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Termine riesame sequestro: quando decorre? Guida

La Corte di Cassazione chiarisce che il termine riesame sequestro di 10 giorni decorre dal primo momento di conoscenza della misura, anche se fattuale e antecedente alla sua completa esecuzione formale. Un ricorso presentato oltre tale momento, basandosi su una notifica successiva, è considerato tardivo e quindi inammissibile. La conoscenza può derivare anche da una notifica PEC ricevuta da una società amministrata dall’interessato.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Riesame Sequestro: la Conoscenza di Fatto Avvia il Countdown

Il termine riesame sequestro è un aspetto cruciale della procedura penale che può determinare la possibilità stessa di contestare una misura cautelare reale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il termine perentorio di dieci giorni per proporre la richiesta di riesame decorre non dalla formale e completa esecuzione del sequestro, ma dal momento, anche anteriore, in cui l’interessato ne ha avuto effettiva conoscenza. Approfondiamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: un Riesame Dichiarato Tardivo

Nel caso di specie, un imprenditore, imputato per bancarotta fraudolenta, subiva un sequestro conservativo sulle sue quote societarie per un valore di 2.400.000 euro. Il suo difensore presentava una richiesta di riesame avverso tale provvedimento, ma il Tribunale la dichiarava inammissibile per tardività.

Secondo la difesa, il termine di dieci giorni avrebbe dovuto decorrere dalla data di completa esecuzione del sequestro, individuata nell’iscrizione del vincolo nel registro delle imprese o, al più, dalla notifica a mani proprie all’imputato. L’accusa, invece, sosteneva che il termine fosse già scaduto, essendo partito da una data anteriore in cui l’imputato aveva avuto conoscenza del provvedimento. La questione è quindi giunta all’attenzione della Corte di Cassazione.

L’Analisi della Cassazione sul Termine Riesame Sequestro

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la decisione del Tribunale e fornendo un’interpretazione chiara dell’articolo 324 del codice di procedura penale. La norma stabilisce che la richiesta di riesame deve essere presentata entro dieci giorni “dalla data di esecuzione del provvedimento […] o dalla diversa data in cui l’interessato ha avuto conoscenza dell’avvenuto sequestro”.

La giurisprudenza di legittimità è costante nell’affermare che la “conoscenza dell’avvenuto sequestro” non è solo quella legale, derivante dai mezzi formali previsti dalla legge, ma anche quella di fatto. Ciò significa che qualsiasi strumento che porti concretamente l’interessato a conoscenza della misura è idoneo a far decorrere il termine per l’impugnazione.

Il Principio di Diritto: la Conoscenza di Fatto Prevale

Il punto focale della decisione è la distinzione che la norma opera tra “esecuzione” e “conoscenza dell’avvenuto sequestro”. La Corte sottolinea che questi sono due momenti alternativi e che il termine decorre da quello che si verifica per primo. Non è necessario attendere il completamento dell’iter esecutivo se l’interessato è già venuto a conoscenza del vincolo.

Nel caso specifico, era incontestato che una delle società coinvolte nel sequestro, di cui l’imputato era socio e amministratore, avesse ricevuto la notifica del provvedimento tramite PEC in data 18 ottobre. Questo, secondo la Corte, costituiva un momento di conoscenza effettiva per l’imputato stesso. A ulteriore prova di ciò, l’imputato aveva conferito procura speciale al proprio difensore per proporre riesame il 28 ottobre, ben prima della data di notifica a mani proprie del 30 ottobre, che la difesa indicava come dies a quo.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base della ratio della norma, che è quella di consentire una pronta reazione al provvedimento cautelare. Il legislatore ha inteso dare rilevanza al primo momento utile in cui l’interessato può esercitare il proprio diritto di difesa. La conoscenza fattuale, completa e idonea a permettere l’impugnazione, è sufficiente a far scattare il termine perentorio.

Attendere il completamento di tutte le formalità esecutive, come l’iscrizione nei pubblici registri, potrebbe dilatare ingiustificatamente i tempi e va contro lo spirito della legge. La notifica via PEC a una società amministrata dall’interessato è considerata un atto che produce un effetto conoscitivo pieno e non una mera presunzione superabile, salvo prova contraria che nel caso di specie non è stata fornita. Pertanto, il ricorso presentato il 31 ottobre era irrimediabilmente tardivo.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un monito fondamentale per gli operatori del diritto e i loro assistiti: la gestione dei termini processuali, specialmente in materia di misure cautelari, richiede la massima tempestività. Non bisogna attendere la notifica formale o il completamento di ogni adempimento esecutivo. Il termine riesame sequestro inizia a decorrere dal momento in cui si ha notizia certa del provvedimento, attraverso qualsiasi canale. Un messaggio PEC, una comunicazione informale ma attendibile, o qualsiasi altro evento che porti alla conoscenza effettiva del sequestro deve far scattare immediatamente l’azione difensiva, pena la decadenza dal diritto di impugnare.

Da quale momento esatto decorrono i 10 giorni per presentare la richiesta di riesame contro un sequestro?
Secondo la sentenza, il termine perentorio di 10 giorni decorre dal primo tra due momenti: la data di esecuzione del provvedimento oppure la data, anche anteriore, in cui l’interessato ha avuto conoscenza effettiva dell’avvenuto sequestro.

La conoscenza ‘di fatto’ del provvedimento di sequestro è sufficiente a far partire il termine, anche prima della notifica formale?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che la conoscenza di fatto dell’avvenuto sequestro è pienamente sufficiente a far decorrere il termine per l’impugnazione, non essendo richiesta la conoscenza legale formale del provvedimento completo di motivazione.

Una notifica PEC inviata a una società di cui l’imputato è amministratore vale come conoscenza per l’imputato stesso?
Sì, nel caso esaminato, la Corte ha ritenuto che la notifica del provvedimento di sequestro tramite PEC a una società di cui l’imputato era amministratore costituisse un atto idoneo a produrre un effetto conoscitivo pieno in capo all’imputato stesso, facendo così partire il termine per il riesame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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