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Termine convalida DASPO: annullamento per lesione difesa

Un tifoso ha ricevuto un provvedimento del Questore (DASPO) con obbligo di presentazione alla polizia durante le partite di calcio. L’ordinanza di convalida del Giudice è stata emessa prima della scadenza del termine di 48 ore dalla notifica, impedendo un’efficace difesa. La Corte di Cassazione ha annullato tale ordinanza, dichiarando la misura inefficace, poiché il mancato rispetto del termine convalida DASPO costituisce una violazione del diritto di difesa e causa di nullità generale.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Convalida DASPO: la Cassazione Annulla per Violazione del Diritto di Difesa

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha riaffermato un principio cruciale a tutela del diritto di difesa: il rigoroso rispetto del termine convalida DASPO. La decisione sottolinea come un’ordinanza emessa prima della scadenza del termine di 48 ore dalla notifica del provvedimento del Questore sia nulla, in quanto lede le garanzie difensive del cittadino. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un provvedimento emesso dal Questore di una città del nord Italia, con cui veniva imposto a un tifoso l’obbligo di presentarsi presso gli uffici di polizia in occasione degli incontri di calcio disputati dalla squadra locale e dalla Nazionale. Questo tipo di misura, nota come DASPO con obbligo di firma, richiede una convalida da parte dell’autorità giudiziaria.

Il provvedimento del Questore era stato notificato all’interessato il 24 luglio alle ore 12:55. Il Pubblico Ministero aveva richiesto la convalida il giorno successivo e il Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) l’aveva emessa il 26 luglio. Il difensore del tifoso ha impugnato l’ordinanza di convalida sostenendo, tra le altre cose, che fosse stata emessa prematuramente, ovvero prima che fossero trascorse le 48 ore previste dalla legge per permettere all’interessato di predisporre la propria difesa.

Il Principio sul Termine Convalida DASPO Affermato dalla Cassazione

Il ricorso è stato accolto dalla Suprema Corte, che ha ritenuto fondato e assorbente il primo motivo di doglianza. La Corte ha richiamato il suo consolidato orientamento giurisprudenziale, secondo cui la convalida del provvedimento del Questore non può intervenire prima che sia decorso il termine dilatorio di quarantotto ore dalla notifica all’interessato.

Questo termine non è una mera formalità, ma una garanzia fondamentale. Esso è posto a presidio dell’effettivo esercizio del diritto di difesa, consentendo al destinatario della misura e al suo legale di preparare memorie e argomentazioni da sottoporre al giudice della convalida. L’inosservanza di tale termine, pertanto, non è una semplice irregolarità, ma integra una causa di nullità generale dell’atto.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha osservato che nel caso di specie era pacifico che la notifica fosse avvenuta il 24 luglio alle 12:55 e che l’ordinanza di convalida fosse stata emessa il 26 luglio, senza alcuna indicazione dell’orario. Sebbene la giurisprudenza ammetta che l’assenza dell’orario non comporti automaticamente la caducazione della misura, ciò è possibile solo se dagli atti si possa comunque ricavare con certezza il rispetto del termine di 48 ore.

In questa vicenda, non è emersa alcuna indicazione idonea a comprovare che il G.i.p. avesse rispettato il termine dilatorio. L’emissione dell’ordinanza ‘molto probabilmente’ prima della scadenza delle 48 ore ha irrimediabilmente compromesso il diritto di difesa del ricorrente. Di conseguenza, la Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza in esame ribadisce con forza che le garanzie procedurali, specialmente quelle che incidono sulla libertà personale e tutelano il diritto di difesa, devono essere rispettate con il massimo rigore. L’annullamento dell’ordinanza di convalida e la conseguente declaratoria di inefficacia del provvedimento del Questore dimostrano che una violazione procedurale, come l’inosservanza del termine convalida DASPO, ha conseguenze drastiche. Per le autorità di polizia e giudiziarie, questa decisione è un monito a verificare scrupolosamente la tempistica delle procedure di convalida, mentre per i cittadini e i loro difensori rappresenta una conferma della solidità delle tutele previste dall’ordinamento.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida del DASPO?
La Corte ha annullato l’ordinanza perché è stata emessa prima che fossero trascorse le 48 ore dalla notifica del provvedimento al destinatario. Questo mancato rispetto del termine ha violato il diritto di difesa dell’interessato.

Qual è la conseguenza del mancato rispetto del termine di 48 ore per la convalida?
Secondo la sentenza, l’inosservanza del termine di 48 ore, non consentendo l’effettivo esercizio del diritto di difesa, è causa di nullità generale dell’ordinanza di convalida.

Cosa succede se sull’ordinanza di convalida manca l’indicazione dell’orario di emissione?
L’omessa indicazione dell’orario non comporta automaticamente l’annullamento della misura, a condizione che sia possibile ricavare dagli atti che il termine di 48 ore sia stato comunque rispettato. Se, come nel caso di specie, tale prova manca, l’ordinanza è illegittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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