LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Tardività della querela: inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22209/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso basato sulla tardività della querela. La Corte ha chiarito che tale questione, pur rilevabile d’ufficio, non può essere sollevata per la prima volta in sede di legittimità se la sua valutazione richiede un’indagine sui fatti per determinare il ‘dies a quo’, attività preclusa alla Suprema Corte.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 24 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tardività della querela: quando è troppo tardi per sollevarla in Cassazione?

La questione della tardività della querela rappresenta un tema cruciale nel diritto processuale penale, poiché incide direttamente sulla procedibilità dell’azione penale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 22209/2024) offre un importante chiarimento sui limiti entro cui tale eccezione può essere sollevata per la prima volta dinanzi al giudice di legittimità. La decisione sottolinea una distinzione fondamentale: la possibilità di dedurre la tardività è subordinata all’assenza della necessità di un accertamento di fatto, attività preclusa alla Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’appello. L’unico motivo di doglianza sollevato dinanzi alla Corte di Cassazione riguardava la violazione di legge e il vizio di motivazione in relazione alla presunta tardività della querela presentata nei suoi confronti. Si trattava di una questione che, a quanto pare, non era stata eccepita nei precedenti gradi di giudizio.

La tardività della querela secondo la Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: sebbene la questione sulla procedibilità dell’azione penale sia rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento, e quindi anche per la prima volta in Cassazione, tale facoltà incontra un limite invalicabile. Questo limite si manifesta quando, per decidere sulla tempestività della querela, è necessario determinare il cosiddetto dies a quo, ossia il giorno esatto da cui è iniziato a decorrere il termine per proporla. Se tale determinazione richiede un ‘giudizio di fatto’ – cioè un’analisi e una valutazione delle prove e delle circostanze concrete – la questione non può essere affrontata dalla Corte di Cassazione.

Le Motivazioni della Corte

Il cuore della motivazione risiede nella natura stessa della Corte di Cassazione quale giudice di legittimità e non di merito. Il suo compito non è quello di riesaminare i fatti del processo, ma di assicurare la corretta interpretazione e applicazione della legge.

Nel caso specifico, accertare il momento preciso in cui la persona offesa ha avuto conoscenza del fatto costituente reato (momento da cui decorre il termine per querelare) avrebbe implicato una valutazione fattuale, come l’analisi di testimonianze, documenti o altre prove. Questa attività è di esclusiva competenza dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Introdurre tale accertamento per la prima volta in sede di legittimità snaturerebbe la funzione della Cassazione, trasformandola in un terzo grado di giudizio di merito, cosa che l’ordinamento non consente.

La Corte ha richiamato un proprio precedente (Sez. 5, n. 23689 del 2021), rafforzando l’idea che l’eccezione di tardività della querela è ammissibile in Cassazione solo se la sua risoluzione emerge pacificamente dagli atti processuali già acquisiti, senza la necessità di ulteriori indagini fattuali.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre una lezione pratica fondamentale per la difesa tecnica: le questioni che richiedono un accertamento dei fatti, come la determinazione del dies a quo per la proposizione della querela, devono essere sollevate e provate nei gradi di merito. Attendere di arrivare in Cassazione per eccepire la tardività della querela è una strategia processuale destinata al fallimento se la data di decorrenza del termine non è già chiaramente e indiscutibilmente stabilita negli atti del processo. La decisione, pertanto, conferma la rigorosa ripartizione di competenze tra giudici di merito e giudice di legittimità, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria per aver proposto un ricorso inammissibile.

È possibile sollevare la questione della tardività della querela per la prima volta in Cassazione?
Sì, la questione attinente alla procedibilità dell’azione penale è rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento, quindi anche davanti alla Corte di Cassazione.

Qual è il limite principale a questa possibilità?
Il limite consiste nel fatto che la questione non può essere dedotta per la prima volta in Cassazione se, per essere decisa, richiede la determinazione del ‘dies a quo’ (il giorno di inizio del termine) attraverso un giudizio di fatto, attività che è preclusa al giudice di legittimità.

Qual è stata la decisione finale della Corte nel caso specifico?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati