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Termine trasmissione atti riesame: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13095/2025, ha annullato l’ordinanza del Tribunale del riesame che aveva dichiarato inefficace un sequestro preventivo. Il Tribunale aveva erroneamente applicato il termine perentorio di cinque giorni, previsto per le misure cautelari personali, alla trasmissione degli atti. La Cassazione ha ribadito che, in tema di sequestro, il termine trasmissione atti riesame ha natura meramente ordinatoria e la sua inosservanza non comporta la perdita di efficacia della misura, confermando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine trasmissione atti riesame: la Cassazione ribadisce i principi delle Sezioni Unite

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, è tornata a pronunciarsi su una questione cruciale della procedura penale: il termine trasmissione atti riesame nei procedimenti relativi a misure cautelari reali, come il sequestro preventivo. La decisione riafferma con forza un principio già consolidato dalle Sezioni Unite, chiarendo la differenza fondamentale tra le tempistiche previste per le misure personali (es. arresti) e quelle reali (es. sequestri).

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un’ordinanza del Tribunale del riesame di Potenza, che aveva dichiarato l’inefficacia di un decreto di sequestro preventivo emesso nei confronti di un soggetto indagato per reati contro la pubblica amministrazione, falso e accesso abusivo a sistema informatico.

La decisione del Tribunale si basava su un’interpretazione della normativa procedurale: la richiesta di riesame era stata presentata il 28 giugno 2024 e, nella stessa data, la cancelleria aveva notificato all’autorità procedente la richiesta di inviare gli atti. Tuttavia, i documenti erano stati trasmessi solo il 4 luglio 2024, ovvero oltre il termine di cinque giorni. Il Tribunale, ponendosi in consapevole contrasto con le sentenze delle Sezioni Unite, aveva ritenuto che il termine perentorio di cinque giorni, previsto dall’art. 309, comma 5, cod. proc. pen. per le misure personali, dovesse applicarsi anche ai sequestri. Di conseguenza, la trasmissione tardiva aveva determinato la perdita di efficacia della misura.

La questione sul termine trasmissione atti riesame

Il Procuratore della Repubblica ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che il Tribunale avesse commesso un errore nell’applicazione della legge. La questione giuridica centrale riguardava l’interpretazione dell’art. 324 cod. proc. pen., che disciplina il riesame delle misure cautelari reali.

In particolare, il dibattito si concentrava sul rinvio che l’articolo fa alle disposizioni dell’art. 309. Il Tribunale del riesame aveva interpretato questo rinvio in modo estensivo, applicando il termine perentorio di cinque giorni per la trasmissione degli atti. Al contrario, la Procura sosteneva che tale termine fosse applicabile solo alle misure cautelari personali e non a quelle reali, per le quali vige un diverso regime.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno ribadito con fermezza il principio di diritto enunciato dalle Sezioni Unite nelle celebri sentenze “Cavalli” (2013) e “Capasso” (2016). Secondo questo consolidato orientamento, nel procedimento di riesame avverso i provvedimenti di sequestro, non è applicabile il termine perentorio di cinque giorni per la trasmissione degli atti al tribunale.

La Corte ha spiegato che il rinvio contenuto nell’art. 324, comma 7, cod. proc. pen. all’art. 309, comma 10, deve essere inteso con riferimento alla sua formulazione originaria. Pertanto, la violazione del termine per la trasmissione degli atti non comporta la perdita di efficacia della misura cautelare reale. Il termine applicabile è quello indicato nell’art. 324, comma 8, cod. proc. pen., che ha una natura meramente ordinatoria. Ciò significa che la sua inosservanza non determina l’automatica inefficacia del sequestro. Il Tribunale, quindi, aveva errato nel non applicare questi principi.

Conclusioni

La sentenza in esame ha importanti implicazioni pratiche. Annullando la decisione del Tribunale, la Cassazione ha ripristinato la validità del sequestro e ha rinviato il caso per un nuovo giudizio, che dovrà attenersi ai principi enunciati. Questa pronuncia consolida la distinzione procedurale tra misure cautelari personali e reali, garantendo certezza del diritto. Per gli operatori legali e i cittadini, ciò significa che la tardiva trasmissione degli atti in un procedimento di riesame di un sequestro non è, di per sé, un motivo sufficiente per ottenere la revoca della misura. La valutazione del giudice del rinvio dovrà concentrarsi sul merito della richiesta, senza potersi basare sul mero vizio procedurale della tempistica di trasmissione.

Qual è il termine per la trasmissione degli atti al Tribunale del riesame in caso di sequestro preventivo?
La sentenza chiarisce che il termine per la trasmissione degli atti non è quello perentorio di cinque giorni. Il termine applicabile, previsto dall’art. 324, comma 8, cod. proc. pen., ha natura meramente ordinatoria.

Cosa succede se gli atti vengono trasmessi in ritardo nel riesame di un sequestro?
A differenza di quanto accade per le misure cautelari personali, la trasmissione tardiva degli atti non comporta la perdita di efficacia del sequestro preventivo. La misura cautelare reale rimane valida ed efficace.

Perché il termine di cinque giorni non si applica al sequestro?
Perché, secondo l’interpretazione consolidata delle Sezioni Unite della Cassazione, il rinvio normativo dall’art. 324 (riesame dei sequestri) all’art. 309 (riesame delle misure personali) non si estende al termine perentorio di cinque giorni previsto dal comma 5 di quest’ultimo articolo. Si applica invece un diverso regime con un termine non perentorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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