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Termine impugnazione assente: 15 giorni in più

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza della Corte d’Appello che aveva dichiarato inammissibile un appello per tardività. Il motivo è che la corte territoriale non ha considerato l’estensione di 15 giorni del termine impugnazione assente, prevista dall’art. 585, comma 1 bis, cod. proc. pen., per l’imputato dichiarato assente nel processo di primo grado. La Cassazione ha quindi rinviato il caso per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Impugnazione Assente: la Cassazione conferma i 15 giorni aggiuntivi

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce la certezza del diritto e il corretto svolgimento del giudizio. Tuttavia, la legge prevede specifiche tutele per l’imputato, soprattutto quando non è presente in aula. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito l’importanza di una di queste garanzie: l’estensione del termine impugnazione assente, come previsto dall’art. 585, comma 1 bis, del codice di procedura penale.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Perugia il 2 febbraio 2023. L’imputato, dichiarato assente durante quel giudizio, proponeva appello tramite il suo difensore e personalmente nei primi giorni di marzo 2023.

Successivamente, con un’ordinanza del 29 giugno 2024, la Corte d’Appello di Perugia dichiarava gli atti di appello inammissibili per tardività. Secondo la Corte territoriale, l’impugnazione era stata presentata oltre i termini ordinari previsti dalla legge.

Contro questa decisione, l’imputato presentava ricorso per cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse commesso un errore di diritto. La tesi difensiva si fondava su un punto cruciale: essendo stato dichiarato assente in primo grado, il termine per l’impugnazione avrebbe dovuto essere prolungato di 15 giorni, rendendo così l’appello pienamente tempestivo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno annullato l’ordinanza della Corte d’Appello e hanno disposto il rinvio del procedimento allo stesso ufficio giudiziario per un nuovo esame nel merito. La decisione della Cassazione si basa sulla constatazione che la Corte d’Appello ha omesso di applicare una norma procedurale fondamentale introdotta per rafforzare le garanzie difensive dell’imputato assente.

Le Motivazioni: Il Termine Impugnazione Assente e l’Art. 585 c.p.p.

Il cuore della motivazione risiede nella corretta interpretazione e applicazione dell’articolo 585, comma 1 bis, del codice di procedura penale. Questa disposizione stabilisce che, quando la sentenza di primo grado è emessa nei confronti di un imputato assente, il termine per proporre impugnazione è aumentato di 15 giorni.

La Corte di Cassazione ha evidenziato come la Corte d’Appello di Perugia abbia completamente trascurato questo aspetto. La sentenza di primo grado era stata emessa dopo l’entrata in vigore della nuova disciplina, e l’imputato era stato effettivamente dichiarato assente. Di conseguenza, il calcolo del termine per l’appello avrebbe dovuto obbligatoriamente includere l’estensione di 15 giorni.

L’errore della Corte territoriale è stato quello di applicare il termine ordinario senza considerare la specifica condizione processuale dell’imputato. Questo ha portato a una declaratoria di inammissibilità illegittima, che ha leso il diritto di difesa e il diritto a un doppio grado di giudizio nel merito. La Cassazione, correggendo l’errore, ripristina la corretta applicazione della legge.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche e serve come monito per i giudici di merito. In primo luogo, ribadisce la centralità delle garanzie difensive previste per l’imputato assente, una figura processuale che, pur essendo a conoscenza del procedimento, sceglie di non parteciparvi.

In secondo luogo, sottolinea l’obbligo per le corti di verificare con attenzione lo status dell’imputato al momento dell’emissione della sentenza di primo grado prima di calcolare i termini per l’impugnazione. L’applicazione dell’art. 585, comma 1 bis, c.p.p. non è una facoltà, ma un obbligo di legge.

Infine, la decisione rafforza la certezza del diritto, assicurando che le nuove disposizioni normative, introdotte a tutela dell’imputato, siano effettivamente applicate in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Per gli avvocati, è un’ulteriore conferma della necessità di vigilare attentamente sul rispetto di queste garanzie procedurali, fondamentali per l’esito del processo.

Cosa succede al termine per presentare appello se l’imputato era assente in primo grado?
Il termine ordinario per proporre l’impugnazione viene esteso di 15 giorni, come previsto dall’articolo 585, comma 1 bis, del codice di procedura penale.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Appello?
La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza perché la Corte d’Appello aveva dichiarato l’appello tardivo, senza applicare la norma che concede 15 giorni in più per l’impugnazione all’imputato dichiarato assente.

Qual è stata la conseguenza pratica della sentenza della Cassazione?
L’ordinanza di inammissibilità è stata annullata e il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello di Perugia, che dovrà procedere a un nuovo giudizio, questa volta esaminando nel merito l’appello, poiché ora considerato tempestivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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