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Termine impugnazione assente: 15 giorni in più

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di inammissibilità di un appello, chiarendo che, a seguito della Riforma Cartabia, il termine per impugnare la sentenza per un imputato giudicato in assenza è aumentato di 15 giorni. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva erroneamente calcolato solo i 15 giorni standard, senza aggiungere l’estensione prevista dalla novella, rendendo l’appello tempestivo e non tardivo.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Impugnazione Assente: la Cassazione Aggiunge 15 Giorni

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro del sistema giudiziario, ma cosa succede quando una nuova legge li modifica? Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 9108 del 2025, offre un chiarimento fondamentale sul termine impugnazione assente, stabilendo che la Riforma Cartabia ha introdotto un’estensione di 15 giorni per l’imputato non presente al processo. Questa decisione corregge l’errore di una Corte d’Appello e riafferma un’importante garanzia difensiva.

I Fatti del Caso

Un imputato, giudicato in assenza dal Tribunale di Reggio Calabria, proponeva appello avverso la sentenza di condanna. La Corte di appello, tuttavia, dichiarava il gravame inammissibile, ritenendolo tardivo. Secondo i giudici di secondo grado, l’appello era stato depositato oltre il termine di 15 giorni previsto dalla legge. L’imputato, tramite il suo difensore, ricorreva in Cassazione, sostenendo che la Corte territoriale avesse commesso un errore di calcolo, non tenendo conto della specifica normativa introdotta per gli imputati assenti.

La Questione Giuridica sul Termine Impugnazione Assente

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’articolo 585, comma 1-bis, del codice di procedura penale. Questa norma, introdotta dal D.Lgs. 150/2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia), stabilisce testualmente: “I termini previsti dal comma 1 sono aumentati di 15 giorni per l’impugnazione del difensore dell’imputato giudicato in assenza”.
La difesa sosteneva che la Corte d’Appello avesse illegittimamente ignorato questa disposizione, applicabile a tutte le sentenze pronunciate dopo il 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della riforma. Di conseguenza, al termine ordinario di 15 giorni (previsto per le sentenze con motivazione contestuale al dispositivo) dovevano essere aggiunti ulteriori 15 giorni.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno innanzitutto chiarito la ratio della nuova norma: consentire a chi è rimasto assente durante il processo di avere un margine di tempo maggiore per riflettere sulla sentenza e conferire un mandato specifico al proprio difensore per l’impugnazione. Questo adempimento richiede un’adeguata interlocuzione tra assistito e legale, che giustifica l’estensione del termine.

La Corte ha verificato che la sentenza di primo grado era stata emessa il 18 gennaio 2024, quindi in un’epoca in cui la riforma era pienamente in vigore. Di conseguenza, la Corte d’Appello ha commesso un palese errore nel calcolare il termine in soli 15 giorni. Ai quindici giorni decorrenti dalla lettura del dispositivo e della motivazione, infatti, dovevano essere sommati gli altri quindici previsti dal comma 1-bis dell’art. 585 c.p.p. L’appello, pertanto, non era affatto tardivo.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata. Questo significa che la decisione di inammissibilità è stata cancellata e gli atti sono stati trasmessi nuovamente alla Corte di appello di Reggio Calabria affinché proceda a celebrare il giudizio di secondo grado. La sentenza riafferma un principio di garanzia cruciale: il termine impugnazione assente è raddoppiato nei casi di sentenze con motivazione contestuale, passando da 15 a 30 giorni. Un monito importante per tutti gli operatori del diritto sull’obbligo di applicare correttamente le nuove disposizioni processuali.

Qual è il corretto termine per impugnare una sentenza per un imputato giudicato in assenza?
Secondo l’art. 585, comma 1-bis, del codice di procedura penale, il termine standard per l’impugnazione (nel caso specifico, 15 giorni dalla lettura del dispositivo e della motivazione) è aumentato di ulteriori 15 giorni, per un totale di 30 giorni.

Per quale motivo la legge prevede un termine più lungo per l’imputato assente?
La ratio della norma è quella di garantire all’imputato che non ha partecipato al processo un margine di tempo maggiore per poter avere una piena interlocuzione con il proprio difensore, riflettere sulla decisione e conferire un mandato specifico per presentare l’impugnazione.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza della Corte d’Appello che aveva dichiarato l’appello inammissibile. Ha disposto la trasmissione degli atti alla stessa Corte d’Appello affinché celebri il processo d’appello, riconoscendo che l’impugnazione era stata presentata tempestivamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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