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Termine impugnazione assente: la Riforma Cartabia

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di inammissibilità di un appello, chiarendo che il termine impugnazione assente è esteso di 15 giorni secondo la Riforma Cartabia, anche se la dichiarazione di assenza è anteriore alla riforma stessa, purché la sentenza sia successiva.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Impugnazione Assente: La Cassazione e la Riforma Cartabia

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro fondamentale del diritto. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 38253/2024) ha offerto un chiarimento cruciale sull’applicazione del nuovo termine impugnazione assente, introdotto dalla Riforma Cartabia. La decisione sottolinea l’importanza delle norme transitorie nel passaggio tra vecchie e nuove discipline, garantendo i diritti della difesa. Questo caso specifico riguarda un appello inizialmente dichiarato inammissibile per tardività, una decisione poi ribaltata dalla Suprema Corte.

I Fatti del Caso: un Appello Dichiarato Tardivo

Un imputato, dichiarato assente in un’udienza del 2022, veniva condannato in primo grado con sentenza del 12 marzo 2024. Il suo difensore proponeva appello il 9 aprile 2024. La Corte d’Appello, tuttavia, dichiarava l’impugnazione inammissibile, ritenendola tardiva. Secondo i giudici di secondo grado, il termine per appellare era di soli quindici giorni dalla lettura della sentenza, scadendo quindi il 27 marzo 2024. Questa interpretazione non teneva conto delle novità introdotte dalla Riforma Cartabia.

La Questione Giuridica sul Termine Impugnazione Assente

Il difensore dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, sostenendo la violazione dell’articolo 585, comma 1-bis, del codice di procedura penale. Questa norma, introdotta proprio dalla Riforma Cartabia, prevede un aumento di quindici giorni dei termini per l’impugnazione per il difensore dell’imputato giudicato in assenza. Il nodo cruciale della questione era se questa nuova disposizione potesse applicarsi a un caso in cui la dichiarazione di assenza era avvenuta prima dell’entrata in vigore della riforma, ma la sentenza da impugnare era stata emessa dopo.

L’impatto della Riforma Cartabia

La Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022) ha profondamente modificato diversi aspetti del processo penale, inclusa la gestione dell’imputato assente e i relativi termini di impugnazione. Per gestire il passaggio dal vecchio al nuovo sistema, il legislatore ha previsto una specifica disciplina transitoria (art. 89 del D.Lgs. 150/2022). Questa disciplina stabilisce che le nuove norme più favorevoli in materia di impugnazioni, come l’estensione dei termini, si applicano a tutte le sentenze pronunciate dopo l’entrata in vigore della riforma, a prescindere da quando sia stata dichiarata l’assenza.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. I giudici supremi hanno chiarito che la Corte d’Appello ha commesso un errore di diritto nel non applicare l’articolo 585, comma 1-bis. La sentenza ha evidenziato che la disciplina transitoria della Riforma Cartabia è inequivocabile: ciò che conta per l’applicazione dei nuovi e più ampi termini di impugnazione è la data di pronuncia della sentenza, non la data della dichiarazione di assenza. Poiché la sentenza di primo grado era stata emessa il 12 marzo 2024, ben dopo l’entrata in vigore della riforma (30 dicembre 2022), il difensore aveva diritto ai quindici giorni aggiuntivi. Il termine corretto scadeva quindi l’11 aprile 2024, rendendo l’appello, depositato il 9 aprile, pienamente tempestivo.

Le Conclusioni

Con questa decisione, la Cassazione ha annullato l’ordinanza di inammissibilità e ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello per la prosecuzione del giudizio. La sentenza rappresenta un importante precedente sull’interpretazione delle norme transitorie della Riforma Cartabia, riaffermando il principio del favor impugnationis e garantendo che i diritti di difesa non siano pregiudicati da un’errata applicazione della legge nel passaggio tra regimi normativi diversi. Viene così confermato che l’estensione del termine impugnazione assente è un diritto acquisito per tutte le sentenze emesse sotto la vigenza della nuova normativa.

L’estensione di 15 giorni del termine per l’impugnazione per l’imputato assente si applica anche se la dichiarazione di assenza è avvenuta prima della Riforma Cartabia?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in base alla disciplina transitoria, ciò che conta è la data di pronuncia della sentenza da impugnare. Se la sentenza è successiva all’entrata in vigore della Riforma Cartabia, si applica l’estensione del termine, anche se la dichiarazione di assenza è precedente.

Quale elemento è decisivo per applicare le nuove norme sui termini di impugnazione della Riforma Cartabia?
L’elemento decisivo è la data di pronuncia della sentenza. Le nuove disposizioni, inclusa quella sull’aumento dei termini per l’imputato assente, si applicano a tutte le impugnazioni proposte contro sentenze emesse dopo l’entrata in vigore del decreto (30 dicembre 2022).

Cosa succede quando la Corte di Cassazione annulla un’ordinanza di inammissibilità per tardività dell’appello?
La Corte di Cassazione annulla l’ordinanza che ha erroneamente dichiarato l’appello inammissibile e dispone la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello di merito. Quest’ultima dovrà quindi procedere con la celebrazione del giudizio di appello, esaminando nel merito le questioni sollevate dalla difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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