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Termine per impugnare: appello tardivo è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una parte civile in un processo per diffamazione, poiché presentato oltre il termine per impugnare. La Corte ha ricostruito il calcolo dei 45 giorni a disposizione per l’appello, evidenziando che la scadenza, pur tenendo conto di un giorno festivo, era stata superata di quasi due settimane, rendendo l’impugnazione irricevibile a prescindere dal merito.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine per Impugnare: Le Conseguenze di un Ricorso Tardivo in Cassazione

Nel labirinto delle norme processuali, i termini sono le bussole che guidano le parti. Ignorarli o calcolarli erroneamente può avere conseguenze fatali per l’esito di una causa, a prescindere dalla fondatezza delle proprie ragioni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce l’importanza cruciale del termine per impugnare, chiarendo come un errore di pochi giorni possa determinare l’inammissibilità di un ricorso, chiudendo definitivamente le porte della giustizia. L’analisi di questo caso pratico offre una lezione fondamentale sulla perentorietà delle scadenze legali.

I Fatti del Caso: Dalla Diffamazione all’Appello

La vicenda processuale trae origine da una querela per diffamazione. In primo grado, l’imputata era stata condannata al risarcimento dei danni in favore della parte civile, ritenuta vittima delle offese. Tuttavia, la Corte di Appello ha ribaltato la decisione, assolvendo l’imputata.

Insoddisfatta della sentenza di secondo grado, la parte civile, ritenendo la motivazione della Corte d’Appello viziata, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione tramite il proprio difensore.

La Questione Procedurale e il Calcolo del Termine per Impugnare

Il cuore della decisione della Cassazione non riguarda il merito della diffamazione, ma un aspetto puramente procedurale: la tempestività del ricorso. La Corte ha meticolosamente ricostruito il calendario processuale per verificare il rispetto del termine per impugnare.

1. Delibera della Sentenza d’Appello: 16 maggio 2023. In questa data, la Corte d’Appello ha indicato un termine di 90 giorni per il deposito delle motivazioni.
2. Deposito delle Motivazioni: 14 agosto 2023, esattamente allo scadere del termine di 90 giorni.
3. Calcolo del Termine per il Ricorso: Dalla data di deposito delle motivazioni, la legge (art. 585 c.p.p.) prevede un termine di 45 giorni per proporre ricorso in Cassazione. Tuttavia, il calcolo deve tenere conto della sospensione feriale (dal 1° al 31 agosto), che ‘congela’ i termini per le parti. Pertanto, il conteggio dei 45 giorni è iniziato il 1° settembre 2023.
4. Individuazione della Scadenza: Partendo dal 1° settembre e contando 45 giorni, la scadenza cadeva il 15 ottobre 2023. Essendo il 15 ottobre un giorno festivo, il termine è stato automaticamente prorogato al giorno successivo non festivo, ovvero lunedì 16 ottobre 2023.
5. Data di Presentazione del Ricorso: Il ricorso della parte civile è stato invece depositato solo il 30 ottobre 2023.

Il confronto tra la data di scadenza (16 ottobre) e la data di deposito (30 ottobre) ha reso evidente e incontestabile la tardività dell’impugnazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, di fronte a questa palese violazione del termine per impugnare, non ha potuto fare altro che dichiarare l’inammissibilità del ricorso. I giudici hanno sottolineato che i termini processuali sono perentori e non ammettono deroghe. Il loro mancato rispetto costituisce un vizio insanabile che impedisce al collegio di esaminare le ragioni, anche se potenzialmente fondate, esposte nel merito del ricorso.

La decisione è stata presa senza formalità di procedura, come previsto dall’art. 610 comma 5-bis del codice di procedura penale per i casi di inammissibilità evidente. La conseguenza diretta per la ricorrente è stata non solo la fine del suo percorso giudiziario, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di quattromila euro da versare alla Cassa delle ammende.

Conclusioni: L’Importanza Inesorabile dei Termini Processuali

Questa ordinanza è un monito severo sull’importanza della diligenza e della precisione nella gestione dei termini processuali. Dimostra come un diritto, anche se legittimo nel merito, possa essere irrimediabilmente perso a causa di un errore procedurale. Per gli avvocati, la gestione delle scadenze è una responsabilità primaria; per i cittadini, è la prova che nel mondo del diritto la forma, a volte, è sostanza. Il rispetto del termine per impugnare non è una mera formalità, ma un presupposto fondamentale per accedere alla tutela giurisdizionale.

Qual è la conseguenza di un ricorso presentato oltre il termine per impugnare?
La conseguenza principale è la declaratoria di inammissibilità. Questo significa che il ricorso non viene esaminato nel merito e viene respinto per una violazione procedurale, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La sospensione feriale dei termini si applica anche al tempo che ha il giudice per depositare le motivazioni di una sentenza?
No. Come specificato nell’ordinanza, la sospensione feriale si applica ai termini processuali che incombono sulle parti (come il termine per impugnare), ma non ai termini previsti per la redazione e il deposito delle sentenze da parte del giudice.

Come si calcola il termine per impugnare se la scadenza cade in un giorno festivo?
Se il giorno di scadenza di un termine è festivo, la scadenza è prorogata di diritto al primo giorno successivo non festivo. Nel caso di specie, la scadenza del 15 ottobre (giorno festivo) è stata correttamente posticipata al 16 ottobre.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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