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Termine impugnazione penale: quando il ricorso è tardivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero avverso una sentenza di assoluzione per un reato ambientale. La decisione non è entrata nel merito della causa, ma si è basata su un vizio procedurale: il ricorso è stato depositato un giorno oltre il termine perentorio di 45 giorni. La sentenza illustra nel dettaglio il calcolo del termine impugnazione penale, chiarendo che la scadenza di sabato non comporta una proroga al giorno lavorativo successivo, a differenza di quanto avviene in altri procedimenti.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Impugnazione Penale: Ricorso Tardivo di un Giorno, la Cassazione Dichiara l’Inammissibilità

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce certezza e ordine. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce con forza questo concetto, evidenziando come anche un solo giorno di ritardo nel deposito di un’impugnazione possa essere fatale. La decisione in esame si concentra proprio sul calcolo del termine impugnazione penale, fornendo chiarimenti essenziali sulla sua decorrenza e sulle scadenze che cadono di sabato. Un monito per tutti gli operatori del diritto sull’importanza della massima diligenza procedurale.

I Fatti di Causa: Dall’Accusa di Inquinamento all’Appello del PM

Il caso trae origine da un procedimento penale a carico del direttore di uno stabilimento industriale e della società da cui dipendeva. L’accusa principale era quella di inquinamento ambientale, per aver compromesso le acque di un torrente a causa di scarichi produttivi non adeguatamente depurati. Secondo l’imputazione, il direttore avrebbe agito con la consapevolezza di problemi all’impianto di depurazione, senza intervenire efficacemente.

Il Tribunale di primo grado, tuttavia, aveva assolto l’imputato dal reato di inquinamento, ritenendo non provato un deterioramento ‘significativo e misurabile’ dell’ecosistema e, in ogni caso, l’assenza di profili di colpa. Di conseguenza, anche la società era stata sollevata dalla responsabilità amministrativa connessa. Insoddisfatto della decisione, il Procuratore della Repubblica decideva di presentare ricorso diretto per Cassazione.

Le Ragioni del Ricorso

Nel suo atto, il Pubblico Ministero denunciava una violazione di legge e un vizio di motivazione da parte del Tribunale. Sosteneva che i giudici avessero illegittimamente escluso la sussistenza del reato, omettendo di considerare prove documentali cruciali (come e-mail e documenti sequestrati) che avrebbero dimostrato la scelta consapevole del direttore di proseguire l’attività produttiva nonostante i noti problemi all’impianto. Inoltre, criticava il Tribunale per aver dato peso a una consulenza tecnica di parte effettuata mesi dopo i fatti contestati.

La Decisione della Cassazione e il Calcolo del Termine Impugnazione Penale

La Corte di Cassazione, però, non è mai entrata nel merito delle argomentazioni del Pubblico Ministero. La sua attenzione si è fermata a un aspetto puramente procedurale: la tempestività del ricorso. Ed è qui che la sentenza diventa una vera e propria lezione sul calcolo dei termini.

Il percorso logico-giuridico della Corte è stato il seguente:
1. Data della sentenza di primo grado: 1 aprile 2025.
2. Termine per il deposito della motivazione: 60 giorni, fissato dal giudice.
3. Scadenza per il deposito della motivazione: 31 maggio 2025. Questo giorno è cruciale perché, anche se cadeva di sabato, la giurisprudenza penale consolidata stabilisce che il sabato non è considerato giorno festivo e, pertanto, non provoca lo slittamento della scadenza al lunedì successivo.
4. Termine per impugnare: 45 giorni, come previsto dall’art. 585 c.p.p. quando il termine per la motivazione è superiore a 30 giorni.
5. Decorrenza del termine: Il termine per impugnare inizia a decorrere dalla scadenza del termine per il deposito della motivazione, quindi dal 31 maggio 2025.
6. Scadenza finale: Sommando 45 giorni al 31 maggio 2025, il termine ultimo per presentare l’impugnazione era il 15 luglio 2025.

Il ricorso del Pubblico Ministero, invece, era stato depositato il 16 luglio 2025, ovvero un giorno dopo la scadenza. Questo ritardo, seppur minimo, è stato sufficiente per far scattare la sanzione più severa: l’inammissibilità.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando il principio della perentorietà dei termini processuali. Le norme del codice di procedura penale (in particolare gli artt. 172, 173 e 585) stabiliscono regole rigide per il computo dei tempi, prevedendo una proroga solo quando il giorno di scadenza è un giorno festivo. Il sabato non rientra in questa categoria. La Cassazione ha sottolineato che questa disciplina, sebbene diversa da quella prevista per il processo civile o amministrativo, non è incostituzionale, poiché risponde a esigenze e interessi differenti, come la tutela della libertà personale dell’imputato, che giustificano un regime normativo autonomo e più rigoroso. Di conseguenza, essendo stato presentato oltre il termine massimo del 15 luglio 2025, il ricorso è stato dichiarato tardivo e, quindi, inammissibile ai sensi dell’art. 591 c.p.p.

Conclusioni

Questa sentenza è un chiaro promemoria della necessità di una gestione meticolosa delle scadenze nel processo penale. La decisione della Cassazione, pur non affrontando la questione sostanziale dell’inquinamento ambientale, offre una lezione fondamentale di procedura: nel diritto, la forma è sostanza. Un solo giorno di ritardo può vanificare le ragioni di merito più fondate, precludendo l’accesso a un grado di giudizio. Per gli avvocati e i pubblici ministeri, ciò si traduce nella necessità di un’attenzione assoluta al calendario, consapevoli che le regole sul calcolo dei termini non ammettono deroghe o interpretazioni flessibili.

Perché il ricorso del Pubblico Ministero è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato depositato il 16 luglio 2025, ovvero un giorno dopo la scadenza del termine perentorio di 45 giorni, che scadeva il 15 luglio 2025.

Come si calcola il termine per proporre un’impugnazione penale?
Quando il giudice fissa un termine per il deposito della motivazione della sentenza (in questo caso 60 giorni), il termine per impugnare (in questo caso 45 giorni) inizia a decorrere non dalla data del deposito effettivo, ma dalla data di scadenza del termine per il deposito.

Se la scadenza di un termine processuale penale cade di sabato, viene prorogata?
No. La sentenza conferma l’orientamento consolidato secondo cui, nel processo penale, il sabato non è considerato un giorno festivo. Pertanto, un termine che scade di sabato non viene prorogato al primo giorno lavorativo successivo, a differenza di quanto previsto in altri settori dell’ordinamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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