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Termine difesa DASPO: la Cassazione annulla convalida

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un DASPO con obbligo di presentazione, poiché emessa dal GIP prima della scadenza delle 48 ore concesse all’interessato per presentare le proprie memorie. La sentenza ribadisce che il mancato rispetto del termine difesa DASPO costituisce una violazione del diritto al contraddittorio e causa la nullità insanabile del provvedimento del giudice.

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Pubblicato il 18 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine difesa DASPO: la convalida prima di 48 ore è nulla

Il diritto alla difesa è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento giuridico, anche nei procedimenti più rapidi e sommari. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato con forza questo principio, stabilendo che il termine difesa DASPO di 48 ore è inviolabile. La decisione del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di convalidare un provvedimento del Questore prima della scadenza di tale termine comporta la nullità dell’atto, poiché impedisce all’interessato di esercitare pienamente il proprio diritto al contraddittorio. Approfondiamo i dettagli di questa importante pronuncia.

I fatti del caso

La vicenda trae origine da un provvedimento emesso dal Questore, con cui veniva imposto a un cittadino un DASPO per la durata di cinque anni. La misura non si limitava al divieto di accesso ai luoghi delle competizioni sportive, ma includeva anche l’obbligo di presentazione all’autorità di Pubblica Sicurezza in occasione delle manifestazioni calcistiche.

Il provvedimento del Questore veniva notificato all’interessato in una data specifica. Il giorno successivo, senza attendere la scadenza delle 48 ore previste dalla legge, il GIP emetteva l’ordinanza di convalida. L’interessato, nel frattempo, depositava la propria memoria difensiva entro il termine di 48 ore, ma il giudice non ne teneva conto, avendola ricevuta dopo aver già deciso.

Sentendosi privato del proprio diritto di difesa, il cittadino proponeva ricorso per cassazione, lamentando proprio la violazione dei termini procedurali e l’omessa valutazione delle sue argomentazioni.

Il rispetto del termine difesa DASPO come garanzia del contraddittorio

La questione giuridica sottoposta alla Corte di Cassazione era chiara: la convalida dell’obbligo di presentazione, disposta dal GIP prima che fossero decorse le 48 ore dalla notifica del provvedimento del Questore, è legittima? La risposta della Suprema Corte è stata un netto no.

I giudici hanno richiamato un consolidato orientamento giurisprudenziale, secondo cui il destinatario del provvedimento del Questore ha il diritto indiscutibile di esaminare gli atti e presentare memorie e deduzioni al giudice della convalida. Per garantire l’effettività di tale diritto, è necessario un termine minimo, individuato dalla giurisprudenza in 48 ore, analogamente a quanto previsto per la richiesta di convalida da parte del Pubblico Ministero.

La decisione della Corte di Cassazione e le motivazioni

La Corte ha stabilito che il mancato rispetto di questo termine incide direttamente sul diritto di difesa. Si tratta di un termine “incomprimibile”, la cui funzione è proprio quella di assicurare un contraddittorio effettivo, permettendo al soggetto di approntare le proprie difese. Pertanto, la convalida di un DASPO con obbligo di firma non può intervenire prima che sia trascorso questo lasso temporale dalla notifica all’interessato.

L’inosservanza di questa regola procedurale, non consentendo l’effettivo esercizio del diritto di difesa, costituisce una causa di nullità generale ai sensi dell’art. 178, lettera c), del codice di procedura penale. Nel caso specifico, l’ordinanza del GIP è stata emessa il giorno dopo la notifica e prima del deposito della memoria difensiva, che è avvenuto tempestivamente entro le 48 ore. Questa prematurità ha reso nullo il provvedimento di convalida.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Sulla base di queste motivazioni, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata, dichiarando l’inefficacia dell’obbligo di presentazione imposto dal Questore. La decisione ha implicazioni pratiche di grande rilievo. Essa funge da monito per i GIP, che devono attendere scrupolosamente la scadenza delle 48 ore prima di procedere alla convalida di misure restrittive come l’obbligo di presentazione connesso al DASPO. Questa sentenza rafforza le garanzie difensive del cittadino, confermando che anche nei procedimenti volti a tutelare l’ordine pubblico, le regole procedurali poste a presidio del diritto di difesa non possono essere compresse o ignorate.

Quanto tempo ha una persona per presentare una memoria difensiva dopo aver ricevuto un DASPO con obbligo di firma?
La persona interessata ha un termine di 48 ore, decorrenti dal momento della notifica del provvedimento del Questore, per esaminare gli atti e presentare le proprie deduzioni difensive al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP).

Cosa succede se il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) convalida il DASPO prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica?
Se il GIP emette l’ordinanza di convalida prima dello scadere del termine di 48 ore, il suo provvedimento è nullo. La Corte di Cassazione ha stabilito che questa azione viola il diritto di difesa dell’interessato.

La violazione del termine per la difesa è considerata un errore grave?
Sì, secondo la sentenza, il mancato rispetto del termine di 48 ore è una causa di nullità generale prevista dall’articolo 178, lettera c), del codice di procedura penale, poiché impedisce l’effettivo esercizio del diritto di difesa e del principio del contraddittorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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