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Termine per impugnare: il ricorso tardivo è inammissibile

La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 7603/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso in quanto presentato oltre il termine per impugnare previsto dalla legge. Il deposito, avvenuto un solo giorno dopo la scadenza dei 45 giorni, ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, confermando la perentorietà dei termini processuali.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine per impugnare: il ricorso tardivo è inammissibile

Nel processo penale, il rispetto delle scadenze è un principio cardine che garantisce certezza e ordine. Il termine per impugnare una sentenza rappresenta uno di questi paletti invalicabili. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda in modo inequivocabile le conseguenze del deposito di un ricorso anche un solo giorno oltre la scadenza: l’inammissibilità e la condanna a sanzioni pecuniarie. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catania il 20 marzo 2023. I giudici di secondo grado avevano stabilito un termine di 60 giorni per il deposito delle motivazioni della loro decisione. Questo termine è scaduto il 19 maggio 2023.

Dal giorno successivo alla scadenza del termine per il deposito delle motivazioni, ha iniziato a decorrere il termine per impugnare la sentenza in Cassazione. Ai sensi dell’art. 585, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale, tale termine è di quarantacinque giorni.

Facendo un rapido calcolo, la scadenza ultima per presentare il ricorso era fissata per il 3 luglio 2023. Tuttavia, la difesa del ricorrente ha depositato l’atto di impugnazione il 4 luglio 2023, ovvero un giorno dopo il limite massimo consentito dalla legge.

La Decisione della Corte: il rispetto del termine per impugnare

La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi, non ha potuto fare altro che constatare la tardività del ricorso. I giudici hanno rilevato che l’impugnazione era stata proposta “senza l’osservanza del termine per impugnare stabilito dalla legge”.

Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria impedisce alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, bloccando di fatto ogni possibilità di revisione della sentenza di secondo grado. La decisione si fonda su un’applicazione rigorosa delle norme procedurali, che non ammettono deroghe o ritardi, neanche minimi.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione dell’ordinanza è netta e si basa sull’applicazione dell’art. 616 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, in caso di inammissibilità del ricorso, la parte privata che lo ha proposto deve essere condannata al pagamento delle spese del procedimento.

Inoltre, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende. Tale sanzione è giustificata dal fatto che non sono emersi elementi per ritenere che la tardività del ricorso fosse dovuta a una causa non imputabile al ricorrente (assenza di colpa), come chiarito da una precedente sentenza della Corte Costituzionale (n. 186/2000). Il mancato rispetto del termine per impugnare è, salvo prove contrarie, considerato una negligenza che merita una sanzione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: i termini processuali sono perentori e il loro mancato rispetto ha conseguenze gravi e irreversibili. Un errore di calcolo o una semplice disattenzione possono vanificare un intero percorso difensivo. Per gli avvocati e i loro assistiti, ciò si traduce nella necessità di un’attenzione meticolosa alla gestione delle scadenze. La decisione sottolinea che la giustizia non attende i ritardatari; anche un solo giorno può fare la differenza tra la possibilità di vedere esaminate le proprie ragioni e una declaratoria di inammissibilità con relative sanzioni economiche.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene depositato un giorno dopo la scadenza?
Secondo l’ordinanza, il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina le ragioni e i motivi del ricorso, ma si ferma alla verifica del rispetto del termine procedurale.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso inammissibile è condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso quantificata in 3.000 euro, da versare alla Cassa delle ammende.

Come si calcola il termine per impugnare una sentenza penale in questo caso?
Il termine di 45 giorni per l’impugnazione è iniziato a decorrere dalla scadenza del termine di 60 giorni che la Corte d’Appello si era data per depositare le motivazioni della sentenza, come previsto dall’art. 585, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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