Termine deposito motivazione: il verbale d’udienza è decisivo
Il rispetto dei termini processuali è un pilastro del sistema giudiziario, e la sua violazione può avere conseguenze definitive, come la dichiarazione di inammissibilità di un’impugnazione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 37746/2025, ribadisce un principio fondamentale riguardo al calcolo del termine deposito motivazione di una sentenza, un momento chiave da cui decorre il tempo utile per proporre appello.
I Fatti di Causa
Il caso nasce da un’ordinanza della Corte di Appello di Venezia, che aveva dichiarato inammissibile, perché tardivo, l’appello proposto da un imputato contro una sentenza del Tribunale di Vicenza. L’appello era stato depositato il 25 febbraio 2025, a fronte di una sentenza emessa il 18 novembre 2024.
La difesa del ricorrente sosteneva che il giudice di primo grado si fosse riservato un termine di novanta giorni per il deposito delle motivazioni. Secondo questa tesi, il deposito dell’appello sarebbe stato tempestivo. La Corte di Appello, invece, aveva ritenuto applicabile il termine legale di quindici giorni, rendendo di fatto l’impugnazione tardiva.
Il ruolo del termine deposito motivazione per l’impugnazione
La questione giuridica verteva interamente sulla corretta individuazione del termine deposito motivazione. Il ricorrente lamentava un’omissione nella sentenza che avrebbe indotto in errore la Corte di Appello, portandola a considerare il termine standard di quindici giorni invece di quello, a suo dire più lungo, di novanta giorni.
Il calcolo dei termini per impugnare una sentenza è strettamente legato alla data di deposito della sua motivazione. Se il giudice non indica un termine specifico nel dispositivo letto in udienza, si applica per legge il termine di quindici giorni. È solo dopo il deposito della motivazione completa che la parte soccombente ha un quadro chiaro per poter redigere un appello fondato.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha respinto il ricorso, definendolo ‘manifestamente infondato’. Gli Ermellini hanno chiarito che, contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, non vi era alcuna prova di una riserva di novanta giorni. Anzi, l’analisi degli atti processuali ha rivelato l’esatto opposto.
Le Motivazioni
La motivazione della Cassazione si basa su un’analisi fattuale inoppugnabile. I giudici hanno rilevato che né nel dispositivo della sentenza di primo grado né in altre parti del documento era indicato un termine diverso da quello legale. Soprattutto, il verbale dell’udienza in cui la sentenza era stata emessa attestava chiaramente, subito dopo la lettura del dispositivo, che il termine per il deposito della motivazione era di quindici giorni.
La sentenza è stata poi effettivamente depositata in cancelleria il 2 dicembre 2024. Di conseguenza, il termine di trenta giorni per proporre appello (ai sensi dell’art. 585, lett. b, c.p.p.) decorreva dal 4 dicembre 2024. L’appello, depositato il 25 febbraio 2025, risultava quindi depositato ben oltre la scadenza. La conclusione della Corte di Appello, che aveva dichiarato l’inammissibilità per tardività, è stata pertanto ritenuta ‘ineccepibile’.
Conclusioni
Questa sentenza riafferma un principio procedurale di grande importanza pratica: in assenza di una chiara indicazione nel dispositivo di un termine più lungo per il deposito della motivazione, si presume quello legale di quindici giorni. Inoltre, il verbale di udienza costituisce una prova fondamentale per dirimere ogni dubbio in merito. Gli avvocati devono prestare la massima attenzione a quanto viene verbalizzato in udienza, poiché da quel momento possono dipendere le sorti di un’intera impugnazione. Un errore nel calcolo dei termini, come dimostra questo caso, può precludere definitivamente la possibilità di far valere le proprie ragioni in un grado di giudizio superiore.
Qual è il termine standard per depositare la motivazione di una sentenza se il giudice non ne indica uno diverso?
Se nel dispositivo letto in udienza non è indicato un termine specifico, il termine per il deposito della motivazione è quello previsto dalla legge, ovvero quindici giorni.
In caso di incertezza, quale documento fa fede per stabilire il termine di deposito della motivazione?
Il verbale di udienza è il documento che fa fede. La Corte di Cassazione ha chiarito che quanto riportato nel verbale prevale su eventuali deduzioni o interpretazioni della parte, in quanto attesta ufficialmente le decisioni prese dal giudice durante l’udienza.
Cosa accade se un appello viene depositato oltre il termine consentito?
Un appello depositato oltre i termini previsti dalla legge viene dichiarato inammissibile per tardività. Ciò significa che i giudici non esamineranno il merito dell’impugnazione, e la sentenza di primo grado diventerà definitiva.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 6 Num. 37746 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 6 Num. 37746 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 04/11/2025
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
NOME NOME, nato a Thiene il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 07/04/2025 della Corte di appello di Venezia visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dalla consigliera NOME COGNOME; letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale NOME AVV_NOTAIO, che ha chiesto l’annullamento senza rinvio dell’ordinanza impugnata e la trasmissione degli atti alla Corte di appello di Venezia per ulteriore corso.
RITENUTO IN FATTO
NOME COGNOME chiede l’annullamento dell’ordinanza del 7 aprile 2025 con la quale la Corte di appello di Venezia ha dichiarato inammissibile, perché tardivo, l’appello depositato il 25 febbraio 2025 proposto avverso la sentenza del 18 novembre 2024 del Tribunale di Vicenza.
Il ricorrente sostiene che, per come si evince dalla intestazione della sentenza e dal verbale di udienza, il giudice monocratico si era riservato il termine di novanta giorni per il deposito della motivazione, termine che non veniva riportato
nella sentenza stessa, omissione che ha indotto l’errore della Corte di appello secondo cui il deposito della motivazione era riservato a giorni quindici.
Il corretto computo del termine di deposito della sentenza, con scadenza al 15 febbraio 2025, comporta la tempestività dell’appello.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il ricorso è inammissibile per la manifesta infondatezza, in punto di fatto, del rilievo difensivo.
Premesso che nel dispositivo della sentenza del 18 novembre 2024 del Tribunale di Vicenza non è indicato un termine del deposito della motivazione, che neppure risulta da altr)2parti della sentenza e che, in tal caso, il termine si intende quello di legge (cioè quindici giorni), rileva la Corte che non risulta indicato alcun diverso termine di deposito né dal dispositivo letto in udienza né dal verbale di udienza in cui, al contrario, si dà atto, dopo la lettura del dispositivo, che il termine di deposito della sentenza è quello di giorni 15.
Il termine di deposito è stato rispettato / poiché la sentenza risulta depositata in cancelleria il 2 dicembre 2024 e, pertanto, dal 4 dicembre 2024 decorreva il termine di trenta giorni – ai sensi dell’art. 585, lett. b), cod. proc. pen. – per proposizione dell’appello depositato, invece, il 25 febbraio 2025 dall’AVV_NOTAIO COGNOME.
E’, quindi, ineccepibile la conclusione cui è pervenuta la Corte di appello di Venezia con l’ordinanza impugnata / dichiarando inammissibile, per tardività, l’appello proposto dall’imputato.
Consegue alla inammissibilità del ricorso la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 4 novembre 2025