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Termine difesa DASPO: la Cassazione annulla convalida

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un DASPO con obbligo di presentazione, poiché emessa prima della scadenza del termine di 48 ore a disposizione dell’interessato per presentare le proprie difese. La sentenza ribadisce che il rispetto del termine difesa DASPO è un requisito fondamentale per la salvaguardia del diritto al contraddittorio, e la sua violazione comporta la nullità del provvedimento di convalida.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Difesa DASPO: la Convalida Affrettata del GIP è Nulla

Il diritto di difesa è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento giuridico, anche nell’ambito delle misure di prevenzione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce con forza questo principio, sottolineando l’importanza del termine difesa DASPO concesso all’interessato. La Corte ha chiarito che qualsiasi atto di convalida da parte del Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) emesso prima della scadenza delle 48 ore dalla notifica del provvedimento del Questore è irrimediabilmente nullo. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: un DASPO e una Convalida Troppo Rapida

Il caso ha origine da un’ordinanza del Questore, emessa il 13 gennaio 2024, con la quale si vietava a un soggetto di accedere a manifestazioni sportive su tutto il territorio nazionale per cinque anni. Oltre a ciò, veniva imposto l’obbligo di presentarsi presso una stazione dei Carabinieri in occasione degli incontri disputati da una specifica squadra di calcio.

Questo provvedimento veniva notificato all’interessato il 1° febbraio 2024 alle ore 17:30. Tuttavia, già il 3 febbraio 2024, alle ore 11:26, il G.i.p. del Tribunale competente depositava l’ordinanza di convalida. L’atto del giudice interveniva quindi prima che fossero trascorse le 48 ore canoniche a disposizione del destinatario per esercitare il proprio diritto di difesa.

Il Ricorso in Cassazione e la Violazione del Termine Difesa DASPO

Contro l’ordinanza di convalida, l’interessato proponeva ricorso per cassazione, lamentando principalmente la violazione dell’art. 6 della legge n. 401/1989. Il motivo centrale del ricorso era proprio la nullità del provvedimento del G.i.p., in quanto emesso prima che fosse decorso il termine di 48 ore dalla notifica dell’atto del Questore. Questo aveva comportato una palese lesione del diritto di difesa, impedendo di fatto al giudice di valutare le memorie difensive che, tra l’altro, erano state inviate proprio la mattina del 3 febbraio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo il primo motivo e assorbendo le ulteriori censure. I giudici hanno richiamato un principio consolidato nella loro giurisprudenza: la fase di convalida del provvedimento del Questore, pur essendo caratterizzata da un contraddittorio cartolare, deve garantire l’effettività del diritto di difesa.

La legge prevede un termine di 48 ore dalla notifica affinché il Pubblico Ministero richieda la convalida al G.i.p. Parallelamente, la Corte ha affermato che un identico termine di 48 ore deve essere riconosciuto all’interessato per presentare memorie o deduzioni al giudice competente. Questo termine dilatorio è finalizzato a consentire un effettivo esercizio del diritto di difesa.

Nel caso specifico, la notifica era avvenuta il 1° febbraio alle 17:30, quindi il termine sarebbe scaduto il 3 febbraio alle 17:30. L’ordinanza di convalida, depositata il 3 febbraio alle 11:26, è stata dunque emessa prematuramente. La Corte ha qualificato questa violazione come una nullità di ordine generale ai sensi dell’art. 178, lett. c), del codice di procedura penale, poiché incide direttamente sull’assistenza e la difesa dell’imputato (o, in questo caso, del soggetto sottoposto a misura di prevenzione).

Le Conclusioni

In conseguenza di questa grave violazione procedurale, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza di convalida impugnata. Di riflesso, ha dichiarato l’inefficacia del provvedimento del Questore, ma limitatamente alla parte che imponeva l’obbligo di presentazione.

Questa sentenza rappresenta un monito fondamentale sull’inderogabilità dei termini processuali posti a garanzia della difesa. Anche in procedimenti rapidi come la convalida del DASPO, il diritto al contraddittorio non può essere sacrificato in nome della celerità. Le 48 ore non sono un mero formalismo, ma uno spazio temporale essenziale per permettere all’interessato di articolare le proprie ragioni e al giudice di decidere con piena cognizione di causa.

Quanto tempo ha una persona per difendersi da un provvedimento del Questore che impone l’obbligo di presentazione alla polizia?
La persona ha un termine di 48 ore, decorrente dalla notifica del provvedimento, per presentare personalmente o tramite difensore memorie o deduzioni al giudice competente per la convalida.

Cosa succede se il Giudice per le indagini preliminari (G.i.p.) convalida il provvedimento prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica?
Se il G.i.p. emette l’ordinanza di convalida prima dello scadere del termine di 48 ore, tale ordinanza è affetta da nullità di ordine generale per violazione del diritto di difesa, come stabilito dall’art. 178, lett. c), del codice di procedura penale.

Qual è la conseguenza dell’annullamento della convalida da parte della Cassazione?
La Corte di Cassazione, accertata la nullità, annulla senza rinvio l’ordinanza di convalida. Questo comporta l’inefficacia del provvedimento del Questore per la parte che era soggetta a convalida, ovvero l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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