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Termine pene sostitutive e irrevocabilità sentenza

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante il termine per la richiesta di pene sostitutive. L’appellante sosteneva che il termine di 30 giorni dovesse decorrere dalla conoscenza effettiva della sentenza definitiva. La Corte ha stabilito che il termine per le pene sostitutive decorre dalla data di irrevocabilità della sentenza, che coincide con la pronuncia della decisione della Cassazione, e non dalla successiva pubblicazione delle motivazioni. La richiesta, presentata oltre tale scadenza, è stata quindi correttamente ritenuta inammissibile.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Pene Sostitutive: La Cassazione Chiarisce il Momento Decisivo

Nel complesso panorama della procedura penale, il rispetto dei termini è un principio cardine. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sul termine per le pene sostitutive, stabilendo con precisione il momento dal quale decorrono i 30 giorni per presentare l’istanza. Questa decisione sottolinea l’importanza della diligenza difensiva e della certezza del diritto, soprattutto alla luce delle novità introdotte dalla Riforma Cartabia.

Il Contesto del Ricorso: Una Richiesta Presentata Fuori Termine

Il caso trae origine da una condanna per tentata estorsione, confermata in appello. La sentenza è diventata definitiva a seguito della pronuncia della Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso dell’imputata in data 24 ottobre 2023. Successivamente, il 12 dicembre 2023, la condannata ha presentato un’istanza per ottenere l’applicazione di una pena sostitutiva, ai sensi dell’art. 95 del d.lgs. n. 150/2022.

Il Giudice per le indagini preliminari, in funzione di giudice dell’esecuzione, ha dichiarato l’istanza inammissibile per tardività. Secondo il giudice, la richiesta era stata depositata ben oltre il termine perentorio di trenta giorni, che la legge fa decorrere dall’irrevocabilità della sentenza. Contro questa decisione, la condannata ha proposto un nuovo ricorso per cassazione, sostenendo una diversa interpretazione della norma.

La Questione Giuridica sul Termine per le Pene Sostitutive

Il nodo cruciale della controversia risiedeva nell’individuazione del dies a quo, ovvero del giorno da cui far partire il conteggio dei trenta giorni. L’art. 95 del d.lgs. n. 150/2022 stabilisce che l’istanza va presentata “entro trenta giorni dalla irrevocabilità della sentenza”.

Secondo la tesi difensiva, tale termine non dovrebbe decorrere dalla data della pronuncia del dispositivo della Cassazione, ma dal momento in cui l’imputato ha conoscenza effettiva della decisione, ovvero dalla pubblicazione dell’ordinanza completa di motivazione. Questa interpretazione mirava a garantire un tempo di reazione più ampio, legato alla piena cognizione delle ragioni del rigetto.

Di contro, l’interpretazione letterale della norma, seguita dal giudice dell’esecuzione, ancora il termine a un momento processuale preciso e oggettivo: il passaggio in giudicato della sentenza.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, confermando la decisione del giudice dell’esecuzione. I giudici hanno ribadito che il testo dell’art. 95 è di una chiarezza cristallina e non si presta a interpretazioni alternative.

La norma ancora in modo inequivocabile la decorrenza del termine al momento in cui la sentenza diventa irrevocabile. Secondo l’art. 648, comma 2, del codice di procedura penale, in caso di ricorso per cassazione, l’irrevocabilità coincide con la pronuncia della sentenza o dell’ordinanza che rigetta o dichiara inammissibile il ricorso stesso. Nel caso specifico, questo momento è stato il 24 ottobre 2023.

La Corte ha smontato la tesi della “conoscenza effettiva”, spiegando che il sistema processuale tutela già adeguatamente il diritto di difesa. La data dell’udienza in Cassazione, sia essa pubblica o in camera di consiglio, viene comunicata preventivamente alle parti, mettendole in condizione di conoscere tempestivamente l’esito del ricorso. Attendere la pubblicazione della motivazione per far decorrere un termine perentorio introdurrebbe un elemento di incertezza incompatibile con le esigenze di stabilità delle decisioni giudiziarie.

Le Conclusioni

La sentenza riafferma un principio fondamentale: la decorrenza dei termini processuali deve essere ancorata a eventi certi e oggettivi. Il termine per le pene sostitutive inizia a decorrere dal giorno della lettura del dispositivo in Cassazione, non da un momento successivo e soggettivo come la conoscenza della motivazione. Questa pronuncia serve da monito per i difensori, che devono agire con la massima tempestività e diligenza, attivandosi immediatamente dopo la pronuncia della Cassazione per valutare la presentazione dell’istanza, senza attendere il deposito delle motivazioni. La certezza del diritto prevale, richiedendo un’attenta e immediata gestione delle scadenze processuali per non precludere al proprio assistito l’accesso a importanti benefici di legge.

Da quale momento decorre il termine di 30 giorni per richiedere le pene sostitutive dopo un ricorso in Cassazione?
Il termine decorre dal momento in cui la sentenza diventa irrevocabile, che coincide con la data della pronuncia dell’ordinanza o della sentenza della Corte di Cassazione che dichiara inammissibile o rigetta il ricorso.

La pubblicazione della motivazione della sentenza di Cassazione sposta l’inizio del termine?
No, la pubblicazione della motivazione non ha alcun effetto sull’inizio del termine. Il momento determinante è unicamente la pronuncia del dispositivo in udienza o in camera di consiglio.

Cosa succede se l’istanza per le pene sostitutive viene presentata oltre il termine di 30 giorni?
L’istanza viene dichiarata inammissibile per tardività, come avvenuto nel caso di specie, e il condannato perde la possibilità di accedere a tale beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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