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Termine riesame rinvio: la Cassazione chiarisce

Un individuo in custodia cautelare ha contestato la tardività della decisione del Tribunale del Riesame e l’incompatibilità dei giudici. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che il termine riesame rinvio di dieci giorni decorre dalla ricezione degli atti dal Pubblico Ministero, non dalla Cassazione. Ha inoltre confermato la consolidata giurisprudenza secondo cui non sussiste incompatibilità per i giudici del riesame in sede di rinvio.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine riesame rinvio: la Cassazione chiarisce quando decorre e l’incompatibilità dei giudici

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, offre importanti chiarimenti su due aspetti cruciali del procedimento cautelare: il calcolo del termine riesame rinvio e l’eventuale incompatibilità del collegio giudicante. La pronuncia ribadisce principi consolidati, fornendo una guida sicura per gli operatori del diritto e chiarendo i presupposti per la perdita di efficacia della misura cautelare.

La vicenda processuale

Il caso trae origine da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Napoli nei confronti di un soggetto, gravemente indiziato per reati legati al traffico di stupefacenti e alla detenzione di armi. Il Tribunale del Riesame confermava inizialmente la misura.

Successivamente, la Corte di Cassazione annullava parzialmente tale conferma, limitatamente ad alcuni capi di imputazione, per un vizio di motivazione, disponendo un nuovo giudizio (rinvio) davanti allo stesso Tribunale del Riesame. Quest’ultimo, giudicando in sede di rinvio, confermava nuovamente l’ordinanza del GIP. L’indagato proponeva quindi un nuovo ricorso per cassazione avverso quest’ultima decisione.

I motivi del ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputato ha basato il proprio ricorso su due motivi principali:

1. Violazione del termine perentorio: Si sosteneva che la decisione del Tribunale del Riesame fosse stata emessa oltre il termine perentorio di dieci giorni dalla ricezione degli atti, con conseguente perdita di efficacia della misura cautelare, come previsto dall’art. 309, comma 10, c.p.p.
2. Incompatibilità del collegio: Si deduceva l’incompatibilità dei giudici che avevano deciso in sede di rinvio, in quanto erano gli stessi (o parte di essi) che avevano emesso la prima ordinanza, poi annullata. Secondo la difesa, ciò violerebbe i principi di imparzialità del giudice.

Le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo entrambi i motivi manifestamente infondati. Vediamo nel dettaglio le argomentazioni della Suprema Corte.

Sul termine per la decisione del riesame a seguito di rinvio

La Corte ha affrontato la questione cruciale del dies a quo, ovvero del giorno da cui far decorrere il termine di dieci giorni per la decisione. Richiamando un’importante pronuncia delle Sezioni Unite (sent. Calella), ha stabilito che, anche nel giudizio di rinvio, la procedura segue le stesse regole del giudizio ordinario di riesame.

Ciò significa che il termine non decorre dalla ricezione degli atti trasmessi dalla Corte di Cassazione, bensì dalla ricezione degli atti richiesti e ottenuti dal Pubblico Ministero procedente. Nel caso di specie, il Tribunale aveva ricevuto gli atti dal PM il 20/02/2025. Il decimo giorno scadeva domenica 02/03/2025. Per la regola generale prevista dall’art. 172, comma 3, c.p.p., quando un termine scade in un giorno festivo, è prorogato di diritto al giorno successivo non festivo. Di conseguenza, il termine utile per la decisione era lunedì 03/03/2025, giorno in cui la decisione è stata effettivamente emessa. Pertanto, nessun ritardo e nessuna perdita di efficacia della misura.

Sull’insussistenza dell’incompatibilità del collegio

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La Cassazione ha ribadito il suo orientamento consolidato secondo cui, nell’ipotesi di annullamento con rinvio di un’ordinanza del Tribunale del Riesame, non sussiste alcuna incompatibilità per i magistrati che hanno adottato la decisione precedente a comporre il nuovo collegio.

La ragione risiede nella natura del procedimento de libertate: esso è un procedimento incidentale che non comporta un accertamento sul merito della responsabilità penale dell’indagato, ma si limita a una valutazione sulla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari. Di conseguenza, non si configura quella ‘forza della prevenzione’ che sta alla base delle norme sull’incompatibilità del giudice, pensate per evitare che chi ha già espresso un giudizio di merito sia chiamato a decidere nuovamente sulla stessa questione.

Conclusioni

La sentenza consolida due principi fondamentali in materia di riesame cautelare. In primo luogo, il termine riesame rinvio per la decisione è di dieci giorni e decorre dalla ricezione degli atti richiesti al PM, con applicazione della regola della proroga in caso di scadenza in giorno festivo. In secondo luogo, viene esclusa l’incompatibilità dei giudici del riesame a decidere in sede di rinvio, data la natura incidentale e non di merito del procedimento. Queste precisazioni contribuiscono a garantire certezza e uniformità nell’applicazione delle norme processuali a tutela sia delle esigenze di giustizia che dei diritti della difesa.

Da quando decorre il termine di dieci giorni per la decisione del Tribunale del Riesame dopo un annullamento con rinvio da parte della Cassazione?
Il termine decorre dal momento della ricezione degli atti da parte dell’autorità procedente (il Pubblico Ministero), a seguito di una nuova richiesta proveniente dalla cancelleria del Tribunale del Riesame, e non dalla ricezione degli atti trasmessi dalla Corte di Cassazione.

Cosa succede se il termine per la decisione del riesame scade in un giorno festivo?
In base alla giurisprudenza consolidata e all’applicazione dell’art. 172, comma 3, c.p.p., la scadenza in un giorno festivo comporta la proroga di diritto del termine al giorno successivo non festivo.

I giudici del Tribunale del Riesame che hanno emesso un’ordinanza poi annullata dalla Cassazione sono incompatibili a decidere nuovamente sul caso in sede di rinvio?
No. Secondo la giurisprudenza costante della Corte di Cassazione, non sussiste alcuna incompatibilità, poiché il procedimento incidentale ‘de libertate’ non comporta un accertamento sul merito della contestazione e quindi non pregiudica l’imparzialità del giudice per le fasi successive.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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