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Termine reclamo sorveglianza: l’errore procedurale

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di inammissibilità emessa dal Tribunale di Sorveglianza. Quest’ultimo aveva erroneamente calcolato il termine per il reclamo di un detenuto, ritenendolo tardivo. La Suprema Corte, esaminando gli atti, ha verificato che il termine reclamo sorveglianza di dieci giorni era stato rispettato, rinviando il caso per un nuovo esame nel merito.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine reclamo sorveglianza: quando un errore di calcolo porta all’annullamento

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento giuridico. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, annullando una decisione del Tribunale di Sorveglianza a causa di un banale ma decisivo errore di calcolo sul termine reclamo sorveglianza. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere il ruolo della Suprema Corte come garante della corretta applicazione delle norme procedurali e l’importanza di un controllo attento degli atti processuali.

I Fatti del Caso: Un Reclamo Dichiarato Inammissibile

La vicenda ha origine dalla richiesta di liberazione anticipata avanzata da un detenuto per un semestre di pena. Il Magistrato di Sorveglianza rigettava tale richiesta con un provvedimento notificato all’interessato in data 18/01/2025. Avverso questa decisione, il detenuto proponeva reclamo.

Il Tribunale di Sorveglianza, investito della questione, dichiarava il reclamo inammissibile. La motivazione era netta: il reclamo era stato depositato il 31/01/2025, ovvero oltre il termine di dieci giorni previsto dall’art. 69-bis dell’Ordinamento Penitenziario, decorso vanamente.

L’Errato Calcolo sul Termine Reclamo Sorveglianza

Il condannato, tramite il suo legale, decideva di ricorrere in Cassazione, denunciando un vizio procedurale, un cosiddetto “error in procedendo”. La difesa sosteneva che il Tribunale di Sorveglianza avesse commesso un errore materiale nella valutazione della data di proposizione del reclamo. Contrariamente a quanto affermato nell’ordinanza impugnata, l’atto non era stato depositato il 31 gennaio, ma inviato tramite posta elettronica certificata (PEC) già il 25 gennaio 2025.

Considerando la data di notifica del provvedimento (18 gennaio), il deposito del 25 gennaio collocava il reclamo al settimo giorno, quindi ampiamente entro il limite dei dieci giorni prescritti dalla legge.

Il Ruolo della Corte di Cassazione nell’Error in Procedendo

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, richiamando un suo consolidato orientamento. Quando viene denunciato un errore di procedura, la Corte non è vincolata dalla motivazione del giudice di merito. Al contrario, essa diventa “giudice del fatto processuale” e ha il potere e il dovere di accedere direttamente agli atti del fascicolo per verificare la fondatezza della doglianza.

Questo potere di controllo diretto è cruciale per garantire che i diritti processuali delle parti non vengano lesi da sviste o errori materiali commessi nei gradi inferiori di giudizio.

Le Motivazioni della Decisione

Esaminando gli atti processuali, la Suprema Corte ha potuto constatare la fondatezza dell’argomentazione difensiva. L’effettivo controllo ha dimostrato che il provvedimento di rigetto del Magistrato di sorveglianza era stato notificato il 18/01/2025, mentre il reclamo era stato inviato a mezzo PEC il 25/01/2025. Di conseguenza, il termine reclamo sorveglianza era stato pienamente rispettato.

L’errore del Tribunale di Sorveglianza ha quindi comportato una violazione delle norme procedurali e, di riflesso, un’omessa valutazione nel merito delle questioni sollevate dal reclamante. Per questi motivi, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di inammissibilità e ha disposto il rinvio degli atti al Tribunale di Sorveglianza di Catania per un nuovo esame che, questa volta, dovrà entrare nel merito delle doglianze.

Conclusioni: L’Importanza della Tempestività e del Controllo degli Atti

Questa sentenza sottolinea due aspetti cruciali. In primo luogo, l’importanza per le parti processuali di agire con la massima diligenza nel rispetto delle scadenze procedurali. In secondo luogo, evidenzia il ruolo fondamentale della Corte di Cassazione quale custode della legalità processuale, capace di porre rimedio a errori che potrebbero altrimenti pregiudicare irrimediabilmente il diritto di difesa. Il caso dimostra come un attento esame degli atti possa ribaltare una decisione basata su un presupposto fattuale errato, garantendo che ogni istanza venga giudicata nel merito, come previsto dalla legge.

Qual è il termine previsto per presentare reclamo contro un provvedimento del Magistrato di sorveglianza?
Secondo l’art. 69-bis comma 5 della legge n. 354/1975 (Ordinamento Penitenziario) citato nel provvedimento, il termine per proporre reclamo è di dieci giorni.

Cosa può fare la Corte di Cassazione se rileva un errore procedurale (error in procedendo)?
La Corte di Cassazione, quando viene denunciato un errore procedurale, può e deve accedere direttamente agli atti del processo per verificare la correttezza della decisione impugnata, indipendentemente dalla motivazione fornita dal giudice precedente. Se l’errore è confermato, può annullare la decisione.

Perché in questo caso specifico il reclamo è stato considerato tempestivo dalla Cassazione?
La Cassazione ha ritenuto il reclamo tempestivo perché, controllando gli atti, ha verificato che il provvedimento era stato notificato il 18/01/2025 e il reclamo era stato inviato via PEC il 25/01/2025. Erano quindi trascorsi solo sette giorni, rientrando nel termine di dieci giorni, a differenza di quanto erroneamente ritenuto dal Tribunale di Sorveglianza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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