Termine Impugnazione Rispettato: la Chiave per non Vedersi Negare Giustizia
Nel processo penale, la precisione e il rispetto delle scadenze sono fondamentali. L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come il mancato rispetto del termine impugnazione possa avere conseguenze drastiche, portando alla dichiarazione di inammissibilità di un ricorso e a sanzioni economiche. Questo caso sottolinea l’importanza di una gestione attenta delle tempistiche processuali per garantire la tutela dei propri diritti.
I Fatti del Caso: un Ricorso Presentato Fuori Tempo Massimo
La vicenda ha origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Perugia in data 19 gennaio 2022. Il giudice, in quella sede, aveva stabilito un termine di novanta giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza. Un imputato, ritenendosi leso da tale decisione, decideva di presentare ricorso per cassazione.
Tuttavia, l’atto di impugnazione veniva trasmesso tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) solamente il 31 marzo 2023, ben oltre la scadenza prevista dalla legge. Questo ritardo è stato il punto centrale su cui si è concentrata la valutazione della Suprema Corte.
Il Calcolo del Termine Impugnazione Corretto
Per comprendere la decisione, è essenziale capire come si calcola il termine impugnazione. Secondo il combinato disposto degli articoli 585 e 544 del codice di procedura penale, quando il giudice si riserva un termine per depositare le motivazioni (in questo caso 90 giorni), il termine per impugnare decorre dalla scadenza di quel periodo. Nel caso specifico:
* Data della sentenza: 19 gennaio 2022
* Termine per motivazioni: 90 giorni
* Scadenza per l’impugnazione: 3 giugno 2022
* Data di presentazione del ricorso: 31 marzo 2023
Il ricorso è stato quindi presentato quasi dieci mesi dopo la scadenza ultima.
Le Motivazioni della Cassazione: Inammissibilità per Tardività
La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, non ha potuto fare altro che constatare l’evidente tardività del ricorso. I giudici hanno richiamato l’articolo 591, comma 1, lettera c) del codice di procedura penale, che sancisce espressamente l’inammissibilità dell’impugnazione proposta al di fuori dei termini stabiliti dalla legge.
La Corte ha sottolineato che si tratta di una violazione procedurale non sanabile. Quando il termine impugnazione non viene rispettato, l’atto è considerato come mai proposto ai fini dell’esame di merito. La Suprema Corte ha inoltre applicato l’articolo 610, comma 5-bis, che consente di dichiarare l’inammissibilità con una procedura semplificata, senza formalità, proprio per i casi di palese violazione delle norme procedurali, come la tardività.
Le Conclusioni: le Conseguenze Pratiche di un Ricorso Tardivo
La decisione della Corte di Cassazione ha avuto conseguenze concrete e pesanti per il ricorrente. L’ordinanza ha stabilito:
1. Dichiarazione di Inammissibilità: Il ricorso è stato respinto senza alcuna valutazione delle ragioni di merito. La sentenza della Corte d’Appello è quindi diventata definitiva.
2. Condanna alle Spese Processuali: Come prassi in caso di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento di tutte le spese relative al procedimento in Cassazione.
3. Sanzione Pecuniaria: A causa della “colpa connessa all’irritualità dell’impugnazione”, è stata inflitta una sanzione di tremila euro da versare alla Cassa delle ammende. Questa sanzione ha lo scopo di disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o irregolari, che appesantiscono inutilmente il sistema giudiziario.
Questo caso serve da monito sull’importanza cruciale del rispetto dei termini processuali. Un errore di calcolo o una negligenza possono precludere definitivamente la possibilità di far valere le proprie ragioni in giudizio, con ulteriori conseguenze economiche.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene presentato oltre il termine previsto dalla legge?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non entra nel merito della questione, ma si limita a constatare la violazione della norma procedurale, respingendo l’atto.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso tardivo?
La persona che presenta un ricorso inammissibile per tardività viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver avviato un procedimento irregolare. In questo caso, la somma è stata fissata in 3.000 euro.
Da quando inizia a decorrere il termine per l’impugnazione se il giudice si riserva un periodo per scrivere le motivazioni?
Il termine per impugnare non decorre dalla data di lettura della sentenza in udienza, ma dalla scadenza del termine che il giudice si è concesso per il deposito delle motivazioni (in questo caso, 90 giorni).
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 5275 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 5275 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 19/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
AVITABILE NOME nato a PAGANI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 19/01/2022 della CORTE APPELLO di PERUGIA
l dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Considerato che NOME COGNOME ricorre personalmente per cassazione avverso il provvedimento in preambolo;
ritenuto che si tratta di impugnazione proposta senza l’osservanza del termine stabilito dagli artt. 591, comma 1 let. c) e 585 cod. proc. pen.;
rilevato, infatti, che la sentenza della Corte territoriale oggetto di ricorso è stata emessa il 19 gennaio 2022 ed il giudice aveva indicato il termine di novanta giorni per la redazione della motivazione, sicché (‘impugnazione avrebbe dovuto – ai sensi del combinato disposto di cui agli artt. 585, comma 1 Jet. c) e 544, comma 3, cod. proc. pen. – essere proposto entro il 3 giugno 2022, laddove il ricorso per cassazione è stato trasmesso via pec in data 31 marzo 2023;
ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, inammissibilità che può essere dichiarata senza formalità di procedura, a norma dell’art. 610, comma 5-bis, cod. proc. pen., con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e – per i profili di colpa connessi all’irritualità dell’impugnazione (Corte cost. n. 186 del 2000) – di una somma in favore della Cassa delle ammende che si stima equo determinare in euro tremila;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 19 dicembre 2023
Il Consigliere estensore
Il PreSid nte