LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Termine difesa daspo urbano: 48 ore sono essenziali

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un ‘daspo urbano’ poiché il giudice ha emesso la sua decisione prima della scadenza del termine di 48 ore, concesso per legge all’interessato per presentare le proprie memorie difensive. La sentenza ribadisce che il rispetto del termine difesa daspo urbano è un presupposto fondamentale per la legittimità della misura, a pena di nullità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine difesa daspo urbano: la Cassazione ribadisce il diritto alle 48 ore

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale a tutela del diritto di difesa: il termine difesa daspo urbano non può essere inferiore a 48 ore. Questo significa che il Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.) non può convalidare la misura restrittiva emessa dal Questore prima che sia trascorso questo lasso di tempo dalla notifica al cittadino. La decisione in esame, la n. 29663 del 2025, annulla una convalida prematura, sottolineando come la compressione di questo termine renda illegittimo il provvedimento.

I fatti del caso

A un giovane, a seguito del suo presunto coinvolgimento in episodi di violenza e rissa, veniva notificato un provvedimento del Questore. La misura, nota come ‘daspo urbano’, gli imponeva il divieto di accedere a una serie di locali pubblici per tre anni e, in aggiunta, l’obbligo di presentarsi in Questura due volte a settimana per un anno. Il provvedimento gli veniva notificato alle ore 11:00 del 12 febbraio. Il giorno seguente, alle ore 15:09, il G.I.P. del Tribunale competente emetteva l’ordinanza di convalida. La difesa del giovane, che aveva inviato una memoria difensiva via telematica solo un’ora prima della convalida, ha impugnato l’ordinanza del G.I.P. dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’importanza del termine difesa daspo urbano nel ricorso

Il ricorso si fondava su due motivi principali, ma quello decisivo riguardava la violazione del diritto di difesa. La difesa sosteneva che il tempo intercorso tra la notifica del provvedimento del Questore (12 febbraio, ore 11:00) e la sua convalida da parte del G.I.P. (13 febbraio, ore 15:09) era stato insufficiente. In pratica, al ricorrente non erano state concesse le 48 ore previste dalla legge per preparare e depositare adeguatamente le proprie memorie difensive. Questo ‘contraddittorio cartolare’ è essenziale per permettere al cittadino di esporre le proprie ragioni al giudice prima che questi decida sulla legittimità della misura restrittiva. L’ordinanza di convalida, intervenuta dopo appena 28 ore, aveva di fatto vanificato tale diritto.

Le motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato e assorbente rispetto alle altre censure. I giudici hanno richiamato un orientamento giurisprudenziale consolidato, nato in relazione al DASPO sportivo ma pienamente applicabile, per espressa previsione normativa, anche al ‘daspo urbano’.

Il principio è chiaro: la legge prevede un termine di 48 ore entro cui il Pubblico Ministero deve richiedere la convalida al G.I.P. La giurisprudenza, supportata anche da una pronuncia della Corte Costituzionale (n. 144/1997), ha stabilito che un termine identico deve essere garantito al destinatario del provvedimento per esercitare il proprio diritto di difesa. Di conseguenza, il giudice non può decidere sulla convalida prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica del provvedimento all’interessato. Questo periodo è ritenuto il minimo indispensabile per consentire l’esame della documentazione e la preparazione di adeguate deduzioni difensive.

Nel caso specifico, la convalida era intervenuta prima dello scadere di tale termine. La Corte ha qualificato questa violazione come causa di nullità generale, poiché incide direttamente sull’esercizio del diritto di difesa. L’ordinanza del G.I.P. è stata quindi dichiarata affetta da un vizio di violazione di legge.

Conclusioni

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza di convalida impugnata. L’effetto immediato di questa decisione è la cessazione dell’efficacia del provvedimento del Questore, limitatamente alla parte che imponeva l’obbligo di presentazione. Questa sentenza rafforza un importante baluardo di garanzia per il cittadino: anche nelle procedure d’urgenza come quelle relative alle misure di prevenzione, il diritto di difesa non può essere compresso o sacrificato. Il rispetto del termine difesa daspo urbano di 48 ore è un requisito non formale ma sostanziale, la cui inosservanza rende l’intero procedimento di convalida nullo.

Qual è il termine minimo che deve essere concesso per difendersi prima della convalida di un daspo urbano?
Secondo la sentenza, deve essere concesso un termine non inferiore a 48 ore dalla notifica del provvedimento del Questore per permettere all’interessato di depositare memorie e deduzioni difensive.

Cosa succede se il giudice convalida il daspo prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica?
Se la decisione sulla convalida interviene prima della scadenza del termine di 48 ore, l’ordinanza di convalida è affetta da un vizio di violazione di legge ed è nulla, in quanto comprime indebitamente il diritto di difesa dell’interessato.

La regola delle 48 ore vale solo per il daspo sportivo o anche per il cosiddetto ‘daspo urbano’?
Sì, la sentenza chiarisce che la regola, originariamente stabilita per i provvedimenti legati a manifestazioni sportive, è applicabile anche ai provvedimenti di ‘daspo urbano’ grazie a un’espressa previsione normativa che estende le medesime garanzie procedurali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati