tenuto il processo e specificava che l’udienza era fissata al solo fine di valutare l’eventuale prescrizione dei reati. Questa indicazione, secondo la difesa, sarebbe stata fuorviante, inducendola a non richiedere una trattazione orale.

In secondo luogo, si contestava la mancata declaratoria di prescrizione per alcuni dei reati, sostenendo che il termine massimo fosse già decorso alla data della pronuncia della sentenza d’appello.

La Decisione della Corte sui Termini Impugnazione Appello

Nonostante le argomentazioni della difesa, la Corte di Cassazione non è entrata nel merito delle questioni sollevate. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile in via preliminare per una ragione dirimente: la tardività.

La Corte ha svolto un’attenta analisi dei termini impugnazione appello nel contesto del cosiddetto “rito cartolare”, introdotto dalla legislazione emergenziale per far fronte alla pandemia. Questo rito prevede una trattazione basata esclusivamente su atti scritti, senza la celebrazione di un’udienza in presenza.

La questione centrale era stabilire da quando e per quanti giorni corresse il termine per ricorrere in Cassazione. La Corte ha chiarito che le regole generali previste dall’art. 585 del codice di procedura penale non vengono derogate dal rito cartolare.

Le motivazioni

La motivazione della sentenza è netta. La Corte di Appello aveva deliberato il 5 novembre 2024, indicando nel dispositivo un termine di 15 giorni per il deposito della motivazione. Il dispositivo è stato comunicato alle parti il 6 novembre. La sentenza, completa di motivazioni, è stata depositata l’11 novembre, quindi ben entro il termine, che sarebbe scaduto il 20 novembre.

Secondo le regole ordinarie, il termine per impugnare decorre dalla scadenza del termine fissato per il deposito della motivazione (o dal deposito stesso se anteriore). Di conseguenza, il termine per presentare ricorso in Cassazione scadeva il 20 dicembre 2024. Il ricorso, invece, è stato depositato telematicamente solo il 31 dicembre 2024, risultando irrimediabilmente tardivo.

La Corte ha anche escluso l’applicabilità dell’aumento di 15 giorni previsto per l’imputato giudicato in assenza (art. 585, comma 1-bis c.p.p.). Tale beneficio, spiegano i giudici, non si applica ai procedimenti camerali non partecipati come il rito cartolare, dove non vi è una formale dichiarazione di assenza secondo le procedure canoniche. L’inammissibilità originaria del ricorso per tardività ha quindi impedito alla Corte di esaminare i motivi, compresi quelli, potenzialmente fondati, sulla nullità procedurale e sulla prescrizione.

Le conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito per tutti gli operatori del diritto. La precisione nel calcolo e nel rispetto dei termini processuali è fondamentale. Un errore, anche minimo, può avere conseguenze fatali, come la dichiarazione di inammissibilità di un’impugnazione. La decisione conferma che le garanzie difensive, pur essendo centrali nel nostro ordinamento, devono essere esercitate entro i binari procedurali stabiliti dalla legge. La tardività del ricorso vanifica qualsiasi sforzo difensivo e cristallizza la decisione impugnata, rendendola definitiva.

Cosa succede se un ricorso in materia penale viene depositato oltre il termine di legge?
Secondo la sentenza, un ricorso depositato oltre il termine legale viene dichiarato inammissibile. Questa declaratoria impedisce alla Corte di esaminare i motivi del ricorso, anche se questi appaiono fondati, e la sentenza impugnata diventa definitiva.

Le regole sui termini di impugnazione cambiano con il rito cartolare?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il rito cartolare non modifica le regole generali sui termini per l’impugnazione stabilite dall’art. 585 del codice di procedura penale. Il termine decorre dalla scadenza di quello concesso al giudice per depositare la motivazione, o dal giorno del deposito se anteriore.

L’imputato ha diritto a un termine aggiuntivo per impugnare se il processo d’appello si svolge senza la sua partecipazione?
Non sempre. La sentenza specifica che l’estensione di 15 giorni prevista per l’imputato “giudicato in assenza” non si applica quando il processo d’appello si celebra con un rito camerale non partecipato, come il rito cartolare, poiché in tale contesto non avviene una formale dichiarazione di assenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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