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Termine impugnazione imputato assente: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una decisione di inammissibilità della Corte d’Appello. Il caso riguarda il corretto calcolo del termine impugnazione imputato assente. La Cassazione ha chiarito che, ai sensi dell’art. 585, comma 1-bis c.p.p., il termine per presentare appello è esteso di 15 giorni se l’imputato è stato giudicato in assenza nel primo grado. La Corte d’Appello aveva erroneamente omesso di applicare questa estensione, dichiarando tardivo un appello che invece era stato presentato tempestivamente.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Impugnazione Imputato Assente: Guida alla Proroga di 15 Giorni

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale nella procedura penale: il termine impugnazione imputato assente gode di una proroga di 15 giorni. Questa garanzia, introdotta per tutelare il diritto di difesa, è stata al centro di un caso in cui una Corte d’Appello aveva erroneamente dichiarato inammissibile un gravame per tardività. Analizziamo la vicenda per comprendere l’importanza di un corretto calcolo dei termini processuali.

I Fatti del Caso: Un Appello Dichiarato Tardivo

La vicenda ha origine da una sentenza del Tribunale di Napoli del 15 maggio 2023, con cui un imputato veniva condannato per i reati di diffamazione aggravata e minaccia grave. L’imputato, che era stato giudicato in assenza durante il processo di primo grado, proponeva appello avverso tale decisione.

La Corte d’Appello di Napoli, con sentenza dell’8 maggio 2024, dichiarava però l’appello inammissibile per tardività. Secondo i giudici di secondo grado, il termine per la presentazione del gravame era scaduto. L’imputato, ritenendo la decisione ingiusta e basata su un errore di calcolo, decideva quindi di ricorrere per cassazione, denunciando la violazione di una specifica norma del codice di procedura penale.

L’Analisi della Cassazione sul Termine Impugnazione Imputato Assente

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’imputato, giudicandolo fondato. Il motivo centrale del ricorso era la violazione dell’articolo 585, comma 1-bis, del codice di procedura penale. Questa disposizione stabilisce chiaramente che i termini ordinari per le impugnazioni sono aumentati di quindici giorni nell’ipotesi in cui l’imputato sia stato giudicato in assenza.

La Suprema Corte ha evidenziato come la Corte territoriale avesse completamente ignorato questa norma, commettendo un evidente error in procedendo. La disposizione era pienamente applicabile al caso di specie, poiché la sentenza di primo grado era stata pronunciata dopo l’entrata in vigore della cosiddetta Riforma Cartabia, che ha introdotto questa specifica garanzia difensiva.

Il Calcolo Corretto dei Termini

Per comprendere l’errore della Corte d’Appello, è utile ricostruire il calcolo dei termini come specificato dalla Cassazione:

1. Sentenza di primo grado: pronunciata il 15 maggio 2023.
2. Deposito motivazioni: avvenuto il 1° giugno 2023, entro il termine di 90 giorni fissato dal Tribunale.
3. Scadenza per il deposito: il termine massimo per il deposito scadeva il 13 agosto 2023, cadendo nel periodo di sospensione feriale dei termini.
4. Decorrenza del termine per l’appello: il termine ordinario di 45 giorni iniziava a decorrere dal 1° settembre 2023.
5. Scadenza ordinaria: il termine sarebbe scaduto il 15 ottobre 2023.

È a questo punto che interviene la norma chiave. Essendo l’imputato stato giudicato in assenza, al termine ordinario dovevano essere aggiunti i 15 giorni previsti dall’art. 585, comma 1-bis c.p.p.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Cassazione sono lineari e ineccepibili. Aggiungendo i quindici giorni supplementari alla scadenza ordinaria del 15 ottobre 2023, la data ultima per il deposito dell’impugnazione risultava essere il 30 ottobre 2023. Poiché l’atto di appello era stato depositato il 26 ottobre 2023, esso era palesemente tempestivo.

La Corte territoriale non ha considerato la proroga, un’omissione che ha viziato irrimediabilmente la sua decisione di inammissibilità. La Cassazione ha quindi sottolineato che l’applicazione dell’aumento del termine non è una facoltà discrezionale del giudice, ma un obbligo di legge volto a rafforzare le garanzie difensive dell’imputato che non ha partecipato attivamente al primo grado di giudizio.

Le Conclusioni: L’Importanza della Proroga per l’Imputato Assente

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, disponendo la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello di Napoli per la celebrazione del giudizio. La decisione riafferma l’importanza del termine impugnazione imputato assente come strumento di garanzia fondamentale. Questo caso serve da monito sulla necessità di una scrupolosa applicazione delle norme procedurali, specialmente quando sono poste a tutela del diritto di difesa, un pilastro del giusto processo. L’errore della Corte d’Appello, se non corretto, avrebbe negato all’imputato il diritto a un secondo grado di giudizio.

Di quanti giorni viene aumentato il termine per impugnare una sentenza se l’imputato è stato giudicato in assenza?
Risposta: Il termine ordinario per l’impugnazione è aumentato di quindici giorni, come stabilito dall’articolo 585, comma 1-bis, del codice di procedura penale.

La Corte d’Appello aveva calcolato correttamente i termini per l’appello nel caso specifico?
Risposta: No, la Corte d’Appello ha commesso un errore procedurale (error in procedendo) perché non ha applicato l’aumento di quindici giorni previsto per l’imputato giudicato in assenza, dichiarando erroneamente inammissibile l’appello per tardività.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione?
Risposta: La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d’Appello e ha disposto la trasmissione degli atti alla stessa Corte d’Appello di Napoli per la celebrazione del giudizio di appello, riconoscendo che l’impugnazione era stata presentata tempestivamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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