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Termine ricorso ingiusta detenzione: Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per riparazione per ingiusta detenzione perché presentato oltre il termine perentorio di 15 giorni. L’ordinanza sottolinea che il termine ricorso ingiusta detenzione decorre dalla notifica del provvedimento impugnato e la sua inosservanza comporta, oltre alla condanna alle spese, il pagamento di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il Termine per il Ricorso per Ingiusta Detenzione: Un Caso di Inammissibilità

Nel labirinto delle procedure legali, i termini sono fari che guidano le parti, ma anche scogli contro cui le pretese possono infrangersi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione illumina un aspetto cruciale: il termine ricorso ingiusta detenzione. Questo caso dimostra come il mancato rispetto di una scadenza procedurale possa precludere definitivamente la possibilità di ottenere giustizia, anche in una materia delicata come la riparazione per essere stati ingiustamente privati della libertà.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dalla richiesta di un cittadino di ottenere una riparazione economica per un periodo di ingiusta detenzione subito. La sua domanda, tuttavia, era stata rigettata dalla Corte d’Appello di Brescia. Non arrendendosi, l’interessato decideva di impugnare tale decisione presentando un ricorso per Cassazione, lamentando vizi di violazione di legge e di motivazione.

L’atto di appello veniva depositato il 25 luglio 2024, a fronte di un’ordinanza della Corte d’Appello che era stata notificata sia a lui che al suo difensore il 25 giugno 2024. Questa differenza di date, apparentemente di un solo mese, si rivelerà fatale per l’esito del giudizio.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Termine del Ricorso

La Suprema Corte, senza entrare nel merito della questione, ha dichiarato il ricorso inammissibile per tardività. La decisione si fonda su una regola procedurale netta e inderogabile del codice di procedura penale. La Corte ha stabilito che il termine per proporre impugnazione in questo tipo di procedimenti è di quindici giorni. Essendo stato il ricorso depositato ben oltre questa scadenza, non vi era altra scelta che dichiararne l’inammissibilità, con tutte le conseguenze del caso.

Le Motivazioni: Il Rigoroso Rispetto dei Termini Procedurali

La Corte ha basato la sua decisione su una chiara interpretazione delle norme procedurali. Il punto centrale è l’articolo 585 del codice di procedura penale, che fissa in quindici giorni il termine per impugnare i provvedimenti emessi a seguito di un procedimento in camera di consiglio, come quello per la riparazione per ingiusta detenzione.

Il procedimento per l’ingiusta detenzione, sebbene riguardi una controversia su un’obbligazione pecuniaria, è regolato dalle norme del rito penale, in particolare dall’articolo 646 c.p.p. Di conseguenza, si applicano i termini brevi previsti per le impugnazioni penali. Il termine, ha specificato la Corte, inizia a decorrere dal momento della notificazione del provvedimento. Nel caso specifico, la notifica era avvenuta il 25 giugno, mentre il deposito del ricorso il 25 luglio, un mese dopo e quindi ampiamente fuori tempo massimo.

A causa di questa tardività, il ricorso è stato dichiarato inammissibile. In applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale, e non ravvisando un’assenza di colpa da parte del ricorrente (richiamando una storica sentenza della Corte Costituzionale), la Cassazione ha condannato quest’ultimo non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una sanzione pecuniaria di quattromila euro in favore della cassa delle ammende.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: la perentorietà dei termini. Anche quando si discute di diritti fondamentali come la libertà personale e il suo ristoro, le regole procedurali non ammettono deroghe. La decisione serve da monito per avvocati e cittadini: la massima attenzione deve essere posta alle scadenze processuali. Il mancato rispetto del termine ricorso ingiusta detenzione non solo impedisce l’esame della richiesta nel merito, ma comporta anche significative conseguenze economiche. La giustizia, per essere raggiunta, richiede non solo ragioni valide, ma anche il rigoroso rispetto delle forme e dei tempi che la legge impone.

Qual è il termine per presentare ricorso in Cassazione contro un’ordinanza che nega la riparazione per ingiusta detenzione?
Il termine è di quindici giorni, come stabilito dall’art. 585 del codice di procedura penale, poiché il procedimento è regolato dalle norme del rito penale.

Da quando decorre il termine di quindici giorni per l’impugnazione?
Il termine decorre dalla data di notificazione o comunicazione dell’avviso di deposito del provvedimento alla parte e al suo difensore.

Cosa succede se il ricorso per ingiusta detenzione viene depositato dopo la scadenza del termine?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, a meno che non dimostri un’assenza di colpa nel ritardo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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