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Termini convalida DASPO: Cassazione annulla per ritardo

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di convalida di un DASPO con obbligo di presentazione, emessa dal GIP di Treviso. La decisione si fonda sul mancato rispetto dei termini perentori di 96 ore previsti dalla legge. Secondo la Corte, il superamento del termine, anche di soli dieci minuti, determina l’inefficacia della misura restrittiva, poiché i termini in materia di libertà personale sono di rigorosa applicazione.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termini Convalida DASPO: La Cassazione Annulla per un Ritardo di Pochi Minuti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 22035/2024) ha riaffermato un principio fondamentale nella procedura penale: i termini per la convalida del DASPO sono perentori e il loro mancato rispetto, anche per pochi minuti, comporta l’inefficacia della misura. Questa decisione sottolinea l’importanza del rigore procedurale quando sono in gioco le libertà personali.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un provvedimento emesso dal Questore di Treviso in data 2 novembre 2023, con cui veniva disposto un DASPO con obbligo di presentazione a carico di un tifoso, in seguito a fatti accaduti prima di una partita di calcio. L’interessato riceveva la notifica del provvedimento il 4 novembre alle ore 10:50. Successivamente, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Treviso convalidava la misura con un’ordinanza emessa l’8 novembre, all’esito di un’udienza tenutasi nella stessa mattinata. Tuttavia, il deposito dell’atto di convalida avveniva alle ore 11:00, superando così il limite temporale massimo previsto dalla legge.

Il Ricorso in Cassazione e il Superamento dei Termini Convalida DASPO

Il destinatario del provvedimento ha impugnato l’ordinanza del GIP davanti alla Corte di Cassazione, lamentando principalmente la violazione dei termini procedurali. La legge stabilisce un meccanismo a due fasi: entro 48 ore dalla notifica del provvedimento, il Pubblico Ministero deve chiederne la convalida al GIP, il quale ha le successive 48 ore per decidere. Il ricorrente ha sostenuto che questo termine complessivo di 96 ore non era stato rispettato, rendendo illegittima la convalida.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno verificato che, effettivamente, il deposito del provvedimento di convalida era avvenuto alle ore 11:00 dell’8 novembre, quindi oltre la scadenza delle 10:50, termine ultimo calcolato a partire dalla notifica al soggetto. Si è trattato di uno ‘sforamento’ di soli dieci minuti, ma sufficiente a viziare l’intera procedura.
La Corte ha ribadito con forza che i termini stabiliti per le misure restrittive della libertà personale, essendo materia coperta da tutela costituzionale, sono di ‘rigorosa applicazione’. Non sono ammesse interpretazioni ‘elastiche’ o tolleranze da parte del giudice. La norma che prevede l’inefficacia della convalida in caso di ritardo (art. 6, comma 3, della legge 401/1989) rientra pienamente in questo spettro applicativo.
Di conseguenza, la Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e ha dichiarato l’inefficacia dell’ordine del Questore, limitatamente all’obbligo di presentazione.

Conclusioni

Questa sentenza è un monito fondamentale sull’importanza del rispetto scrupoloso delle garanzie procedurali. Anche un ritardo minimo nel rispetto dei termini per la convalida del DASPO può vanificare l’azione delle autorità e ripristinare la libertà del soggetto. Per le forze dell’ordine e per l’autorità giudiziaria, emerge la necessità di una gestione impeccabile delle tempistiche. Per i cittadini, si conferma che le norme a tutela della libertà personale offrono una protezione concreta e non meramente formale, che può essere fatta valere efficacemente in sede giudiziaria.

Cosa succede se un giudice convalida un DASPO con obbligo di firma oltre il termine di 96 ore?
La convalida perde la sua efficacia. Di conseguenza, l’obbligo di presentarsi presso gli uffici di polizia in occasione degli incontri sportivi cessa di esistere, come stabilito dalla Corte di Cassazione in questo caso.

La legge ammette una qualche forma di tolleranza se il ritardo nella convalida è di pochi minuti?
No. La Corte ha chiarito che i termini relativi a misure che limitano la libertà personale sono di ‘rigorosa applicazione’ e non consentono ‘valutazioni elastiche’. Anche un ritardo minimo, come i dieci minuti del caso di specie, è sufficiente per determinare l’inefficacia della misura.

Qual è la norma di riferimento per i termini di convalida del DASPO?
La norma principale è l’articolo 6, comma 3, della Legge n. 401 del 1989, che impone al pubblico ministero di chiedere la convalida entro 48 ore dalla notifica e al giudice di disporla nelle successive 48 ore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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