LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Termine impugnazione assenza: quando si allunga?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23636/2024, chiarisce che il termine di impugnazione assenza non si estende all’imputato che, pur assente alle udienze finali, sia comparso almeno una volta nel corso del giudizio di primo grado. La Corte distingue nettamente tra l’istituto dell’assenza totale, che giustifica un termine maggiorato, e la volontaria mancata comparizione successiva, che non dà diritto a tale beneficio, dichiarando inammissibile il ricorso proposto oltre il termine ordinario.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Impugnazione Assenza: La Cassazione Chiarisce la Differenza tra Assenza e Mancata Comparizione

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro del diritto. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 23636/2024) affronta un tema cruciale: la corretta interpretazione del termine impugnazione assenza. La questione è se l’imputato che partecipa alla prima udienza per poi non presentarsi più possa beneficiare del termine maggiorato di 15 giorni per proporre appello, previsto per chi è giudicato in assenza. La risposta della Corte è netta e traccia una linea di demarcazione fondamentale tra due situazioni procedurali solo apparentemente simili.

I Fatti del Caso

Un imputato, dopo aver partecipato personalmente alla prima udienza del giudizio di primo grado, decideva di non comparire alle udienze successive. A seguito della sentenza di condanna, il suo difensore proponeva impugnazione. La Corte di Appello, tuttavia, dichiarava l’appello tardivo, sostenendo che fosse stato presentato oltre il termine ordinario di 15 giorni. Secondo i giudici di secondo grado, non poteva applicarsi l’estensione prevista dall’art. 585, comma 1-bis, c.p.p., poiché l’imputato non era stato giudicato in “assenza” in senso tecnico, avendo presenziato almeno ad un’udienza.

Contro questa decisione, la difesa ricorreva in Cassazione, argomentando che l’assenza nelle fasi finali del processo dovrebbe essere equiparata a quella totale, giustificando così l’applicazione del termine più ampio per l’impugnazione.

La Questione Giuridica sul Termine Impugnazione Assenza

Il cuore della controversia risiede nella corretta interpretazione dell’istituto dell’assenza nel processo penale e delle sue conseguenze sui termini per l’impugnazione. La legge prevede un aumento di 15 giorni per l’appello quando l’imputato è stato giudicato in assenza. La difesa sosteneva che tale beneficio dovesse estendersi anche al caso di chi, pur avendo inizialmente dimostrato conoscenza del processo comparendo in aula, si fosse poi assentato.

Il quesito posto alla Corte era quindi se la “mancata comparizione” successiva alla prima udienza potesse essere equiparata alla condizione di “assenza” per l’intera durata del procedimento, ai fini dell’applicazione del termine di impugnazione maggiorato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, fornendo una chiara e logica spiegazione delle differenze tra le due situazioni processuali.

Distinzione tra Assenza e Volontaria Mancata Comparizione

I giudici hanno sottolineato che l’istituto dell’assenza, come disciplinato dal codice, presuppone una verifica iniziale sull’effettiva conoscenza del procedimento da parte dell’imputato, alla quale non segue mai la sua comparizione in aula. In questo scenario, il legislatore ha previsto tutele rafforzate per garantire il diritto di difesa.

Diversamente, l’imputato che compare anche a una sola udienza pone in essere un comportamento che elimina ogni dubbio sulla sua conoscenza del processo. La sua successiva scelta di non partecipare non configura più un'”assenza” tecnica, ma una “volontaria mancata comparizione”. Si tratta di una decisione consapevole che non richiede le stesse garanzie previste per l’assente totale.

La Ratio dell’Aumento del Termine Impugnazione Assenza

La Corte ha spiegato che la ragione fondamentale dell’estensione del termine di 15 giorni non è l’assenza fisica dell’imputato in sé, ma è strettamente collegata a un altro adempimento procedurale: l’obbligo per il difensore di ottenere un mandato specifico ad impugnare, come previsto dall’art. 581, comma 1-quater, c.p.p. Questo requisito si applica solo nel caso di imputato giudicato in assenza.

L’onere aggiuntivo di dover reperire l’assistito assente e farsi rilasciare un mandato formale giustifica la concessione di un arco temporale più lungo. Nel caso dell’imputato che è già comparso, questo onere non sussiste. Il rapporto con il difensore si presume consolidato e non è richiesto alcun mandato specifico per proporre appello. Di conseguenza, viene meno la stessa ragione logica e giuridica per concedere un termine più ampio.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: le garanzie procedurali sono calibrate su situazioni specifiche e non possono essere estese per analogia a casi diversi. La Corte di Cassazione stabilisce che il termine impugnazione assenza maggiorato è una misura eccezionale, riservata esclusivamente ai casi in cui l’imputato non sia mai comparso durante il giudizio di primo grado. La presenza, anche a una sola udienza, è sufficiente a escludere l’applicazione di tale beneficio. Questa decisione conferma che la scelta di non partecipare al prosieguo del giudizio, dopo esservi comparsi, è una scelta processuale dell’imputato che non può tradursi in un vantaggio in termini di tempistiche per l’impugnazione.

Se un imputato partecipa solo alla prima udienza e poi non si presenta più, ha diritto a un termine più lungo per impugnare la sentenza?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che in questo caso non si applica l’aumento di 15 giorni previsto per il termine di impugnazione, poiché la sua presenza iniziale esclude la qualifica di “giudicato in assenza”.

Qual è la differenza tra essere “giudicato in assenza” e non comparire dopo la prima udienza?
Si è “giudicati in assenza” solo se non si compare a nessuna udienza del processo. Se si compare anche una sola volta, l’assenza successiva è considerata una “volontaria mancata comparizione”, una situazione processuale diversa che non attiva le tutele specifiche previste per l’assenza totale, come l’allungamento del termine per impugnare.

Perché la legge prevede un termine di impugnazione più lungo per l’imputato assente?
Il termine più lungo è una conseguenza diretta dell’obbligo, imposto al difensore dell’imputato assente, di ottenere uno specifico “mandato ad impugnare”. Questo onere aggiuntivo giustifica la concessione di tempo extra, che non è invece necessario quando l’imputato, essendo già comparso, ha un rapporto diretto e consolidato con il proprio legale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati