LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Termine ingiusta detenzione e sospensione dei termini

Un cittadino chiede un indennizzo per ingiusta detenzione, ma la Corte d’Appello rigetta la domanda per tardività. La Cassazione interviene, annullando la decisione e chiarendo un punto fondamentale: il termine ingiusta detenzione di due anni è soggetto sia alla sospensione feriale estiva sia a quella straordinaria per l’emergenza Covid-19, rendendo la domanda tempestiva.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Ingiusta Detenzione: Come si Calcola con le Sospensioni?

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro del nostro sistema giuridico, ma il loro calcolo può talvolta nascondere insidie. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fatta chiarezza su come calcolare il termine ingiusta detenzione, ovvero il periodo di due anni per chiedere un indennizzo dopo un’assoluzione definitiva. La pronuncia sottolinea come questo termine sia influenzato sia dalla sospensione feriale estiva sia dalle sospensioni straordinarie, come quella introdotta per l’emergenza Covid-19.

I Fatti del Caso: Una Domanda di Riparazione Dichiarata Tardiva

Il caso riguarda un cittadino che, dopo essere stato assolto in via definitiva da gravi accuse, ha presentato una domanda per ottenere la riparazione per l’ingiusta detenzione subita. La sua sentenza di assoluzione era divenuta irrevocabile il 4 luglio 2018, facendo scattare il termine biennale per la richiesta di indennizzo, con scadenza teorica il 4 luglio 2020.

La Corte d’Appello, tuttavia, aveva dichiarato la domanda inammissibile, ritenendola tardiva perché depositata in forma cartacea il 6 luglio 2020. I giudici di merito non avevano tenuto conto né della sospensione dei termini per il periodo feriale (relativa agli anni 2018 e 2019), né della sospensione straordinaria legata alla pandemia del 2020.

Il Calcolo del Termine Ingiusta Detenzione e le Sospensioni

Il ricorrente ha impugnato la decisione della Corte d’Appello dinanzi alla Cassazione, sostenendo che il termine non fosse affatto scaduto. I motivi del ricorso si basavano su due argomenti principali:

1. Sospensione feriale: Il termine biennale, essendo di natura processuale, è soggetto alla sospensione feriale dei termini (dal 1° al 31 agosto di ogni anno). Pertanto, al calcolo dovevano essere aggiunti i giorni di sospensione maturati nel 2018 e nel 2019.
2. Sospensione per emergenza Covid-19: La normativa emergenziale aveva sospeso il decorso di tutti i termini procedurali dal 9 marzo 2020 all’11 maggio 2020. Questo periodo doveva essere escluso dal conteggio, posticipando ulteriormente la scadenza.

La Corte d’Appello aveva erroneamente ritenuto che la sospensione Covid non si applicasse, poiché il termine biennale non scadeva all’interno di quella specifica finestra temporale. Un’interpretazione che la Cassazione ha ritenuto errata.

Le Motivazioni della Cassazione: Un Errore di Diritto

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza impugnata e chiarendo in modo definitivo come si calcola il termine ingiusta detenzione. Gli Ermellini hanno stabilito che il provvedimento della Corte d’Appello era errato in diritto per non aver considerato ben due periodi di sospensione.

In primo luogo, la Corte ha ribadito un orientamento ormai consolidato: la sospensione feriale dei termini si applica anche al termine biennale per la domanda di riparazione per ingiusta detenzione. Si tratta, infatti, di un termine per introdurre un giudizio che rappresenta l’unico rimedio per far valere il diritto all’indennizzo, e come tale ha natura processuale.

In secondo luogo, e con ancora maggiore enfasi, la Cassazione ha censurato la mancata applicazione della sospensione legata alla pandemia. I giudici hanno spiegato che la normativa emergenziale sospendeva il decorso di tutti i termini procedurali, indipendentemente da quando fosse fissata la loro scadenza. Il conteggio dei giorni, quindi, si è bloccato il 9 marzo 2020 ed è ripreso solo dopo l’11 maggio 2020. Questo principio vale per tutti i termini che stavano correndo in quel periodo.

La Corte territoriale, quindi, ha commesso un duplice errore di calcolo, non considerando né i 62 giorni di sospensione feriale per il biennio 2018-2019, né i 64 giorni della sospensione per l’emergenza pandemica. Sommando questi periodi, la domanda del ricorrente risultava ampiamente tempestiva.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante vademecum per il calcolo corretto dei termini processuali. La Corte di Cassazione ha chiarito che le sospensioni dei termini, sia ordinarie (feriale) che straordinarie (Covid-19), hanno un effetto diretto sul decorso dei termini di decadenza, come quello per la richiesta di riparazione per ingiusta detenzione. Questa decisione non solo tutela il diritto del singolo cittadino a ottenere un giusto indennizzo, ma riafferma anche il principio fondamentale secondo cui le norme sulla sospensione dei termini devono essere interpretate in modo da garantire la massima effettività della tutela giurisdizionale.

Il termine di due anni per chiedere la riparazione per ingiusta detenzione è soggetto alla sospensione feriale dei termini?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la sospensione dei termini nel periodo feriale (1-31 agosto) si applica anche al termine biennale previsto per la proposizione della domanda di riparazione per ingiusta detenzione, in quanto ha natura processuale.

La sospensione dei termini per l’emergenza Covid-19 si applica anche se la scadenza del termine cade al di fuori del periodo di sospensione?
Sì. La normativa emergenziale ha sospeso il ‘decorso’ dei termini. Ciò significa che il conteggio dei giorni si è interrotto durante il periodo di sospensione (9 marzo – 11 maggio 2020) e ha ripreso a scorrere dalla fine di tale periodo, indipendentemente da quando fosse fissata la scadenza finale.

Cosa accade se una Corte d’Appello dichiara inammissibile una domanda per ingiusta detenzione calcolando erroneamente i termini?
La parte interessata può ricorrere in Cassazione. Come avvenuto in questo caso, se la Cassazione accerta l’errore di calcolo, annulla il provvedimento impugnato e rinvia gli atti alla Corte d’Appello affinché proceda con l’esame nel merito della domanda.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati