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Termine impugnazione penale: il calcolo corretto

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che dichiarava inammissibile un appello per tardività. La Suprema Corte ha chiarito che se il giudice deposita le motivazioni della sentenza oltre il termine stabilito, il termine impugnazione penale di 45 giorni per la parte decorre non dalla scadenza del termine ma dalla data di comunicazione del deposito, tenendo conto della sospensione feriale.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Impugnazione Penale: Cosa Succede se il Giudice Deposita le Motivazioni in Ritardo?

Il rispetto dei termini è un pilastro fondamentale del processo penale. Ma cosa accade quando è il giudice stesso a depositare le motivazioni di una sentenza oltre il tempo che si era prefissato? Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 19111 del 2024, offre un chiarimento cruciale su come calcolare il termine impugnazione penale in questi casi, riaffermando il diritto di difesa dell’imputato. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi di diritto stabiliti.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una sentenza di primo grado emessa dal Tribunale. Il giudice, al momento della lettura del dispositivo, si era riservato un termine di 80 giorni per il deposito delle motivazioni. Tuttavia, le motivazioni venivano depositate con due giorni di ritardo, all’82° giorno.

Successivamente, l’imputato proponeva appello. La Corte di appello, però, dichiarava l’impugnazione inammissibile, ritenendola tardiva. Secondo i giudici di secondo grado, il termine per appellare era scaduto, calcolato in modo errato senza considerare il ritardo nel deposito da parte del primo giudice. Contro questa decisione, la difesa presentava ricorso in Cassazione, lamentando una violazione di legge nel calcolo dei termini.

Il Calcolo del Termine Impugnazione Penale in Caso di Deposito Tardivo

Il nodo della questione era proprio il corretto calcolo del termine impugnazione penale. La Corte d’Appello aveva erroneamente considerato il termine come se le motivazioni fossero state depositate puntualmente. La difesa, al contrario, sosteneva che il ritardo del giudice modificasse le regole per il calcolo dei tempi a disposizione dell’imputato per presentare il proprio gravame.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno chiarito un principio procedurale di fondamentale importanza.

Quando un giudice deposita le motivazioni di una sentenza oltre il termine che si era concesso (in questo caso, oltre gli 80 giorni), il termine per l’imputato per presentare l’impugnazione non è più quello ordinario (che decorrerebbe dalla scadenza del termine concesso al giudice), ma diventa quello di 45 giorni, che decorre dalla data in cui l’avviso di avvenuto deposito viene comunicato alle parti.

Nel caso specifico:
1. Le motivazioni sono state depositate il 27 luglio, quindi in ritardo.
2. L’avviso di deposito è stato comunicato dalla cancelleria il 1° agosto.
3. Il 1° agosto cade nel pieno del periodo feriale (1-31 agosto), durante il quale i termini processuali sono sospesi.
4. Di conseguenza, il conteggio dei 45 giorni a disposizione della difesa non poteva che iniziare dal 1° settembre.

L’appello, essendo stato depositato il 13 ottobre, risultava quindi ampiamente nei termini e perfettamente tempestivo. L’errore della Corte di appello ha portato a una dichiarazione di inammissibilità illegittima, che ha leso il diritto di difesa dell’imputato.

Le Conclusioni: Principio di Diritto e Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione è di grande rilevanza pratica. La Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e ha trasmesso gli atti alla Corte di appello affinché proceda con il giudizio di merito.

Il principio di diritto che emerge è chiaro: il ritardo del giudice nel depositare le motivazioni non può mai andare a detrimento del diritto di difesa dell’imputato. La legge prevede un meccanismo di salvaguardia che sposta l’inizio del decorso del termine al momento della effettiva comunicazione dell’avvenuto deposito. Gli avvocati devono prestare massima attenzione a queste dinamiche procedurali, verificando sempre la data di deposito delle motivazioni per calcolare correttamente il termine impugnazione penale e garantire la piena tutela dei diritti dei loro assistiti. La sentenza riafferma che le garanzie processuali sono un baluardo irrinunciabile dello stato di diritto.

Cosa succede se il giudice deposita le motivazioni della sentenza oltre il termine che si era riservato?
Se il giudice deposita le motivazioni oltre il termine indicato nel dispositivo, il termine per le parti per proporre impugnazione non decorre più dalla scadenza del termine concesso al giudice, ma dalla data in cui viene comunicato loro l’avvenuto deposito. Il termine a disposizione diventa di 45 giorni.

Come si calcola il termine per l’appello se la comunicazione del deposito della sentenza avviene durante il periodo feriale?
Se la comunicazione del deposito della motivazione tardiva avviene durante il periodo feriale (1-31 agosto), il conteggio dei giorni per l’impugnazione è sospeso. Il termine (in questo caso di 45 giorni) inizia a decorrere dal primo giorno successivo alla fine del periodo feriale, ovvero dal 1° settembre.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza della Corte di appello che aveva dichiarato inammissibile l’appello. Ha stabilito che l’appello era stato presentato tempestivamente e ha rinviato gli atti alla Corte di appello di Campobasso per procedere con il giudizio di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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