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Termine a comparire: Cassazione annulla la sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’Appello per violazione del termine a comparire di 40 giorni. La Corte ha stabilito che il nuovo termine, introdotto dalla Riforma Cartabia, era già in vigore al momento del giudizio, e il suo mancato rispetto costituisce una nullità di ordine generale che lede il diritto di difesa. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine a Comparire in Appello: Cassazione Annulla Sentenza per Violazione della Riforma Cartabia

Con la recente sentenza n. 15115 del 2024, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale a tutela del diritto di difesa: il rispetto del nuovo termine a comparire nel giudizio d’appello. La Suprema Corte ha annullato una condanna perché la Corte d’Appello non aveva concesso all’imputato i 40 giorni minimi previsti dalla Riforma Cartabia per prepararsi all’udienza, chiarendo un importante dubbio interpretativo sull’entrata in vigore della norma.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una sentenza del Tribunale di Rimini che aveva condannato un imputato per reati legati agli stupefacenti (art. 73 D.P.R. 309/90) e per altri delitti. In secondo grado, la Corte di Appello di Bologna aveva parzialmente riformato la decisione: pur dichiarando estinti per prescrizione alcuni reati, aveva confermato la condanna per la violazione della legge sugli stupefacenti.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso in Cassazione lamentando diverse violazioni procedurali. Tra queste, spiccava il mancato rispetto del termine dilatorio per la comparizione all’udienza di appello.

Il Ruolo Decisivo del Termine a Comparire

Il motivo di ricorso che si è rivelato decisivo e assorbente rispetto a tutti gli altri è stata la violazione dell’art. 601, comma 3, del codice di procedura penale. La difesa ha sostenuto che, per l’udienza celebrata il 14 febbraio 2023, la Corte d’Appello avrebbe dovuto rispettare il nuovo termine a comparire di 40 giorni, introdotto dalla cosiddetta Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), e non più quello previgente di 20 giorni. Il mancato rispetto di questo termine, secondo il ricorrente, integrava una nullità di ordine generale.

Il Contesto Normativo e il Conflitto Giurisprudenziale

La questione non era scontata. Sull’immediata applicabilità del nuovo termine di 40 giorni si erano formati due orientamenti contrastanti in seno alla stessa Corte di Cassazione. Un primo orientamento sosteneva l’immediata entrata in vigore della nuova disciplina a far data dal 30 dicembre 2022. Un secondo, invece, riteneva che la nuova norma dovesse applicarsi solo alle impugnazioni proposte dopo il 30 giugno 2024, data legata alla proroga delle disposizioni emergenziali per la trattazione scritta dei processi.

Le Motivazioni della Cassazione

La Terza Sezione Penale ha risolto il contrasto aderendo al primo orientamento, ritenendolo più corretto. La Corte ha stabilito che la nuova disciplina dell’art. 601 c.p.p., che fissa in 40 giorni il termine a comparire nel giudizio di appello, è applicabile a partire dal 30 dicembre 2022.

Secondo i giudici, le norme che hanno esteso la durata del cosiddetto ‘rito cartolare’ (trattazione scritta) non hanno alcuna incidenza sulla disciplina dei termini a comparire. Quest’ultima è una garanzia fondamentale per l’imputato, finalizzata ad assicurare il pieno esercizio del diritto di difesa, e non è incompatibile con lo svolgimento del processo in forma scritta. Di conseguenza, il mancato rispetto del termine di 40 giorni ha determinato una nullità di ordine generale relativa all’intervento dell’imputato.

Le Conclusioni

Accogliendo il primo motivo di ricorso, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata. Poiché la violazione del termine a comparire ha viziato l’intero giudizio di secondo grado, la Corte ha disposto la trasmissione degli atti a un’altra sezione della Corte di Appello di Bologna per la celebrazione di un nuovo processo. Questa decisione sottolinea l’importanza inderogabile delle garanzie procedurali: anche in un’ottica di efficienza processuale, il diritto di difesa, che si sostanzia anche nel disporre di un congruo tempo per prepararsi al giudizio, non può essere sacrificato. La sentenza fissa un punto fermo sull’applicazione di una delle più importanti novità introdotte dalla Riforma Cartabia in materia di impugnazioni.

Qual è il motivo principale per cui la Cassazione ha annullato la sentenza d’appello?
La sentenza è stata annullata per la violazione del termine a comparire. La Corte d’Appello non ha rispettato il nuovo termine minimo di 40 giorni, introdotto dalla Riforma Cartabia, tra la notifica dell’avviso di udienza e la data dell’udienza stessa.

A partire da quando è applicabile il nuovo termine a comparire di 40 giorni nel giudizio d’appello?
Secondo la sentenza, il nuovo termine di 40 giorni è applicabile a far data dal 30 dicembre 2022, in base al combinato disposto delle norme che hanno dato attuazione alla Riforma Cartabia.

Quali sono le conseguenze della violazione del termine a comparire?
La violazione del termine a comparire costituisce una nullità di ordine generale relativa all’intervento dell’imputato, poiché lede il suo diritto di difesa. Tale vizio procedurale comporta l’annullamento della sentenza e la necessità di celebrare un nuovo giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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