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Termine a comparire appello: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso basato sulla violazione del nuovo termine a comparire nell’appello penale di 40 giorni. La Corte ha stabilito, richiamando una pronuncia delle Sezioni Unite, che tale termine, introdotto dalla Riforma Cartabia, si applica esclusivamente agli atti di impugnazione proposti a far data dal 1° luglio 2024. Essendo il ricorso in esame antecedente a tale data, il motivo è stato ritenuto manifestamente infondato, con conseguente condanna del ricorrente alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine a Comparire Appello Penale: Quando si Applica la Nuova Norma?

La Riforma Cartabia ha introdotto significative modifiche alla procedura penale, tra cui l’estensione del termine a comparire appello penale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sull’applicazione temporale di questa nuova disciplina, chiarendo un punto fondamentale per gli operatori del diritto. La questione centrale riguarda la retroattività della norma che ha portato a 40 giorni il termine minimo per la comparizione nei giudizi di appello. Vediamo nel dettaglio il caso e la decisione della Suprema Corte.

I Fatti del Ricorso

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato, condannato in primo e secondo grado per reati legati agli stupefacenti. L’unico motivo di ricorso per cassazione era di natura prettamente procedurale: il difensore lamentava la violazione dell’articolo 601, comma 3, del codice di procedura penale, sostenendo che non fosse stato rispettato il nuovo termine a comparire di quaranta giorni per il giudizio d’appello.

La Disciplina del Termine a Comparire Appello Penale e la Riforma

Il d.lgs. n. 150/2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia) ha modificato l’art. 601 c.p.p., estendendo da 20 a 40 giorni il termine dilatorio che deve intercorrere tra la notifica del decreto di citazione e la data dell’udienza in appello. Questa modifica mira a rafforzare il diritto di difesa, concedendo più tempo all’imputato e al suo difensore per preparare adeguatamente il gravame.

La questione giuridica sottoposta alla Corte era se questa nuova, più favorevole, disposizione dovesse applicarsi a tutti i giudizi d’appello pendenti al momento della sua entrata in vigore o solo a quelli instaurati successivamente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo il motivo manifestamente infondato. La decisione si fonda su un principio consolidato, recentemente ribadito da una pronuncia delle Sezioni Unite (Sent. n. 42124/2024).

Le Motivazioni della Scelta

Il cuore della motivazione risiede nel principio del tempus regit actum, ovvero la regola secondo cui un atto giuridico è disciplinato dalla legge in vigore nel momento in cui viene compiuto. Le Sezioni Unite hanno chiarito che la nuova disciplina sul termine a comparire appello penale non ha efficacia retroattiva. Essa si applica, pertanto, esclusivamente agli atti di impugnazione proposti a far data dal 1° luglio 2024.

Poiché nel caso di specie l’impugnazione avverso la sentenza di primo grado era stata presentata in una data antecedente, la normativa applicabile era quella previgente, che prevedeva un termine più breve. Di conseguenza, nessuna violazione procedurale poteva essere eccepita. L’aver basato l’intero ricorso su una norma non applicabile al caso concreto ha reso il motivo manifestamente infondato, portando alla declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un punto fermo sull’applicazione temporale delle nuove norme procedurali introdotte dalla Riforma Cartabia. Per avvocati e imputati, ciò significa che la verifica del rispetto del termine a comparire di 40 giorni deve essere effettuata tenendo conto della data di proposizione dell’appello: se anteriore al 1° luglio 2024, si applicano le vecchie regole.

La decisione sottolinea anche le conseguenze di un ricorso inammissibile: oltre alla conferma della condanna, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro alla Cassa delle ammende. Un monito sull’importanza di fondare le proprie impugnazioni su motivi giuridicamente solidi e pertinenti alla fattispecie.

Il nuovo termine di 40 giorni per comparire in appello penale si applica a tutti i processi?
No. Secondo la Corte di Cassazione, questo nuovo termine si applica solo agli atti di impugnazione (appelli) proposti a partire dal 1° luglio 2024. Per gli appelli presentati prima di tale data, continuano a valere le regole precedenti.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione si basa su una norma non applicabile?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza del motivo. Questo comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso in questo caso è stato giudicato inammissibile?
Perché si contestava il mancato rispetto del termine di 40 giorni, ma la legge che ha introdotto tale termine non era applicabile al caso specifico, dato che l’appello era stato proposto prima del 1° luglio 2024. Il fondamento giuridico del ricorso era, quindi, inesistente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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