LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Termine impugnazione assenza: la proroga di 15 giorni

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’Appello che aveva dichiarato inammissibile un appello perché depositato tardivamente. La Cassazione ha chiarito che, essendo l’imputata stata giudicata in assenza, il termine per l’impugnazione doveva essere prorogato di 15 giorni, come previsto dall’art. 585, comma 1-bis, c.p.p. Pertanto, l’appello era in realtà tempestivo. La questione centrale riguarda l’applicazione della proroga legale del termine impugnazione assenza.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Impugnazione in Assenza: Cassazione Annulla Inammissibilità per Tardività

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale a tutela del diritto di difesa: la proroga del termine impugnazione assenza per l’imputato. Quando un processo si svolge senza la presenza dell’accusato, la legge prevede una garanzia procedurale aggiuntiva, estendendo i tempi per contestare la sentenza di condanna. Vediamo come la Suprema Corte ha applicato questa norma, correggendo l’errore di una Corte d’Appello.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Trapani il 23 marzo 2023 per reati contro il patrimonio. L’imputata, giudicata e condannata in sua assenza, proponeva appello avverso tale decisione.

Tuttavia, la Corte d’Appello di Palermo, con sentenza del 6 febbraio 2025, dichiarava l’appello inammissibile. Il motivo? Secondo i giudici di secondo grado, l’impugnazione era stata depositata oltre i termini di legge. La sentenza di primo grado, emessa con motivazione contestuale (cioè letta in udienza), prevedeva un termine di 15 giorni per l’appello, che scadeva l’8 luglio 2023. L’atto di appello, invece, era stato presentato solo il 19 luglio 2023, e quindi considerato tardivo.

Il Ricorso per Cassazione e la questione del termine impugnazione assenza

L’imputata, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione, lamentando la violazione delle norme processuali, in particolare dell’articolo 585, comma 1-bis, del codice di procedura penale. La difesa ha sostenuto che la Corte d’Appello non avesse considerato un dettaglio cruciale: l’imputata era stata giudicata in assenza.

Questa circostanza, secondo la normativa introdotta dal D.Lgs. 150/2022 (la cosiddetta “Riforma Cartabia”), comporta una proroga automatica di quindici giorni del termine per presentare l’impugnazione. Di conseguenza, l’appello non era tardivo, ma pienamente tempestivo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo pienamente la tesi difensiva. Gli Ermellini hanno ricostruito il calcolo dei termini, confermando che la Corte d’Appello aveva commesso un errore.

Il punto centrale della decisione è l’applicazione dell’art. 585, comma 1-bis, c.p.p. Questa norma stabilisce che, nel caso di imputato giudicato in assenza, i termini per l’impugnazione sono prorogati di quindici giorni. Poiché la sentenza di primo grado era stata emessa il 23 giugno 2023, il termine ordinario di 15 giorni sarebbe effettivamente scaduto l’8 luglio 2023. Tuttavia, aggiungendo la proroga di ulteriori 15 giorni prevista per il giudizio in assenza, la scadenza finale si spostava al 23 luglio 2023.

Essendo l’appello stato depositato il 19 luglio 2023, risultava depositato ben entro il termine di legge. La Corte ha quindi stabilito che l’appello doveva essere considerato tempestivo e che la dichiarazione di inammissibilità era illegittima.

Conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la decisione della Corte d’Appello di Palermo, disponendo la trasmissione degli atti affinché quest’ultima proceda al giudizio di merito. La decisione riafferma l’importanza delle garanzie procedurali per l’imputato, specialmente quando non partecipa al processo. La proroga del termine impugnazione assenza non è una mera formalità, ma un presidio essenziale del diritto di difesa, volto a garantire che l’imputato assente abbia un tempo adeguato per venire a conoscenza della sentenza e preparare un’efficace contestazione.

Qual è il termine ordinario per impugnare una sentenza penale con motivazione contestuale?
In base all’art. 585, comma 1, lett. a) c.p.p., il termine per proporre impugnazione è di quindici giorni, decorrenti dalla data di emissione della sentenza.

Cosa prevede la legge se l’imputato è stato giudicato in assenza?
L’art. 585, comma 1-bis, del codice di procedura penale stabilisce che, in caso di giudizio in assenza, i termini per proporre impugnazione sono prorogati di quindici giorni.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello che aveva dichiarato l’appello inammissibile. Ha stabilito che l’appello era stato presentato tempestivamente, grazie alla proroga dei termini per il giudizio in assenza, e ha disposto la trasmissione degli atti alla stessa Corte d’Appello per la celebrazione del processo di secondo grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati