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Termine ricusazione giudice: quando decorre?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso, stabilendo un principio chiaro sul termine ricusazione giudice. La Corte ha ribadito che il termine di tre giorni per presentare l’istanza decorre dal momento in cui la parte viene a conoscenza della causa di incompatibilità, e non dalla data in cui il giudice rigetta un eventuale invito ad astenersi. Pertanto, l’istanza presentata oltre tale termine iniziale è considerata tardiva.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Ricusazione Giudice: la Cassazione fissa il Dies a Quo

L’imparzialità del giudice è un pilastro fondamentale del giusto processo. Ma cosa succede quando una parte nutre dubbi sulla sua terzietà? La legge prevede l’istituto della ricusazione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 30789/2025, ha offerto un chiarimento cruciale sul termine ricusazione giudice, specificando con precisione il momento da cui inizia a decorrere.

La decisione sottolinea che la celerità del processo non può essere sacrificata da tattiche dilatorie e che la richiesta di imparzialità deve seguire regole procedurali rigorose. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi di diritto affermati dalla Suprema Corte.

I Fatti del Processo

La vicenda trae origine da un’ordinanza della Corte di Appello di Caltanissetta, che aveva dichiarato tardiva un’istanza di ricusazione presentata da un imputato. Durante un’udienza del 14 febbraio 2025, la difesa aveva invitato la giudice astenersi, ravvisando una potenziale causa di incompatibilità. La giudice si era riservata la decisione, per poi rigettare la richiesta in un’udienza successiva, il 7 marzo 2025.

Immediatamente dopo il rigetto, la difesa aveva preannunciato l’intenzione di formalizzare un’istanza di ricusazione, depositandola effettivamente il 10 marzo 2025. Secondo la Corte d’Appello, però, il termine per la ricusazione era già scaduto. Il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il conteggio, non era il 7 marzo (data del rigetto dell’astensione), ma il 14 febbraio, giorno in cui la difesa aveva dimostrato di essere a conoscenza della presunta causa di incompatibilità, invitando il giudice ad astenersi.

L’imputato ha quindi proposto ricorso per cassazione, sostenendo che il termine dovesse decorrere solo dal momento in cui il giudice aveva sciolto la riserva, negando l’astensione.

Il Termine Ricusazione Giudice e la Decisione della Cassazione

La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza, confermando in toto la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno ribadito un orientamento giurisprudenziale consolidato, cruciale per comprendere la corretta applicazione delle norme procedurali in materia.

Il punto centrale della sentenza è netto: il termine ricusazione giudice di tre giorni, previsto dall’art. 38 del codice di procedura penale, decorre inderogabilmente dal momento in cui la parte ha conoscenza della causa che giustificherebbe la ricusazione.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha spiegato che la procedura di astensione (su invito di parte) e quella di ricusazione sono autonome. L’invito astenersi è un atto non formalmente previsto dal codice, ma ammesso nella prassi per sollecitare una valutazione da parte del giudice stesso. Tuttavia, questo invito non ha l’effetto di sospendere o posticipare i termini perentori per la ricusazione.

Secondo la Cassazione, permettere che il termine per la ricusazione decorra dal rigetto dell’invito ad astenersi comporterebbe un’inammissibile “rimessione in termini”. Ciò consentirebbe alla parte di aggirare la scadenza perentoria stabilita dalla legge a presidio della celerità del processo. La logica del legislatore è quella di risolvere rapidamente ogni questione sull’imparzialità del giudice per non rallentare l’iter giudiziario.

La Corte ha anche distinto il caso in esame da quello affrontato dalle Sezioni Unite nella sentenza “Della Gatta” (n. 36847/2014), citata dalla difesa. Quel precedente si applica solo all’ipotesi in cui il giudice, invitato ad astenersi, si astiene effettivamente. Nel caso di specie, invece, la giudice ha rigettato l’istanza. Di conseguenza, il termine per la ricusazione era già iniziato a decorrere dal 14 febbraio, data in cui la difesa aveva manifestato di conoscere la causa di incompatibilità, e la successiva istanza del 10 marzo era irrimediabilmente tardiva.

Conclusioni

La sentenza in commento fornisce un’indicazione pratica di grande importanza per gli operatori del diritto. La scelta di invitare un giudice ad astenersi è una facoltà della parte, ma non rappresenta una via per “congelare” i termini procedurali. Il termine ricusazione giudice inizia a decorrere non appena la parte ha la concreta conoscenza del fatto che potrebbe minare l’imparzialità del giudicante. Attendere l’esito della richiesta di astensione prima di attivarsi con l’istanza di ricusazione è una strategia rischiosa che, come dimostra questo caso, porta alla declaratoria di inammissibilità dell’istanza per tardività. L’imparzialità è un diritto, ma va esercitato nel rigoroso rispetto delle scansioni temporali previste dal codice di rito.

Da quale momento decorre il termine per presentare un’istanza di ricusazione del giudice?
Il termine di tre giorni per la dichiarazione di ricusazione decorre dal momento in cui la parte viene a conoscenza della causa di incompatibilità del giudice, non da eventi successivi.

Invitare un giudice ad astenersi sposta il termine per la ricusazione?
No. Secondo la sentenza, l’invito a un giudice ad astenersi e la sua eventuale riserva nel decidere non sospendono né posticipano il termine perentorio per presentare l’istanza di ricusazione, che continua a decorrere dalla conoscenza della causa.

Cosa accade se il giudice rigetta l’invito ad astenersi? Si ottiene un nuovo termine per la ricusazione?
No, la decisione del giudice di rigettare l’invito ad astenersi non fa scattare un nuovo termine. La parte avrebbe già dovuto attivarsi entro tre giorni dalla sua conoscenza originaria della causa di ricusazione, indipendentemente dall’esito della richiesta di astensione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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