LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Termine perentorio impugnazione: appello inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro una decisione di consegna basata su un mandato d’arresto europeo. La ragione è il mancato rispetto del termine perentorio di cinque giorni per l’impugnazione, previsto dalla legge. Il ricorso è stato depositato quattro giorni dopo la scadenza, rendendo la decisione della Corte d’Appello definitiva senza un esame nel merito delle questioni sollevate dalla difesa.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Perentorio Impugnazione: Quando il Ritardo Costa il Diritto di Appello

Nel mondo del diritto, il tempo è un fattore cruciale. Il rispetto delle scadenze processuali non è una mera formalità, ma un pilastro fondamentale che garantisce certezza e ordine. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo ribadisce con forza, evidenziando come il mancato rispetto del termine perentorio impugnazione possa precludere definitivamente la possibilità di far valere le proprie ragioni. Il caso in esame riguarda un ricorso contro una decisione di consegna basata su un Mandato di Arresto Europeo, dichiarato inammissibile proprio per essere stato presentato fuori tempo massimo.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da una richiesta di consegna avanzata dalle autorità giudiziarie romene nei confronti di un cittadino, tramite un Mandato di Arresto Europeo (M.A.E.). L’obiettivo era l’esecuzione di una condanna definitiva a tre anni di reclusione per reati di contrabbando di tabacco commessi nel 2015. La Corte di appello di Milano, dopo aver verificato la sussistenza delle condizioni, aveva accolto la richiesta e disposto la consegna del soggetto.

Contro questa decisione, il difensore dell’interessato ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione, sollevando diverse questioni di legittimità.

I Motivi del Ricorso

La difesa lamentava principalmente la violazione del diritto al contraddittorio e alla difesa. Sosteneva che il processo in Romania si fosse svolto ‘in contumacia’ (cioè in assenza dell’imputato) e che non vi fosse prova che l’interessato fosse stato regolarmente informato del procedimento a suo carico. Di conseguenza, secondo il ricorrente, la Corte di appello avrebbe dovuto rifiutare la consegna. Inoltre, venivano contestati vizi formali del M.A.E., come la mancata allegazione delle sentenze di condanna e di revoca della sospensione della pena.

La Decisione della Corte sul Termine Perentorio Impugnazione

La Corte di Cassazione, tuttavia, non è nemmeno entrata nel merito delle argomentazioni difensive. L’attenzione dei giudici si è concentrata su un aspetto puramente procedurale: la tempestività del ricorso.

La legge n. 69 del 2005, che disciplina la procedura del M.A.E., stabilisce all’articolo 22 un termine perentorio impugnazione molto stringente: il ricorso per cassazione deve essere proposto entro cinque giorni dalla conoscenza legale della sentenza. Nel caso specifico:

* La sentenza della Corte di appello di Milano è stata emessa e letta in udienza il 10 dicembre 2024.
* Il termine ultimo per presentare ricorso scadeva quindi il 15 dicembre 2024.
* Il ricorso è stato depositato dal difensore solo il 19 dicembre 2024, ben quattro giorni oltre la scadenza.

Questo ritardo ha reso il ricorso irricevibile, portando a una declaratoria di inammissibilità.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte è lapidaria e fondata su un principio cardine della procedura penale. I termini processuali, specialmente quando definiti ‘perentori’ dalla legge, sono invalicabili. Il loro scopo è garantire la certezza del diritto e la ragionevole durata dei procedimenti. Superare un termine perentorio comporta la decadenza dal diritto di compiere l’atto, in questo caso il diritto di impugnare la decisione. La Corte non ha la facoltà di ‘sanare’ tale ritardo, indipendentemente dalla fondatezza o meno dei motivi di ricorso. La questione procedurale ha assorbito e annullato qualsiasi altra discussione sul merito della vicenda.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito fondamentale sull’importanza della diligenza e del rigore nella pratica legale. Le implicazioni pratiche sono chiare: un errore procedurale, come il deposito tardivo di un atto, può avere conseguenze definitive e precludere al cliente ogni possibilità di difesa nel grado di giudizio successivo. La decisione conferma che, nel diritto, la forma è sostanza e il rispetto dei termini non è un’opzione, ma un obbligo ineludibile dal quale dipende l’esito stesso di un procedimento giudiziario. Per il ricorrente, l’inammissibilità si è tradotta non solo nella conferma della consegna alle autorità romene, ma anche nella condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Qual è il termine per presentare ricorso per cassazione contro una sentenza che decide su un mandato di arresto europeo?
Secondo l’art. 22 della legge n. 69 del 2005, il ricorso deve essere proposto entro il termine perentorio di cinque giorni dalla conoscenza legale della sentenza.

Cosa succede se il ricorso viene depositato dopo la scadenza del termine perentorio?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. La Corte non esamina nel merito i motivi dell’appello, e la decisione impugnata diventa quindi definitiva.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente in caso di inammissibilità dell’appello?
In caso di inammissibilità per colpa, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati