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Termine ricorso cassazione: calcolo e decorrenza

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso perché presentato tardivamente. Il caso chiarisce un punto cruciale sul termine ricorso cassazione: la decorrenza va calcolata dalla scadenza del termine per il deposito della motivazione della sentenza precedente, e non dalla data di notifica al difensore. Questa ordinanza ribadisce il rigore formale dei termini processuali.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Ricorso Cassazione: Guida al Calcolo per Evitare l’Inammissibilità

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce certezza e ordine. Un errore nel calcolo del termine ricorso cassazione può avere conseguenze definitive, come la perdita del diritto di impugnare una sentenza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per fare chiarezza su un aspetto fondamentale: da quale momento esatto inizia a decorrere il termine per presentare ricorso?

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un imputato, confermata in secondo grado dalla Corte di Appello per una violazione del D.Lgs. 159/2011. La sentenza d’appello veniva emessa il 21 ottobre 2022, con la Corte che si riservava 90 giorni per il deposito delle motivazioni. Le motivazioni venivano effettivamente depositate entro questo lasso di tempo, precisamente il 13 gennaio 2023.

L’imputato, tramite il suo difensore, presentava ricorso per cassazione basandosi su un presupposto errato: che il termine per l’impugnazione dovesse iniziare a decorrere dalla data in cui la sentenza era stata notificata al difensore stesso, ovvero il 23 novembre 2023. Il ricorso veniva quindi depositato ben oltre la scadenza calcolata dalla Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione e il calcolo del termine ricorso cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per tardività. La decisione si fonda su una precisa interpretazione dell’articolo 585 del Codice di Procedura Penale, che disciplina i termini per le impugnazioni.

Il punto centrale è il calcolo del dies a quo, ovvero il giorno da cui parte il conteggio. Contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, il termine per ricorrere non decorre dalla notifica al difensore, ma dalla scadenza del termine concesso al giudice per depositare la motivazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha chiarito in modo inequivocabile la regola stabilita dall’art. 585, comma 2, lett. c), del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, quando la legge prevede un termine per il deposito della motivazione (in questo caso, 90 giorni), il termine per proporre impugnazione (pari a 45 giorni in questa fattispecie) decorre dalla scadenza del termine per il deposito, a patto che il deposito stesso avvenga tempestivamente.

Nel caso specifico:
1. Sentenza emessa: 21/10/2022.
2. Termine per motivazione: 90 giorni.
3. Deposito motivazione: 13/01/2023 (entro i 90 giorni).
4. Scadenza del termine per la presentazione del ricorso: 05/03/2023 (calcolando 45 giorni dalla scadenza del termine di 90 giorni).

Il ricorso è stato presentato molto tempo dopo tale data, basandosi sulla notifica avvenuta a novembre 2023. La Corte ha specificato che la notifica al difensore diventa rilevante solo se il deposito della motivazione avviene oltre il termine fissato. Poiché il deposito era avvenuto nei tempi, la decorrenza andava calcolata secondo la regola generale, rendendo il ricorso irrimediabilmente tardivo.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale per ogni operatore del diritto: la massima attenzione nel calcolo dei termini processuali. Un’errata interpretazione della norma sulla decorrenza può precludere l’accesso a un grado di giudizio, con grave pregiudizio per l’assistito. La decisione sottolinea che la notifica della sentenza non è sempre il momento da cui far partire il conteggio dei termini per l’impugnazione. È essenziale verificare sempre se il giudice abbia depositato la motivazione entro i termini che si era riservato. In caso affermativo, è da quella scadenza che scatta il conto alla rovescia per l’impugnazione. La conseguenza della tardività non è solo l’inammissibilità del ricorso, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie.

Da quale momento inizia a decorrere il termine per il ricorso se le motivazioni della sentenza sono depositate in tempo?
Se la motivazione di una sentenza viene depositata entro il termine stabilito dal giudice (es. 90 giorni), il termine per presentare l’impugnazione (es. 45 giorni) inizia a decorrere dalla scadenza del termine per il deposito, e non dalla successiva notifica al difensore.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché tardivo. Il difensore ha erroneamente calcolato l’inizio del termine dalla data di notifica della sentenza, mentre avrebbe dovuto calcolarlo dalla scadenza del termine di 90 giorni concesso alla Corte d’Appello per depositare le motivazioni.

Quali sono le conseguenze di un ricorso presentato in ritardo?
La presentazione tardiva di un ricorso ne causa l’inammissibilità, impedendo alla Corte di esaminarlo nel merito. Inoltre, come stabilito nel caso in esame, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma a titolo di sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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