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Termine a comparire: annullata sentenza d’appello

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna della Corte d’Appello a causa del mancato rispetto del termine a comparire. La notifica della data d’udienza al nuovo difensore d’ufficio era avvenuta solo pochi giorni prima della celebrazione, comprimendo illegittimamente il diritto di difesa. La Suprema Corte ha ribadito che tale termine è una garanzia fondamentale, la cui violazione comporta la nullità del giudizio, anche se questo si svolge in forma scritta e non in presenza. Di conseguenza, il processo dovrà essere celebrato nuovamente davanti a un’altra sezione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine a Comparire: la Cassazione Annulla la Sentenza per Difetto di Notifica

Nel processo penale, le regole procedurali non sono meri formalismi, ma garanzie fondamentali a tutela del diritto di difesa. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sez. 5, n. 2130/2024) lo ribadisce con forza, annullando una condanna d’appello a causa del mancato rispetto del termine a comparire. Questo caso evidenzia come una notifica tardiva al difensore possa compromettere l’intero giudizio, anche quando questo si svolge in forma scritta.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine da una condanna per il reato di cui all’art. 495 c.p. (false dichiarazioni a un pubblico ufficiale), confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Milano. L’imputato, attraverso il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando una grave irregolarità procedurale.

Il problema è sorto durante la fase d’appello. La notifica della citazione per la prima udienza non era andata a buon fine. La Corte territoriale ha quindi disposto un primo rinvio e ordinato la rinnovazione della notifica. Anche questo tentativo ha incontrato difficoltà, portando la Corte a disporre un ulteriore rinvio dell’udienza al 6 luglio 2023.

Nel frattempo, l’avvocato di fiducia dell’imputato aveva rinunciato all’incarico, ed era stato nominato un difensore d’ufficio. La notifica della nuova data d’udienza è stata inviata a quest’ultimo via PEC solo il 27 giugno 2023, ossia pochi giorni prima della celebrazione del processo.

L’Eccezione sul Termine a Comparire

Il nuovo difensore, ricevuta la notifica a così breve ridosso dell’udienza, ha tempestivamente sollevato un’eccezione, presentando conclusioni scritte il 28 giugno 2023. Il punto centrale era la violazione del termine a comparire, ovvero l’intervallo di tempo minimo che la legge impone tra la comunicazione della data del processo e l’udienza stessa, stabilito per garantire un’adeguata preparazione della difesa.

La difesa ha sostenuto che questo brevissimo preavviso aveva di fatto compresso il suo diritto a studiare gli atti e preparare una strategia difensiva efficace. Nonostante l’eccezione, la Corte d’Appello aveva proceduto, rigettandola e confermando la condanna.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’imputato, ritenendo fondata l’eccezione sul mancato rispetto del termine a comparire. I giudici supremi hanno chiarito un principio fondamentale: questo termine non è finalizzato unicamente a consentire la presenza fisica dell’imputato in aula, ma è funzionale, in senso più ampio, a garantire l’effettivo esercizio del diritto di difesa.

La sua compressione, quindi, vizia la legittimità del giudizio, indipendentemente dalle modalità con cui esso si svolge. Anche in un’udienza celebrata in forma scritta (come previsto dalle normative emergenziali), il difensore deve avere il tempo materiale per consultare il proprio assistito, analizzare il fascicolo e redigere le memorie difensive. La notifica effettuata solo pochi giorni prima dell’udienza ha reso impossibile un’adeguata difesa tecnica.

La Corte ha inoltre precisato che è irrilevante il fatto che la procedura di notifica per una delle udienze precedenti si fosse nel frattempo perfezionata. Ciò che conta è che la notifica per l’udienza effettivamente celebrata, quella del 6 luglio, era palesemente tardiva e quindi illegittima.

Le conclusioni

In conclusione, l’accoglimento del ricorso ha comportato l’assorbimento di ogni altra doglianza e l’annullamento della sentenza impugnata. La Cassazione ha disposto il rinvio del processo ad un’altra sezione della Corte d’Appello di Milano, che dovrà celebrare un nuovo giudizio, partendo da una corretta notifica che rispetti pienamente i termini previsti dalla legge.

Questa decisione riafferma l’importanza delle garanzie procedurali come pilastri di un giusto processo. Il rispetto dei tempi processuali non è una formalità burocratica, ma una condizione essenziale perché la difesa possa essere esercitata in modo pieno ed effettivo.

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’appello?
La sentenza è stata annullata perché non è stato rispettato il termine a comparire, ovvero l’intervallo minimo di tempo che deve intercorrere tra la notifica della data d’udienza e l’udienza stessa. La notifica al difensore d’ufficio era avvenuta solo pochi giorni prima della data fissata, compromettendo il suo diritto a preparare una difesa adeguata.

Il mancato rispetto del termine a comparire è rilevante anche se l’udienza si svolge in forma scritta e senza la presenza dell’imputato?
Sì. La Corte di Cassazione ha specificato che il termine a comparire non serve solo a garantire la presenza fisica dell’imputato, ma è funzionale all’esercizio del diritto di difesa in generale. La sua violazione vizia la legittimità del giudizio in ogni caso, perché comprime il tempo necessario al difensore per studiare gli atti e preparare le argomentazioni.

Cosa accade ora che la sentenza è stata annullata?
La Cassazione ha disposto l’annullamento con rinvio. Ciò significa che il processo d’appello dovrà essere celebrato di nuovo davanti a una diversa sezione della Corte d’Appello di Milano, la quale dovrà assicurarsi che tutte le norme procedurali, inclusa la corretta notifica e il rispetto dei termini, vengano osservate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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