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Termine scadenza misura cautelare: quando è superfluo?

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’indicazione del termine di scadenza in un’ordinanza di custodia cautelare è obbligatoria solo quando la misura è disposta esclusivamente per esigenze probatorie. Se, come nel caso analizzato, sussiste anche il pericolo di reiterazione del reato, l’omissione di tale termine non invalida il provvedimento. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine di scadenza misura cautelare: la Cassazione chiarisce quando è superfluo

Le norme procedurali che regolano l’applicazione delle misure cautelari rappresentano un pilastro fondamentale a garanzia dei diritti dell’individuo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 13355/2025, interviene su un aspetto cruciale: l’obbligatorietà del termine di scadenza misura cautelare nell’ordinanza che la dispone. La pronuncia chiarisce che tale requisito non è assoluto, ma dipende dalla specifica finalità della misura applicata.

I fatti del caso

Il caso trae origine da un’ordinanza del Tribunale del Riesame di Firenze, che aveva confermato la custodia cautelare in carcere per un individuo indagato per reati legati agli stupefacenti (art. 73 d.P.R. 309/90). La difesa dell’indagato ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando la nullità del provvedimento. Il motivo del ricorso si basava su un vizio formale: l’ordinanza non indicava la data di scadenza della misura, un requisito previsto dall’art. 292, comma 2, lett. d) del codice di procedura penale.

Il termine di scadenza misura cautelare e le esigenze cautelari

Il cuore della questione giuridica ruota attorno all’interpretazione dell’obbligo di indicare la data di scadenza della misura cautelare. La difesa sosteneva che tale omissione rendesse l’ordinanza nulla, in quanto la misura era stata disposta anche per esigenze di acquisizione probatoria, come previsto dall’art. 274, lett. a) c.p.p.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha rigettato questa tesi, dichiarando il ricorso inammissibile e aderendo a un orientamento giurisprudenziale consolidato. I giudici hanno chiarito che il requisito della data di scadenza è strettamente collegato a una sola delle possibili esigenze cautelari.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha affermato un principio di diritto molto chiaro: l’obbligo di indicare il termine di scadenza della misura cautelare è rilevante e necessario solo quando la misura è disposta esclusivamente per garantire l’acquisizione e la genuinità delle prove. In altre parole, quando l’unica ragione per cui si limita la libertà dell’indagato è quella di consentire lo svolgimento delle indagini senza interferenze.

Le motivazioni

Nel caso specifico, la misura cautelare non era fondata unicamente su esigenze probatorie. Il giudice aveva ravvisato anche la sussistenza di un’altra e distinta esigenza cautelare: il concreto pericolo di reiterazione del reato, disciplinato dall’art. 275, comma 3, c.p.p. La presenza di questo ulteriore presupposto rende l’indicazione di un termine di scadenza legato alle indagini del tutto superflua. Il pericolo che l’indagato commetta nuovi reati, infatti, non è legato a una scadenza temporale predeterminabile come la durata delle indagini, ma a una valutazione della sua pericolosità sociale.

Le conclusioni

La sentenza ribadisce che la validità di un’ordinanza cautelare deve essere valutata considerando la totalità delle esigenze che la giustificano. Quando, accanto a quelle probatorie, concorrono altre esigenze cautelari autonome, come il pericolo di fuga o di recidiva, l’omessa indicazione della data di scadenza non costituisce un vizio di nullità. Questa pronuncia offre un importante criterio interpretativo per gli operatori del diritto, sottolineando come la ratio delle norme procedurali debba essere sempre letta alla luce delle finalità sostanziali che intendono proteggere, bilanciando le garanzie individuali con le necessità di sicurezza collettiva.

È sempre obbligatorio indicare la data di scadenza in un’ordinanza di custodia cautelare?
No, secondo la giurisprudenza costante della Cassazione, non è sempre obbligatorio. L’obbligo sussiste solo in casi specifici.

In quali casi specifici è necessario indicare il termine di scadenza della misura cautelare?
È necessario indicare il termine di scadenza solo quando la misura coercitiva è disposta esclusivamente per garantire l’esigenza di acquisizione e genuinità della prova (art. 274, lett. a, cod. proc. pen.).

Cosa succede se la custodia cautelare è disposta anche per il pericolo di reiterazione del reato?
Se la misura è giustificata anche dal pericolo che l’indagato commetta altri reati, l’indicazione di una data di scadenza legata alle indagini diventa superflua e la sua omissione non rende l’ordinanza nulla.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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