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Termine per impugnazione: ricorso tardivo inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso una condanna per appropriazione indebita, poiché presentato oltre il termine per impugnazione. La Corte chiarisce che l’estensione di 15 giorni, prevista per l’imputato giudicato in assenza, non si applica ai processi d’appello celebrati con rito cartolare senza che l’imputato abbia chiesto di partecipare.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine per Impugnazione: Quando un Ricorso Tardivo Diventa Inammissibile

Nel labirinto delle procedure legali, il rispetto delle scadenze è un principio cardine. La recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 5193/2024 offre un’importante lezione sull’inderogabilità del termine per impugnazione, chiarendo le circostanze in cui un ricorso presentato in ritardo viene dichiarato inammissibile, senza possibilità di essere esaminato nel merito. Questo caso, riguardante una condanna per appropriazione indebita, si concentra su un aspetto tecnico ma cruciale: l’impossibilità di estendere i termini per l’imputato quando il giudizio d’appello si è svolto con rito cartolare.

I Fatti del Caso: Breve Ricostruzione

Un imputato, condannato in primo grado dal Tribunale di Lucca per il reato di appropriazione indebita, vedeva confermata la sua responsabilità penale anche dalla Corte d’Appello di Firenze. La sentenza d’appello veniva pronunciata il 16 marzo 2023, con l’indicazione di un termine di 60 giorni per il deposito delle motivazioni. Di conseguenza, il termine ultimo per presentare ricorso in Cassazione scadeva il 30 giugno 2023. Tuttavia, la difesa depositava il ricorso solo l’11 luglio 2023, ben oltre la scadenza prevista.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità per Ricorso Tardivo

La Suprema Corte, investita della questione, non ha potuto fare altro che constatare la tardività del ricorso. Questa constatazione ha portato a una declaratoria di inammissibilità, un esito che impedisce ai giudici di entrare nel merito delle ragioni sollevate dall’imputato. La decisione si fonda su un’applicazione rigorosa delle norme procedurali che governano le scadenze processuali.

Il Termine per Impugnazione e le Sue Eccezioni

Il cuore della pronuncia risiede nell’analisi dell’articolo 585, comma 1-bis, del codice di procedura penale. Questa norma prevede un’estensione di 15 giorni del termine per impugnazione per l’imputato giudicato in assenza. La difesa, implicitamente, contava su questa estensione per giustificare il ritardo.

Perché l’Aumento di 15 Giorni non si Applica?

La Corte ha chiarito un punto fondamentale. Il giudizio di appello si era svolto con il cosiddetto ‘rito cartolare’, una modalità procedurale in cui la decisione viene presa sulla base degli atti scritti, senza la celebrazione di un’udienza in presenza. In questo contesto, l’imputato (seppur detenuto per altra causa) non aveva avanzato una tempestiva richiesta di partecipazione al processo.

Secondo la Cassazione, l’imputato non può essere considerato ‘giudicato in assenza’ in senso tecnico quando il rito non prevede un’udienza a cui ha diritto di partecipare. La condizione di ‘assente’ si applica solo quando l’imputato, pur avendone diritto, sceglie di non presenziare a un’udienza fissata. Poiché nel rito cartolare non era prevista un’udienza di questo tipo e non vi era stata una richiesta di partecipazione, l’estensione del termine non era applicabile.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si basano su un orientamento giurisprudenziale consolidato. La ratio è quella di garantire la certezza del diritto e la ragionevole durata del processo, evitando che le scadenze possano essere aggirate attraverso interpretazioni estensive non supportate dalla lettera della legge. La Corte ha sottolineato che il processo si è celebrato senza fissare un’udienza a cui l’imputato avesse diritto di partecipare, pertanto non può beneficiare dell’aumento dei termini previsto per i casi di assenza. La tardività del ricorso, attestata dalla cancelleria, è un vizio insanabile che ne determina l’inammissibilità.

Conclusioni: L’Importanza del Rispetto dei Termini Processuali

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: i termini processuali sono perentori e il loro mancato rispetto comporta conseguenze gravi, come l’inammissibilità dell’impugnazione. La decisione serve da monito per i professionisti del diritto sull’importanza di calcolare con precisione le scadenze e di non fare affidamento su estensioni o proroghe che non siano espressamente applicabili al caso di specie. La distinzione tra imputato ‘assente’ e imputato che non partecipa a un rito cartolare è cruciale e dimostra come la forma del procedimento influenzi direttamente i diritti e gli oneri processuali delle parti.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato tardivo?
Un ricorso è considerato tardivo quando viene depositato oltre la scadenza calcolata in base alla data di pronuncia della sentenza impugnata e al termine concesso per il deposito delle motivazioni, come in questo caso in cui il ricorso è stato proposto l’11 luglio 2023 a fronte di una scadenza fissata per il 30 giugno 2023.

L’estensione di 15 giorni del termine per impugnazione si applica se il processo d’appello si svolge con rito cartolare?
No. Secondo questa ordinanza, l’imputato non può beneficiare dell’estensione di 15 giorni prevista per chi è ‘giudicato in assenza’ se il processo di appello si è svolto con rito cartolare e l’imputato non ha presentato una tempestiva richiesta di partecipazione. In tale scenario, non si configura tecnicamente un giudizio in assenza.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina le questioni di merito sollevate. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come nel caso di specie, al versamento di una somma di denaro alla cassa delle ammende a causa della colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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