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Termine a comparire appello: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, chiarendo un punto cruciale sulla disciplina transitoria del termine a comparire appello. La Corte ha stabilito che il nuovo termine di 40 giorni, introdotto dalla Riforma Cartabia, si applica solo ai ricorsi proposti a far data dal 1° luglio 2024. È stato inoltre ribadito che la Cassazione non può riesaminare nel merito le prove, ma solo verificare la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine a Comparire Appello: La Cassazione Fa Chiarezza sulla Riforma Cartabia

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è intervenuta per dirimere un’importante questione di diritto transitorio relativa al termine a comparire appello nel processo penale, modificato dalla Riforma Cartabia. La decisione offre un chiarimento fondamentale per gli operatori del diritto, stabilendo con precisione il momento a partire dal quale si applica il nuovo termine di quaranta giorni, più lungo rispetto al precedente.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato, condannato in primo e secondo grado per il reato di minaccia. L’imputato si è rivolto alla Corte di Cassazione, lamentando la nullità della sentenza della Corte d’Appello per due motivi principali, entrambi di natura procedurale e di merito.

I Motivi del Ricorso

Il ricorrente ha basato la sua impugnazione su due doglianze specifiche:
1. La violazione del termine a comparire: Si sosteneva che la Corte d’Appello non avesse rispettato il termine minimo di quaranta giorni tra la notifica del decreto di citazione e la data dell’udienza, termine introdotto dalla recente Riforma Cartabia (d.lgs. n. 150/2022).
2. L’illogicità della motivazione: Il secondo motivo criticava la sentenza d’appello per una presunta illogicità nella valutazione delle fonti di prova e nella ricostruzione dei fatti, proponendo di fatto una rilettura del materiale probatorio.

Le Motivazioni della Cassazione sul Termine a Comparire Appello

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambi i motivi. La parte più significativa della decisione riguarda il primo punto, relativo al termine a comparire appello. I giudici hanno chiarito che la nuova disciplina, che ha esteso a quaranta giorni il termine per la comparizione nei giudizi di appello, non ha effetto retroattivo indiscriminato.

Facendo riferimento a una precedente pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza n. 42124/2024), la Corte ha stabilito un principio di diritto chiaro: il nuovo termine si applica esclusivamente agli atti di impugnazione proposti a far data dal 1° luglio 2024.

Nel caso di specie, l’appello era stato proposto prima di tale data. Pertanto, la notifica del decreto di citazione, avvenuta il 23 luglio 2024 per un’udienza fissata il 20 settembre 2024, era perfettamente valida in quanto rispettosa della normativa applicabile ratione temporis (cioè, in base al tempo in cui l’atto era stato compiuto).

Il Principio di Irretroattività e la Valutazione delle Prove

Per quanto riguarda il secondo motivo di ricorso, la Corte ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza. Il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Ciò significa che la Corte non può sovrapporre la propria valutazione delle prove a quella effettuata dai giudici dei gradi precedenti. Il suo compito è verificare che la motivazione della sentenza impugnata sia immune da vizi logici manifesti e che sia stata applicata correttamente la legge.

La Corte ha ritenuto che, nel caso in esame, la motivazione della Corte d’Appello fosse logica, coerente e fondata su corretti argomenti giuridici. Di conseguenza, il tentativo del ricorrente di ottenere una nuova e diversa valutazione delle prove è stato giudicato inammissibile.

Le Conclusioni

L’ordinanza ha due importanti implicazioni pratiche:
1. Certezza del diritto: Stabilisce un punto fermo sull’applicazione temporale delle nuove norme procedurali introdotte dalla Riforma Cartabia, in particolare sul termine a comparire appello. Gli avvocati sanno ora con certezza che il termine di quaranta giorni vale solo per gli appelli presentati dopo il 1° luglio 2024.
2. Ruolo della Cassazione: Ribadisce i limiti invalicabili del giudizio di legittimità. La Corte Suprema non è un ‘terzo grado’ di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma il custode della corretta applicazione della legge e della coerenza logica delle decisioni giudiziarie.

Quando si applica il nuovo termine a comparire di 40 giorni nel giudizio di appello penale?
Secondo la Corte di Cassazione, il nuovo termine di quaranta giorni, introdotto dalla Riforma Cartabia, si applica esclusivamente agli atti di impugnazione proposti a far data dal 1° luglio 2024. Per gli appelli presentati prima di tale data, resta valido il termine precedente.

Può la Corte di Cassazione riesaminare le prove e la credibilità dei testimoni?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove o sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito. Il suo compito è limitato a verificare la corretta applicazione della legge e l’assenza di vizi logici evidenti nella motivazione della sentenza impugnata.

Cosa succede se la parte civile deposita la sua memoria difensiva in ritardo nel giudizio di Cassazione?
Se la memoria della parte civile viene depositata oltre il termine di legge, la Corte non condanna il ricorrente (anche se il ricorso viene respinto) alla rifusione delle spese legali sostenute dalla parte civile stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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