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Termine impugnazione giorno festivo: guida al calcolo

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 34995/2024, ha chiarito le modalità di calcolo del termine per l’impugnazione quando il precedente termine per il deposito della motivazione scade in un giorno festivo. La Corte ha stabilito che la proroga di diritto al primo giorno non festivo si applica anche alla decorrenza del termine successivo per impugnare, annullando una declaratoria di inammissibilità e affermando la tempestività dell’appello. La questione centrale è il corretto calcolo del termine impugnazione giorno festivo.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Impugnazione Giorno Festivo: La Cassazione Chiarisce il Calcolo Corretto

Il calcolo dei termini processuali è un aspetto cruciale della pratica legale, dove un solo giorno di errore può compromettere l’esito di un intero procedimento. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 34995/2024) interviene su un punto fondamentale: come si calcola il termine impugnazione giorno festivo quando questo dipende da un termine precedente che scade, appunto, in una festività? La decisione offre un chiarimento fondamentale per avvocati e imputati, ribadendo un principio di civiltà giuridica.

I Fatti del Caso

Un imputato veniva condannato dal Tribunale con una sentenza emessa il 25 gennaio 2023, per la quale il giudice si riservava 90 giorni per il deposito delle motivazioni. Successivamente, l’imputato proponeva appello. La Corte di Appello, tuttavia, dichiarava l’impugnazione inammissibile per tardività. Secondo i giudici di secondo grado, il termine per appellare era scaduto il 9 giugno 2023, mentre l’atto era stato depositato il 10 giugno 2023, un giorno dopo.
L’imputato, tramite il suo difensore, presentava ricorso in Cassazione, sostenendo un errore nel calcolo dei termini da parte della Corte di Appello. L’argomentazione difensiva era precisa e basata su una concatenazione di scadenze.

Il Calcolo del Termine Impugnazione Giorno Festivo

Il cuore della questione risiedeva nella data di scadenza del primo termine, quello di 90 giorni per il deposito della motivazione della sentenza di primo grado. Partendo dal 25 gennaio 2023, i 90 giorni scadevano il 25 aprile 2023.
Questa data non è un giorno qualunque: è la Festa della Liberazione, una festività nazionale. Secondo l’art. 172 del codice di procedura penale, se un termine scade in un giorno festivo, la scadenza è prorogata di diritto al giorno successivo non festivo. Di conseguenza, il termine per il deposito delle motivazioni slittava al 26 aprile 2023.
È da questa data, e non dalla precedente, che doveva iniziare a decorrere il successivo termine di 45 giorni per proporre appello (ex art. 585 c.p.p.). Contando 45 giorni a partire dal 26 aprile 2023, il termine ultimo per l’impugnazione cadeva esattamente il 10 giugno 2023, giorno in cui l’appello era stato effettivamente depositato.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi difensiva, ritenendo il ricorso meritevole di accoglimento. Gli Ermellini hanno riaffermato un principio già consolidato dalle Sezioni Unite (Sent. n. 155/2011, Rossi), secondo cui lo slittamento del termine che scade in un giorno festivo produce un effetto a cascata.
In particolare, quando un termine processuale (quello per l’impugnazione) decorre dalla scadenza di un altro termine (quello per il deposito della motivazione), la proroga di diritto del primo termine determina anche lo spostamento della decorrenza del secondo.
Il termine iniziale (dies a quo) per calcolare i 45 giorni per l’appello non era il 25 aprile, ma il 26 aprile, ovvero il primo giorno lavorativo utile successivo alla festività. Di conseguenza, il calcolo della Corte di Appello era errato e l’appello, depositato il 10 giugno 2023, era da considerarsi tempestivo.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza di inammissibilità e ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte di Appello di Roma per la prosecuzione del giudizio. Questa sentenza ribadisce l’importanza di un’applicazione rigorosa e logica delle norme sui termini processuali. Il principio affermato garantisce che il diritto di difesa non venga pregiudicato da interpretazioni formalistiche che non tengono conto degli effetti a catena delle proroghe legali. Per gli operatori del diritto, è un monito a considerare sempre l’interdipendenza dei termini processuali e l’impatto dei giorni festivi, assicurando che i diritti delle parti siano pienamente tutelati.

Cosa succede se il termine per depositare la motivazione di una sentenza scade in un giorno festivo?
Secondo la legge (art. 172 c.p.p.), la scadenza è automaticamente prorogata al primo giorno successivo non festivo.

La proroga del termine per il deposito della motivazione sposta anche l’inizio del termine per impugnare?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che se il termine per impugnare decorre dalla scadenza del termine per il deposito della motivazione, la proroga di quest’ultimo per festività sposta in avanti anche la data da cui inizia a decorrere il termine per l’impugnazione.

Qual è stato l’esito finale del ricorso in questo caso?
La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza che dichiarava l’appello inammissibile e ha ordinato che il processo d’appello proseguisse, in quanto l’impugnazione era stata presentata tempestivamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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