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Termine dilatorio difesa: nullo il DASPO convalidato

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di convalida di un DASPO perché emessa senza indicazione dell’orario, creando incertezza sul rispetto del termine dilatorio di 48 ore a disposizione della difesa. La Corte ha stabilito che tale incertezza viola il diritto di difesa e comporta la nullità del provvedimento di convalida, rendendo inefficace la misura restrittiva imposta dal Questore.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Dilatorio Difesa: La Cassazione Annulla la Convalida di un DASPO

Il rispetto dei tempi procedurali non è una mera formalità, ma una garanzia fondamentale del diritto di difesa. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 13371/2024) ribadisce questo principio, sottolineando come l’incertezza sull’orario di un provvedimento possa invalidare un’intera misura restrittiva. L’analisi del caso offre uno spaccato cruciale sull’importanza del termine dilatorio difesa nel procedimento di convalida delle misure di prevenzione come il DASPO.

I Fatti del Caso: Un DASPO e una Convalida Senza Orario

La vicenda ha origine da un provvedimento emesso dal Questore di Brescia, con il quale si imponevano a un cittadino le prescrizioni previste dall’art. 6 della legge n. 401/1989 (comunemente note come DASPO). Il provvedimento veniva notificato all’interessato in data 24 luglio 2023, alle ore 9:30.

La legge prevede che, entro 48 ore dalla notifica, il Pubblico Ministero debba chiedere la convalida del provvedimento al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP). Crucialmente, la stessa legge garantisce all’interessato un termine di 48 ore per presentare memorie difensive. Il GIP del Tribunale di Brescia convalidava il provvedimento del Questore con un’ordinanza depositata il 26 luglio 2023. Il problema? Il provvedimento del giudice riportava la data, ma non l’orario del deposito.

Il Ricorso in Cassazione e la Violazione del Termine Dilatorio Difesa

L’interessato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione, lamentando principalmente la violazione del termine dilatorio difesa. Il calcolo era semplice: il termine di 48 ore a disposizione della difesa scadeva alle ore 9:30 del 26 luglio 2023. L’ordinanza di convalida, datata 26 luglio 2023 ma priva di orario, non permetteva di verificare se fosse stata emessa prima o dopo la scadenza di tale termine. Questa incertezza, secondo la difesa, si traduceva in una lesione del diritto di difesa, in quanto non era garantito che il giudice avesse atteso la scadenza del termine prima di decidere.

Il ricorrente sollevava anche altre questioni, relative alla mancanza di motivazione sulla durata della misura (cinque anni) e sulle specifiche modalità di presentazione alla polizia giudiziaria, ma il primo motivo si è rivelato decisivo.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto il primo motivo di ricorso fondato e assorbente rispetto agli altri. Gli Ermellini hanno richiamato un principio consolidato nella loro giurisprudenza: la fase di convalida del provvedimento del Questore deve assicurare l’effettività del contraddittorio. Per fare ciò, è indispensabile che la convalida del GIP non intervenga prima che sia decorso il termine di quarantotto ore dalla notifica all’interessato.

Il Principio Cardine: 48 Ore per la Difesa

Il mancato rispetto di questo termine dilatorio difesa, finalizzato a consentire un pieno esercizio del diritto di difesa (ad esempio, presentando memorie o deduzioni), causa una nullità di ordine generale ai sensi dell’art. 178, lett. c) del codice di procedura penale.

L’Incertezza sull’Orario e le Conseguenze

La Corte ha inoltre ribadito un altro principio fondamentale: l’indicazione della sola data, senza l’ora, in un provvedimento soggetto a un termine di decadenza ‘orario’ ne causa l’inefficacia, a meno che dagli atti non emergano elementi certi per affermare che il termine sia stato rispettato. Nel caso di specie, la notifica era avvenuta alle 9:30 del 24 luglio, quindi il provvedimento di convalida non poteva essere adottato prima delle 9:30 del 26 luglio. Poiché l’ordinanza del GIP era priva di orario e non vi erano altri elementi per risolvere l’incertezza, la Corte ha concluso che il diritto di difesa del ricorrente era stato temporalmente limitato.

Le Conclusioni: Annullamento Senza Rinvio e Inefficacia della Misura

In definitiva, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata. La conseguenza diretta è la declaratoria di inefficacia del provvedimento del Questore, limitatamente all’obbligo di presentazione. Questa sentenza riafferma con forza che il rispetto delle scadenze procedurali, specialmente quando tutelano il diritto di difesa, non è un dettaglio trascurabile. L’incertezza generata da un’omissione, come la mancata indicazione dell’orario, deve sempre risolversi a favore della garanzia del giusto processo e del pieno esercizio dei diritti dell’individuo.

Quanto tempo ha la difesa per presentare memorie dopo la notifica di un provvedimento come il DASPO?
La difesa ha un termine dilatorio di 48 ore, che decorre dal momento esatto della notifica del provvedimento del Questore, per poter esercitare il proprio diritto di difesa, ad esempio depositando memorie scritte.

Cosa accade se il Giudice convalida il provvedimento prima che siano trascorse le 48 ore a disposizione della difesa?
L’ordinanza di convalida è affetta da una nullità di ordine generale, ai sensi dell’art. 178 lett. c) del codice di procedura penale, poiché il mancato rispetto di tale termine costituisce una violazione del diritto di difesa.

È sufficiente indicare solo la data nel provvedimento di convalida se questo è soggetto a un termine che si calcola in ore?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, per un provvedimento soggetto a un termine ‘orario’, la mancata indicazione dell’ora di deposito ne causa l’inefficacia, a meno che non sia possibile dimostrare con certezza, tramite altri atti del procedimento, che il termine è stato rispettato. In caso di incertezza irrisolvibile, si presume che il diritto di difesa sia stato violato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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