LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Termine giorni liberi: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa del mancato rispetto del “termine giorni liberi” di quindici giorni per il deposito della memoria difensiva. L’ordinanza sottolinea come il ritardo procedurale, unito alla mancanza di un contributo sostanziale dell’atto, precluda l’esame nel merito del ricorso, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine giorni liberi: quando un ritardo costa l’inammissibilità in Cassazione

Nel processo penale, la forma è sostanza. Il rispetto delle scadenze procedurali non è un mero formalismo, ma una garanzia fondamentale per il corretto svolgimento del giudizio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio, chiarendo le conseguenze del mancato rispetto del termine giorni liberi per il deposito di memorie difensive. L’inosservanza di tale scadenza può portare a una conseguenza drastica: la dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

I fatti del caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguardava un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. In vista dell’udienza fissata dinanzi alla Cassazione, il difensore del ricorrente depositava una memoria difensiva. Tuttavia, tale deposito avveniva solamente cinque giorni prima della data dell’udienza, violando in modo palese la normativa processuale.

Il ruolo cruciale del Termine giorni liberi

La legge processuale penale stabilisce che le memorie difensive debbano essere presentate rispettando un termine di quindici giorni “liberi” prima dell’udienza. Questo significa che tra la data di deposito dell’atto e la data dell’udienza devono intercorrere almeno quindici giorni interi, senza contare né il giorno iniziale (quello del deposito) né quello finale (quello dell’udienza). Questo lasso di tempo è essenziale per consentire al collegio giudicante di esaminare adeguatamente gli argomenti difensivi e preparare la decisione.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha fondato la sua decisione su due pilastri argomentativi, entrambi di fondamentale importanza.

In primo luogo, la Corte ha rilevato la violazione procedurale in sé. Il deposito della memoria a soli cinque giorni dall’udienza ha integrato una palese violazione del termine perentorio di quindici giorni liberi. Citando precedenti giurisprudenziali consolidati, i giudici hanno ribadito che il mancato rispetto di questo termine impedisce alla memoria di essere presa in considerazione.

In secondo luogo, e in ogni caso, la Corte ha osservato che la memoria presentata era anche sostanzialmente inefficace. Il suo contenuto si limitava a riproporre le conclusioni già formulate, senza apportare alcun contributo specifico e critico rispetto ai motivi di impugnazione originariamente proposti. Non venivano mosse contestazioni mirate alle argomentazioni della sentenza impugnata. Anche sotto questo profilo, quindi, l’atto difensivo è stato ritenuto inutile ai fini della decisione, non avendo offerto elementi nuovi o pertinenti per contrastare la sentenza precedente.

Conclusioni: le implicazioni pratiche della decisione

La decisione della Suprema Corte è un monito per tutti i professionisti legali sull’importanza inderogabile del rigore processuale. La violazione di un termine perentorio come quello dei quindici giorni liberi non è una mera irregolarità, ma un vizio che può compromettere irrimediabilmente l’esito del giudizio, precludendo al giudice persino l’esame del merito della questione. La conseguenza è stata non solo la declaratoria di inammissibilità del ricorso, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma significativa in favore della Cassa delle ammende, a titolo sanzionatorio.

Qual è la conseguenza principale del deposito di una memoria difensiva fuori termine?
La conseguenza è che l’atto non può essere preso in considerazione dal giudice e, come in questo caso, può contribuire alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso stesso, con condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

Cosa significa esattamente “termine di quindici giorni liberi”?
Significa che tra il giorno in cui viene depositato l’atto e il giorno dell’udienza devono intercorrere quindici giorni completi. Non si contano né il giorno iniziale né quello finale nel calcolo di questo periodo.

Oltre al ritardo, la Corte ha valutato anche il contenuto della memoria?
Sì, la Corte ha specificato che, anche a prescindere dal ritardo, la memoria era comunque ininfluente perché non apportava alcun contributo specifico alla discussione, limitandosi a ripetere le conclusioni senza contrastare efficacemente i motivi della sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati