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Tardività del ricorso: appello inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della sua tardività. L’impugnazione contro una condanna per rapina impropria è stata depositata un giorno oltre il termine di quindici giorni previsto dalla legge, decorrente dalla comunicazione della sentenza d’appello. La tardività del ricorso ha comportato, oltre alla conferma della condanna, l’addebito delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a carico del ricorrente.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tardività del Ricorso: Quando un Giorno di Ritardo Costa Caro

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci ricorda una delle regole fondamentali del processo penale: il rispetto perentorio dei termini. La pronuncia in esame ha evidenziato come la tardività del ricorso, anche per un solo giorno, conduca inesorabilmente a una declaratoria di inammissibilità, precludendo ogni discussione sul merito della questione. Questo caso serve da monito sulla necessità di una diligenza assoluta nella gestione delle scadenze processuali.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte d’appello che, in parziale riforma di una decisione di primo grado, aveva condannato un imputato per il reato di rapina impropria. La Corte territoriale, pur riconoscendo la prevalenza di una circostanza attenuante sulla recidiva, aveva inflitto una pena di un anno e quattro mesi di reclusione, oltre a una multa.

Contro questa decisione, la difesa dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, sollevando un unico motivo di diritto. In particolare, si lamentava la mancata applicazione di un’ulteriore attenuante, quella della lieve entità del fatto, alla luce di una recente sentenza della Corte Costituzionale. L’obiettivo era ottenere una riduzione della pena.

La Decisione della Corte: Focus sulla Tardività del Ricorso

Nonostante le argomentazioni di merito sollevate dalla difesa, l’attenzione della Corte di Cassazione si è concentrata esclusivamente su un aspetto preliminare e procedurale: la tempestività del ricorso. Gli Ermellini, infatti, hanno rilevato d’ufficio la tardività del ricorso, dichiarandolo inammissibile senza entrare nel vivo delle questioni sollevate.

Questo esito, apparentemente severo, è la diretta conseguenza di una precisa scansione temporale imposta dal codice di procedura penale, che non ammette deroghe.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la propria decisione su una concatenazione logica e normativa ineccepibile. I punti chiave della motivazione sono i seguenti:

1. Individuazione del Termine: La sentenza impugnata era stata deliberata con “motivazione contestuale”, ovvero le ragioni della decisione erano state redatte e rese disponibili insieme al dispositivo. In questi casi, l’articolo 585 del codice di procedura penale stabilisce che il termine per proporre impugnazione è di quindici giorni.

2. Decorrenza del Termine: Il termine di quindici giorni inizia a decorrere dalla data di comunicazione della sentenza completa di dispositivo e motivazione. Nel caso di specie, la comunicazione era avvenuta lo stesso giorno della deliberazione.

3. Calcolo della Scadenza: Partendo dalla data di comunicazione, il quindicesimo giorno utile per il deposito del ricorso scadeva martedì 22 aprile 2025.

4. Deposito Tardivo: Il ricorso per cassazione, invece, era stato depositato il giorno successivo, il 23 aprile 2025, e quindi oltre il termine perentorio di legge.

Questa tardività ha reso il ricorso inammissibile, impedendo alla Corte di valutare se la richiesta di applicazione dell’attenuante fosse fondata o meno. La conseguenza automatica è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di € 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende, ravvisando la Corte un profilo di colpa nella causazione dell’inammissibilità.

Conclusioni

La pronuncia in esame è emblematica dell’importanza del rigore formale nel diritto processuale. La tardività del ricorso non è un mero tecnicismo, ma una violazione di una norma posta a garanzia della certezza dei rapporti giuridici e della ragionevole durata del processo. Anche un solo giorno di ritardo può vanificare le ragioni di merito più solide, trasformando una potenziale vittoria in una sconfitta definitiva. Per gli operatori del diritto, questo caso ribadisce l’imperativo di un’attenzione meticolosa al calendario delle scadenze, poiché da esso dipende l’effettiva tutela dei diritti dei propri assistiti.

Da quando inizia a decorrere il termine per impugnare una sentenza con motivazione contestuale?
Il termine di quindici giorni per l’impugnazione decorre dalla data in cui la sentenza, completa di dispositivo e motivazione, viene comunicata alle parti processuali.

Cosa succede se il ricorso viene depositato anche un solo giorno dopo la scadenza del termine?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Questa sanzione processuale impedisce alla Corte di esaminare il merito delle questioni sollevate e rende definitiva la sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente in caso di inammissibilità per tardività?
In caso di inammissibilità, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, se la Corte ravvisa profili di colpa nella causa di inammissibilità, può condannarlo anche al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie per un importo di 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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