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Termine ricusazione giudice: quando decorre davvero?

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che dichiarava inammissibile un’istanza di ricusazione per tardività. La Corte ha stabilito che il termine ricusazione giudice decorre dal momento della conoscenza effettiva, personale e integrale della causa di ricusazione da parte dell’interessato, e non dalla data in cui l’atto pregiudicante è semplicemente divenuto conoscibile (es. deposito in cancelleria).

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Ricusazione Giudice: Decorre dalla Conoscenza Effettiva, non dalla Conoscibilità

L’imparzialità del giudice è un pilastro fondamentale di ogni giusto processo. Ma cosa accade quando un imputato ritiene che il giudice abbia già espresso un parere sui fatti del suo processo in un’altra sede? Esiste uno strumento, la ricusazione, ma va esercitato entro termini precisi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 19416/2025, fa luce su un aspetto cruciale: da quando inizia a decorrere il termine ricusazione giudice? La risposta è netta: dalla conoscenza effettiva e non dalla mera conoscibilità della causa di ricusazione.

Il Caso: Una Ricusazione Dichiarata Inammissibile

Un imputato, tramite il suo difensore, presentava un’istanza per ricusare l’intero collegio giudicante. Il motivo era grave: i giudici, in una precedente sentenza emessa in un processo a carico di altri soggetti, avevano espresso il proprio convincimento su fatti che erano oggetto anche del giudizio in corso a carico dell’istante. Si configurava, quindi, un’ipotesi di ‘pregiudizio’, ovvero una valutazione già compiuta che minava la loro imparzialità.

La Corte di Appello, tuttavia, dichiarava l’istanza inammissibile perché presentata in ritardo. Secondo i giudici di merito, il termine per la ricusazione era iniziato a decorrere dalla data di deposito della sentenza ‘pregiudicante’ (il 7 gennaio 2025), data in cui, a loro avviso, la causa di ricusazione era diventata ‘conoscibile’.

L’imputato ricorreva in Cassazione, sostenendo di aver avuto conoscenza effettiva di quella sentenza solo durante un’udienza successiva (il 30 gennaio 2025), quando il Pubblico Ministero l’aveva prodotta in atti, e di aver prontamente presentato l’istanza entro i termini di legge da quel momento.

Il Termine Ricusazione Giudice: Conoscenza Effettiva vs. Conoscibilità

Il cuore della questione giuridica risiede nella distinzione tra due concetti: ‘conoscibilità’ e ‘conoscenza effettiva’.

* Conoscibilità: È la semplice possibilità di apprendere un fatto. Nel caso di specie, la Corte d’Appello ha ritenuto che dal momento in cui la sentenza era stata depositata in cancelleria, l’imputato avrebbe potuto e dovuto conoscerla.
* Conoscenza effettiva: È la presa di coscienza reale, personale e integrale del fatto. Significa aver letto l’atto, compreso il suo contenuto e le sue implicazioni.

L’articolo 38, comma 2, del codice di procedura penale, stabilisce il termine per la proposizione della dichiarazione di ricusazione, ma la giurisprudenza ha da tempo chiarito come interpretare il momento in cui la causa diventa ‘nota’ alla parte.

La Decisione della Cassazione sul Termine Ricusazione Giudice

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata e restituendo gli atti alla Corte di Appello per la decisione nel merito dell’istanza di ricusazione.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha ribadito il suo consolidato orientamento: ai fini della decorrenza del termine ricusazione giudice, la causa di ricusazione si considera ‘nota’ solo quando è effettivamente conosciuta dalla parte. La mera ‘conoscibilità’ non è sufficiente.

I giudici hanno spiegato che equiparare i due concetti sarebbe un errore, soprattutto quando la causa di ricusazione emerge da un procedimento diverso, di cui la parte potrebbe non essere a conoscenza. Non si può pretendere che un imputato o il suo difensore monitorino costantemente tutti gli atti depositati in cancelleria in altri processi. L’onere della prova della tardività, inoltre, spetta a chi la contesta.

Nel caso specifico, è stato pacifico che la difesa ha appreso dell’esistenza e del contenuto della sentenza pregiudicante solo durante l’udienza del 30 gennaio 2025. Da quel momento, ha agito tempestivamente, chiedendo un rinvio per esaminare l’atto e proponendo l’istanza entro i tre giorni successivi, nel pieno rispetto dei termini di legge.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza un principio di garanzia fondamentale per l’imputato. Il diritto a un giudice terzo e imparziale non può essere vanificato da interpretazioni formalistiche dei termini processuali. Stabilire che il termine per la ricusazione decorre solo dalla ‘conoscenza personale, effettiva ed integrale’ della causa pregiudicante assicura che la parte abbia una concreta possibilità di esercitare i propri diritti di difesa. La decisione della Cassazione è un monito a non confondere la disponibilità pubblica di un atto con la sua effettiva conoscenza da parte di chi ne subisce gli effetti pregiudiziali.

Da quando decorre il termine per presentare un’istanza di ricusazione del giudice?
Il termine decorre dal momento in cui la parte interessata ha avuto una conoscenza effettiva, personale e integrale della causa di ricusazione, e non dal momento in cui essa era meramente conoscibile.

La semplice ‘conoscibilità’ della causa di ricusazione è sufficiente a far partire il termine?
No, secondo la sentenza non è sufficiente. La giurisprudenza consolidata ritiene necessaria una conoscenza effettiva, specialmente quando la causa di ricusazione emerge da eventi accaduti al di fuori del processo in cui si agisce.

Chi deve provare che l’istanza di ricusazione è stata presentata in ritardo?
L’onere della prova della tardività dell’istanza di ricusazione spetta a chi contesta la tempestività della dichiarazione, cioè alla parte che eccepisce l’inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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