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Termine impugnazione sentenza: ricorso tardivo è K.O.

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Procuratore Generale avverso una sentenza di proscioglimento per prescrizione. La decisione non entra nel merito della questione (un presunto errore nel calcolo della prescrizione) ma si fonda su un vizio procedurale: il mancato rispetto del termine impugnazione sentenza di quindici giorni previsto per i provvedimenti emessi in camera di consiglio. L’appello, depositato oltre la scadenza, è stato respinto per tardività.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Impugnazione Sentenza: La Cassazione Sancisce l’Inammissibilità del Ricorso Tardivo

Nel processo penale, la forma è sostanza. Il rispetto delle scadenze procedurali è un pilastro fondamentale che garantisce la certezza del diritto e il corretto svolgimento della giustizia. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio, chiarendo le conseguenze del mancato rispetto del termine impugnazione sentenza. La vicenda, conclusasi con una declaratoria di inammissibilità, offre un’importante lezione sull’inderogabilità dei termini processuali.

Il Contesto: L’Appello del Procuratore Generale

Il caso ha origine da una sentenza del Tribunale di Bergamo, che aveva dichiarato il non doversi procedere nei confronti di un imputato per intervenuta prescrizione dei reati a lui contestati. Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Brescia, non condividendo la decisione, ha proposto ricorso per cassazione. Il motivo del ricorso era di natura sostanziale: secondo l’accusa, il Tribunale avrebbe commesso un errore nel calcolo della prescrizione, omettendo di considerare l’aggravante della recidiva reiterata, specifica ed infraquinquennale, che avrebbe allungato i tempi necessari per l’estinzione dei reati.

La Questione Procedurale: Il Calcolo del Termine Impugnazione Sentenza

Nonostante le argomentazioni di merito sollevate dal Procuratore, l’attenzione della Corte di Cassazione si è concentrata esclusivamente su un aspetto preliminare e dirimente: la tempestività del ricorso. Il provvedimento impugnato era stato emesso ai sensi dell’art. 469 del codice di procedura penale, ovvero in seguito a un procedimento in camera di consiglio. In questi casi, la legge stabilisce regole precise per l’impugnazione.

Il Termine Perentorio di Quindici Giorni

L’articolo 585, comma 1, lettera a), del codice di procedura penale stabilisce che per i provvedimenti emessi in camera di consiglio, il termine per proporre impugnazione è di quindici giorni. Questo termine è perentorio, il che significa che la sua violazione comporta la decadenza dal diritto di impugnare.

La Decorrenza del Termine

Altro punto cruciale è il momento dal quale inizia a decorrere tale termine. La giurisprudenza consolidata, citata anche nella sentenza, chiarisce che il termine decorre, per ciascuna parte, dalla data di comunicazione del provvedimento, a meno che non siano previste altre forme di pubblicazione. Nel caso di specie, la sentenza del Tribunale era stata comunicata alla Procura Generale ricorrente in data 20 aprile 2024.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha svolto un semplice calcolo matematico. Il ricorso è stato depositato presso la cancelleria del Tribunale in data 17 maggio 2024. Facendo decorrere il termine di quindici giorni dal 20 aprile 2024, è risultato evidente che il deposito era avvenuto ben oltre la scadenza prevista. La conseguenza di questa tardività, come imposto dalla legge, è stata la declaratoria di inammissibilità del ricorso. Gli Ermellini, pertanto, non sono nemmeno entrati nel merito della questione sollevata dal Procuratore Generale riguardo all’erroneo calcolo della prescrizione. L’ostacolo procedurale ha precluso ogni possibile discussione sul fondo della vicenda.

Le Conclusioni

La sentenza in commento è un monito sull’importanza cruciale del rispetto dei termini processuali. Dimostra come un vizio formale, quale la tardività del ricorso, possa vanificare anche le argomentazioni di merito più fondate. Per gli operatori del diritto, questa decisione rafforza la necessità di una gestione meticolosa delle scadenze, poiché il mancato rispetto del termine impugnazione sentenza chiude definitivamente le porte a un ulteriore esame della causa, cristallizzando la decisione precedente, a prescindere da eventuali errori in essa contenuti.

Qual è il termine per impugnare una sentenza emessa in esito a un procedimento in camera di consiglio?
Il termine previsto dalla legge per impugnare questo tipo di provvedimenti è di quindici giorni.

Da quale momento inizia a decorrere il termine per l’impugnazione?
Il termine di quindici giorni inizia a decorrere dalla data in cui il provvedimento viene comunicato alla parte interessata, come la Procura o il difensore.

Cosa succede se un ricorso viene depositato oltre la scadenza del termine previsto?
Se il ricorso viene depositato dopo la scadenza del termine perentorio, viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che il giudice non esaminerà il merito delle questioni sollevate e la decisione impugnata diventerà definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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