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Termine impugnazione: come calcolarlo correttamente

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di inammissibilità emessa dal Tribunale di Nola, che aveva erroneamente dichiarato tardivo un appello. L’analisi del fascicolo telematico ha dimostrato che l’atto era stato depositato l’ultimo giorno utile, rispettando il termine impugnazione. La Suprema Corte ha chiarito che il termine di 30 giorni decorre dal deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado, e la prova del deposito telematico è decisiva per stabilirne la tempestività. Il caso è stato rinviato al Tribunale per il giudizio di merito.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Impugnazione: Quando un Errore di Calcolo Può Essere Fatale

Nel processo penale, il rispetto delle scadenze è cruciale. Il termine impugnazione rappresenta una soglia temporale perentoria, il cui mancato rispetto può comportare la fine irrevocabile di un giudizio. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ci ricorda l’importanza di un calcolo corretto di tale termine e il valore probatorio del deposito telematico, annullando una decisione che aveva erroneamente dichiarato inammissibile un appello.

I Fatti: Un Appello Dichiarato Tardivo per Errore

Il caso nasce da una condanna emessa dal Giudice di pace di Marigliano per il reato di false attestazioni a un pubblico ufficiale (art. 495 c.p.). L’imputata, tramite il suo difensore, proponeva appello avverso tale decisione.

Tuttavia, il Tribunale di Nola, quale giudice dell’appello, dichiarava l’impugnazione inammissibile perché tardiva. Secondo il Tribunale, l’atto era stato depositato il 18 gennaio 2024, ben oltre la scadenza prevista dalla legge.

Contro questa ordinanza, l’imputata proponeva ricorso per Cassazione, sostenendo un palese errore di fatto: l’appello, in realtà, era stato depositato tempestivamente in via telematica il 15 dicembre 2023, ovvero l’ultimo giorno utile.

La Questione Giuridica: Il Calcolo del Termine Impugnazione Corretto

Il cuore della questione risiedeva nella corretta individuazione e nel calcolo del termine impugnazione. La legge processuale penale stabilisce regole precise per determinare entro quando un provvedimento può essere contestato.

Nel caso specifico, la decisione del Giudice di Pace era stata emessa come segue:

1. Lettura del dispositivo: 31 ottobre 2023.
2. Deposito delle motivazioni: 13 novembre 2023 (entro il termine di 15 giorni previsto).

Secondo il combinato disposto degli artt. 544 e 585 del codice di procedura penale, quando le motivazioni sono depositate entro il quindicesimo giorno dalla pronuncia, il termine per impugnare è di 30 giorni. Tale termine decorre dalla data di deposito delle motivazioni.

Di conseguenza, il termine finale per proporre appello scadeva il 15 dicembre 2023. L’ordinanza del Tribunale di Nola, basandosi sulla data del 18 gennaio 2024, era quindi fondata su un presupposto di fatto errato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato. Gli Ermellini, esercitando il loro potere di accedere agli atti processuali quando si denunciano vizi procedurali (come stabilito dalla celebre sentenza delle Sezioni Unite ‘Policastro’), hanno verificato la documentazione presente nel fascicolo.

Dall’esame è emerso in modo inequivocabile che l’appello era stato effettivamente depositato in forma telematica il 15 dicembre 2023. La Corte ha quindi constatato che il Tribunale di Nola era incorso in un errore di percezione, basando la propria decisione su una data non corretta.

La Cassazione ha ribadito che il calcolo del termine era corretto come prospettato dalla difesa: la scadenza era fissata al 15 dicembre 2023 e l’impugnazione era stata proposta proprio in quella data. Pertanto, l’appello era stato presentato tempestivamente.

Conclusioni

La sentenza si conclude con l’annullamento senza rinvio dell’ordinanza di inammissibilità. Questo significa che la decisione del Tribunale di Nola è stata cancellata e gli atti sono stati restituiti allo stesso Tribunale affinché proceda con il giudizio di appello, questa volta entrando nel merito della questione.

Questa pronuncia sottolinea due aspetti fondamentali:

1. La rigorosità nel calcolo dei termini: Un errore, anche banale, può precludere il diritto di difesa. È essenziale per gli operatori del diritto conoscere e applicare correttamente le norme procedurali.
2. Il valore del deposito telematico: La documentazione generata dai sistemi di deposito telematico costituisce prova piena della data e dell’ora di presentazione di un atto, diventando uno strumento decisivo per risolvere controversie sulla tempestività delle impugnazioni.

Come si calcola il termine per presentare un’impugnazione penale?
Se le motivazioni della sentenza sono depositate entro 15 giorni dalla lettura del dispositivo, il termine per impugnare è di 30 giorni e decorre dalla data di deposito delle motivazioni stesse.

Cosa può fare la Corte di Cassazione se un giudice di merito sbaglia a valutare la tempestività di un appello?
Quando viene denunciato un errore procedurale (error in procedendo), la Corte di Cassazione ha il potere di esaminare direttamente gli atti del fascicolo per verificare se l’errore sussiste e, in caso affermativo, può annullare la decisione errata.

La data del deposito telematico è prova sufficiente per dimostrare di aver rispettato una scadenza?
Sì, la documentazione relativa al deposito telematico, come emerge dalla sentenza, costituisce una prova affidabile e sufficiente per dimostrare che un atto è stato presentato entro il termine previsto dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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