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Termine impugnazione assenza: no proroga per abbreviato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per tardività, chiarendo un punto fondamentale sul termine impugnazione assenza. La proroga di 15 giorni per il difensore non si applica se l’imputato, pur assente fisicamente, ha scelto il rito abbreviato tramite un procuratore speciale. Tale scelta, secondo la Corte, equivale a una presenza processuale, rendendo irrilevante la successiva dichiarazione di assenza e standard il termine per appellare.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Impugnazione Assenza: Quando la Proroga di 15 Giorni Non Si Applica

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale in materia di procedura penale: l’applicabilità dell’estensione del termine impugnazione assenza. La decisione chiarisce che la proroga di quindici giorni, prevista per il difensore dell’imputato giudicato in sua assenza, non opera quando la sentenza deriva da un giudizio abbreviato richiesto tramite procuratore speciale. Questo principio, apparentemente tecnico, ha importanti conseguenze pratiche per la difesa.

I Fatti del Caso: un Appello Tardivo

Il caso trae origine dal ricorso presentato contro un’ordinanza della Corte d’Appello che aveva dichiarato inammissibile, per tardività, l’atto di appello proposto dalla difesa. L’appellante sosteneva di aver diritto a un termine aggiuntivo di quindici giorni per impugnare, come previsto dall’articolo 585, comma 1-bis, del codice di procedura penale, poiché l’imputato era stato giudicato in assenza.

La Questione sul Termine Impugnazione Assenza

Il cuore della controversia legale risiede nell’interpretazione della normativa sui termini per impugnare. La legge prevede un termine più lungo per il difensore quando l’imputato non è presente al processo, al fine di garantire un’adeguata tutela del diritto di difesa. Tuttavia, la difesa dell’imputato nel caso di specie si basava su un presupposto che la Cassazione ha ritenuto errato: la semplice dichiarazione formale di ‘assenza’ nella sentenza di primo grado non è sufficiente a innescare automaticamente la proroga.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, definendolo ‘manifestamente infondato’. Gli Ermellini hanno stabilito che la scelta di un rito alternativo, come il giudizio abbreviato, effettuata per mezzo di un procuratore speciale, costituisce un atto che supera la mera assenza fisica, collocando l’imputato in una posizione di ‘presenza’ processuale.

Le Motivazioni: La Scelta del Rito Abbreviato Equivale a Presenza

La motivazione della Corte si fonda su un ragionamento logico-giuridico preciso. La richiesta di giudizio abbreviato è una scelta strategica fondamentale che può essere compiuta solo dall’imputato o da un suo procuratore speciale. Questo atto di volontà dimostra il pieno coinvolgimento dell’imputato nel procedimento. Di conseguenza, egli non può essere considerato un soggetto passivo o inconsapevole, condizione che la normativa sull’assenza mira a tutelare. In base all’articolo 420, comma 2-ter, del codice di procedura penale, la richiesta di un rito speciale implica la ‘presenza’ in giudizio. Pertanto, è del tutto irrilevante che la sentenza abbia erroneamente indicato l’imputato come ‘assente’. La scelta del rito prevale sulla constatazione formale dell’assenza fisica.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro, con importanti implicazioni per gli avvocati penalisti. La decisione sottolinea che i termini per l’impugnazione devono essere calcolati con estrema attenzione, senza fare affidamento automatico sulla proroga legata all’assenza quando il processo si è svolto con rito abbreviato su richiesta dell’imputato. La scelta di questo rito speciale, pur offrendo vantaggi come lo sconto di pena, comporta l’applicazione dei termini ordinari per l’appello. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

L’estensione di 15 giorni per l’impugnazione del difensore si applica sempre se l’imputato è dichiarato assente?
No. Secondo l’ordinanza, questa proroga non si applica se la sentenza è emessa in esito a un giudizio abbreviato richiesto dal procuratore speciale dell’imputato, poiché tale scelta equivale a una presenza processuale.

Perché la scelta del giudizio abbreviato incide sul termine per impugnare?
Perché la richiesta di un rito alternativo, effettuata tramite un procuratore speciale, è un atto volontario che dimostra il coinvolgimento dell’imputato nel processo. La legge considera questa scelta come una forma di ‘presenza’ in giudizio, rendendo quindi inapplicabile la norma di favore prevista per i veri assenti.

Cosa accade se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per tardività?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, come in questo caso, la Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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